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Paolo Mascagni

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI SIENA

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Biografia

Mascagni (Pomarance, Pisa, 1755 – Castelletto di Chiusdino, Siena, 1815) deve la sua fama all’evidenziazione dei vasi linfatici nel corpo umano, scoperta che gli consentì di descriverli nel decorso e nella possibile loro patologia.

È inoltre ricordato per la sua fondamentale azione di ricerca in campo anatomico e per aver lasciato sussidi didattici di grandissima qualità per l’insegnamento e lo studio dell’Anatomia, come i preparati e le tavole anatomiche, quest’ultime particolarmente innovative in quanto, oltre a mostrare per la prima volta il sistema linfatico, rappresentano il corpo umano a grandezza naturale, come su un tavolo settorio, ritratto sia nella prospettiva anteriore che posteriore con un criterio stratigrafico, cioè dal piano muscolare più superficiale fino allo scheletro.

Il corpo cartesiano è macchina vivente, congegno, meccanismo, così che nel Settecento al docente di anatomia si chiesero conoscenze non solo di medicina, ma anche di scienze naturali e di geometria, scienza necessaria per giudicare gli studi anatomici.

Lo stesso Mascagni ben rappresenta l’uomo di scienza del periodo che con facilità spaziava in varie discipline, come dimostrano i testi della sua biblioteca oggi conservata presso l’Accademia dei Fisiocritici di Siena, i cui argomenti spaziano dalla mineralogia alla fisica, dalla matematica all’agraria, dall’anatomia alla chimica.

javascript:void(0)Non a caso, il suo primo lavoro a stampa non è stato di argomento medico, ma sui Lagoni del senese e del volterrano (1779), studio sui composti chimici delle acque dei lagoni di Montecerboli, Sasso, Travale con il fine di mettere in luce le potenzialità della zona per l’estrazione di sali, tra cui l’acido borico da utilizzare a fini industriali per la preparazione del borace.

Laureato in Medicina nel 1778 all’Università di Siena, Mascagni divenne nello stesso anno lettore supplente del suo maestro Pietro Tabarrani, appassionato studioso di Anatomia umana normale e patologica. Alla sua morte, nel 1779, lo sostituì come lettore ordinario e nel 1782 fu chiamato a ricoprire la cattedra di Anatomia nell’Ateneo senese, dedicandosi esclusivamente allo studio e alla ricerca.

Ancor prima di laurearsi, su invito di Tabarrani, Mascagni iniziò gli studi sui vasi linfatici, che riuscì a evidenziare mediante iniezioni di mercurio, descrivendone il percorso, l’organizzazione, le funzioni e le alterazioni. Tale studio fu pubblicato nel 1787 con il titolo di Vasorum lymphaticorum historia et ichnographia, corredato da 27 tavole in folio basate su osservazioni al microscopio e 14 controtavole con i contorni delle figure e tutti i richiami necessari per la descrizione.

Subito dopo la pubblicazione sul sistema linfatico, Mascagni iniziò a concepire un’opera immane, la ‘Grande Anatomia’, su tutta la struttura del corpo umano, corredata da tavole a grandezza naturale, per farne un completo sussidio didattico per gli studenti di Medicina e per quanti non avevano la possibilità di studiare direttamente sui cadaveri.

Nel 1799 Mascagni fu costretto per motivi politici a lasciare Siena. Scagionato dalle accuse di giacobinismo e d’irreligione, fu nominato professore di Anatomia nello Studio pisano (1801) e alla fine dello stesso anno chiamato a tenere le sue lezioni alla cattedra di Istituzioni chirurgiche presso l’Arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze, pur rimanendo in carica all’Università di Pisa dalla quale riceveva lo stipendio.

A partire dal 1807 Mascagni insegnò Anatomia pittorica, Fisiologia e Chimica anche agli studenti dell’Accademia fiorentina di Belle Arti.

A Firenze si occupò anche della stesura della ‘Grande Anatomia’, già iniziata durante la sua permanenza a Siena. La preparazione fu lunga e complessa e condotta di pari passo con la realizzazione di un’ulteriore opera, un Atlante di Anatomia rivolto agli studiosi di Belle arti.

Purtroppo, l’improvvisa morte di Mascagni, il 19 ottobre 1815,  fece sì che le due opere fossero pubblicate postume. La prima opera ad essere edita, nel 1816, fu l’ Anatomia per uso degli studiosi di scultura e pittura .

L’altra opera, l’Anatomia universa, ebbe un destino ancor più difficile e controverso e riuscì a essere pubblicata in nove fascicoli, tra il 1823 e il 1832. L’opera si compone di un testo in folio piccolo e di un atlante in folio massimo (mm 1030x690), l’Anatomiae universae Pauli Mascagnii icones, costituito da 44 tavole; ogni tavola è accompagnata da una controtavola solo tracciata con i riferimenti per identificare le parti anatomiche.

Le tavole sono in nero ma l’opera fu edita anche in poche copie con tavole stampate a colori e rifinite a mano, che costituiscono uno splendido atlante anatomico, con un grado di chiarezza e di dettaglio non presenti altrove.

Le prime 24 tavole sono disegnate in modo tale che, disposte 3 a 3 in verticale, formano corpi umani di grandezza naturale, presentati in posizione anteriore e posteriore, quindi in totale 8 figure intere: dal piano muscolare superficiale si va a quello intermedio per arrivare a quello profondo (Tab. I, Tab. II, Tab. III) e quindi allo scheletro. Nelle altre 20 tavole sono rappresentati gli organi e altri particolari della struttura interna.

