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Abiti tradizionali, un patrimonio di diversità culturale

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

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Il termine “antropologia” indica lo studio dell’uomo a tutto tondo e, anche se il Museo Sardo di Antropologia ed Etnografia è fondamentalmente ricco di reperti biologici, la componente culturale integra e completa il quadro, contribuendo talvolta anche alla conoscenza dell'aspetto fisico delle comunità umane storiche: è il caso degli abiti tradizionali, le cui fatture e dimensioni permettono infatti di comprendere le caratteristiche fisiche di alcuni elementi di popolazione sarda, limitatamente agli ultimi secoli.

 L'abito femminile, caratteristiche ed elementi costitutivi

La camicia è solitamente bianca; è sempre ricamata almeno al collo ed ai polsini delle maniche che sono sempre lunghe (kamisetta, brusa, franella, koprimbustu). Spesso il davanti è arricchito da preziosi ricami ad ago, da pizzi artigianali o commerciali.

Il bustino (corpetto) tende a sottolinere il seno; talvolta esile e leggero, spesso importante ed impreziosito da nastri, nappine e ricami realizzati con filo di seta, d’oro o d’argento (bustu, korpettu, korittu, kossu, pala).

La giacca (giubbetto) è da indossare sul bustino. normalmente ha le maniche lunghe e vivacemente decorate e lascia ampiamente scoperto il davanti (korittu, gippone, dzippone, vellada).

Gonna: nei paesi del centro e del nord è di orbace o di panno di lana, al sud è di  bordatino di cotone; nei paesi più freddi le gonne possono essere due o più, e si portano sovrapposte (fardetta, bunneddha, gunneddha).

Grembiale (deventali, antalene, cinta, panneddhu, panniananti)

Calze (miggias, peunkos, piunkos) e scarpe (buttinu, karkas, krapittas)

Confezionati su misura, gli abiti ci informano indirettamente sulla statura e robustezza dei proprietari e la foggia, i colori, i modelli sulla zona storico-geografica e il comune di origine. I tessuti utilizzati per la realizzazione degli abiti sono la lana di pecora (per i paesi più freddi) o tessuti di cotone ( per la pianura ) e il lino/cotone per la biancheria ma non manca la seta grezza utilizzata per la confezione delle bende copricapo di Orgosolo. I tessuti sono tinti con coloranti naturali, estratti da vegetali reperiti nel territorio.

Una piccola collezione di oggetti d’uso contadino e pastorale ci riconduce alle principali attività lavorative, testimoniate anche da patologie rappresentate nella collezione di ex-voto.

A fianco, sulla dx: esposizione di abiti presso il Museo Sardo di Antropologia ed Etnografia 
Qui sotto: abiti di Ittiri, provincia di Sassari, nella regione storica del Coros nel Logudoro​ 

Qui sotto: abiti di  Mamoiada, provincia di Nuoro, nella Barbagia di Ollolai.

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