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Scheda ICCD - BNPE

Tipo scheda: BNPE (Beni naturalistici-Petrologia) Versione 3.01
Settore disciplinare: beni naturalistici
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Oggetto

Definizione: roccia

Identificazione: esemplare

Sistematica-petrologia

Tipo litologico:
Nome petrografico:
Nome petrografico (IUGS):
Varietà:
Nome commerciale:

Altre caratteristiche: Minerali principali:
Minerali accessori:
Indice di colore:   Colore:

Dati di raccolta

Karystos (Eubea meridionale)        attuale Grecia   
Tipo di localizzazione: località di raccolta - dati storici 

Informazioni di contesto

Eon (Eonotema):
Era (Eratema):
Periodo (Sistema):
Epoca (Serie):
Complesso:
Supergruppo:
Gruppo:
Formazione:  

Localizzazione geografico-amministrativa

ITALIA  Lazio  RM  Roma 

Sapienza Università di RomaPiazzale Aldo Moro 5 

Dati analitici

Oggetto: Marmetta di “Cipollino verde chiaro” (varietà di Cipollino dell’Eubea, Marmor Cariystium). Roccia metamorfica a composizione prevalentemente carbonatica, formata a seguito di un insieme di trasformazioni allo stato solido (dovute a variazioni fisico-chimiche-dinamiche dell’ambiente geologico di partenza) che cambiano la tessitura e/o il contenuto mineralogico del protolite (roccia preesistente). E’ di colore chiaro con caratteristiche fiamme e bande ondulate tendenzialmente verdastre per la presenza del minerale clorite o anche grigio-verde scuro (come il Cipollino Ondato Verde). La roccia ornamentale conosciuta come “marmo cipollino” è caratterizzata da una discreta variabilità di colore e aspetto (tanto che nella Collezione Tommaso Belli sono presenti 24 pezzi).

Notizie storico-critiche: Impiego come materiale lapideo. Ampiamente utilizzata nella Roma imperiale, soprattutto in età Adrianea e Antonina, è stata probabilmente introdotta a Roma già al tempo di Cesare. Le cave sfruttate per un lungo periodo che va dai Greci fino ai Bizantini, si estendevano per un lungo tratto costiero dalla Karystia fino all’Eubea meridionale (Grecia). Sono in “marmo cipollino” le belle colonne del pronao del tempio di Antonina e Faustina al Foro Romano o della Chiesa di S. Clemente. Questa roccia è stata impiegata anche per crustae; begli esempi di reimpiego sono le balaustre dell’Altare Maggiore della Chiesa del Gesù e della Cappella Torlonia in S. Giovanni in Laterano.

Condizione giuridica e vincoli

Indicazione generica: proprietà Ente pubblico non territoriale