Nel 2015, in occasione del bicentenario della morte di Mascagni sono state organizzate diverse iniziative per ricordare il celebre Anatomista. Tra queste ricordiamo:

  • l’approfondita analisi dei testi della sua Biblioteca che ha portato alla pubblicazione di una serie di saggi sui suoi diversi interessi (raccolti nel volume curato da Francesca Vannozzi, dal titolo  L’eredità intellettuale di Paolo Mascagni);
  • le Giornate di Museologia Medica, organizzate dalla Società Italiana di Storia della Medicina, in collaborazione con il Centro servizi di Ateneo CUTVAP sul tema Le collezioni di materiali grafici per la didattica medica (secoli XV-XIX); il volume degli Atti, curato da Davide Orsini, riporta alcuni interventi sull’opera del Mascagni;
  • la mostra L’École de Médecine à Sienne. Napoleone e Paolo Mascagni: ‘insoliti’ protagonisti della medicina senese (Siena, Santa Maria della Scala, 6 novembre 2015 – 3 aprile 2016) e iI relativo catalogo, a cura di Alessandro Leoncini e Francesca Vannozzi, testimoniano la grandezza di Mascagni come docente. La Scuola Medica senese, istituita da Napoleone, vide lo sviluppo di una fiorente attività didattica e di ricerca scientifica presso il Santa Maria della Scala, sostenuta da docenti in gran parte allievi del Mascagni, che unirono grande sapienza, mantenendo standard estremamente elevati a livello nazionale, e particolare attenzione nell’affrontare una serie di emergenze sanitarie che colpirono la Toscana in quel breve lasso di tempo.

Asse del tempo

 1755 Paolo Mascagni nasce a Pomarance (Pisa) nella casa dei nonni materi, per poi trasferirsi subito a Castelletto, residenza della famiglia
 1772 si iscrive alla facoltà medica dell’Università di Siena
 9 maggio 1778 si laurea in Filosofia e Medicina e il successivo 9 luglio viene nominato assistente del maestro
 4 aprile 1779 alla morte del Tabarrani, il venticinquenne Mascagni assume l’incarico di Lettore di Anatomia nello Studio senese, profondamente motivato dalla convinzione “che il suo obbligo principale fosse di istruire i giovani e di fare in modo che acquistassero la più perfetta cognizione della struttura del corpo umano”
 1782–1799 Paolo Mascagni ricopre la cattedra di Anatomia nell’Ateneo senese
 1787 pubblica il Vasorum lymphaticorum corporis humani historia et ichnographia
 1798 viene nominato presidente dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena
 1799 viene arrestato con l’accusa di “irreligione” e di giacobinismo, dalla quale sarà prosciolto nel gennaio 1800
 4 febbraio 1800 nuovamente citato presso il tribunale fiscale con l’accusa di avere trasgredito ai precetti religiosi, si trasferisce a Firenze, dove è stato spostato il processo, che viene però rinviato
 1801 viene nominato professore di Anatomia presso lo Studio pisano con l’obbligo di tenere le lezioni di anatomia, fisiologia e chimica anche nell’arcispedale di Santa Maria Nuova in Firenze, dove è attiva una scuola medico-chirurgica
 1801 Riprende i suoi studi e si accinge a realizzare l’Anatomia universa, ambizioso progetto di rappresentazione di tutte le parti del corpo umano a grandezza naturale
 1807 insegna anche Anatomia pittorica all’Accademia di Belle arti di Firenze
 1815 muore improvvisamente a Castelletto il 19 ottobre, senza poter portare a termine i due atlanti del corpo umano, l’uno per gli studenti di Medicina, l’altro per quelli di Belle arti
 1816 il fratello e il nipote del Mascagni finanziano la pubblicazione a Firenze dell’Anatomia per uso degli studiosi di scultura e pittura
 1823-1831 viene pubblicata a Pisa l’edizione completa dell’Anatomia universa


Città attraversate

Castelletto Mascagni  Siena  Firenze 


Per approfondimenti

(L’Accademia dei Fisiocritici di Siena conserva l’Archivio e la Biblioteca di Paolo Mascagni).

Leoncini A., Vannozzi F. (2015). L’École de Médecine à Sienne. Napoleone e Paolo Mascagni: ‘insoliti’ protagonisti della medicina senese (Siena, Santa Maria della Scala, 6 novembre 2015 – 3 aprile 2016). Siena: Betti editore.

Orsini D. (2015). Le collezioni di materiali grafici per la didattica medica (secoli XV-XX) (“Giornate di museologia medica” Siena, 6-7 novembre 2015). Siena: Nuova Immagine.

Vannozzi F. (Ed.) (2015). L’eredità intellettuale di Paolo Mascagni. Siena: Accademia dei Fisiocritici.

Vannozzi F., Manganelli G. (Eds.) ( 2011 ).  Museo di Storia Naturale Accademia dei Fisiocritici (p. 118-127). Milano: Silvana Editoriale. 

Terenna G., Vannozzi F. (Eds.) (2004). Il museo anatomico “Leonetto Comparini”: gli strumenti scientifici. Siena: Nuova Immagine.

Vannozzi F. (Ed.) (1998). Museo di storia naturale dell'Accademia dei Fisiocritici: sala Paolo Mascagni. Siena: Protagon editori toscani.

Vannozzi F. (Ed.) (1996). La scienza illuminata. Paolo Mascagni nel suo tempo (1755-1815). Siena: Nuova immagine.


BIOGRAFIA ATTIVITÀ DI RICERCA OPERE E SCOPERTE LUOGHI DI VISITA