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Università di Cagliari

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

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Cenni storici

Le origini

L’Università rifondata

Lo sviluppo dell’Ateneo nel corso dell’Ottocento

Il Novecento

 

Le origini

Il Consiglio civico di Cagliari presentò la prima richiesta di apertura di uno Studio in occasione del Parlamento del viceré De Cardona (1542-1543). Una seconda istanza fu presentata insieme agli Stamenti reale, ecclesiastico e militare durante il Parlamento De Heredia (1553-1554), e una terza in occasione del Parlamento presieduto dal Viceré Don Giovanni Coloma De Elda. Nonostante l’impegno del Consiglio civico ad accollarsi tutti gli oneri finanziari, il progetto si arenò.

In occasione del Parlamento del Viceré Antonio Coloma (1602-1603) fu avanzata formalmente una supplica per istituire a Cagliari un Estudi y Universitat publica. L’assenso regio arrivò nel 1604, l’autorizzazione papale nel 1607, mentre il privilegio di fondazione fu emanato il 31 ottobre 1620. 

Lo Studio fu organizzato secondo il modello spagnolo, quello di Lerida in particolare: l’Arcivescovo di Cagliari sarebbe così diventato anche il Cancelliere dello Studio, mentre i Consiglieri della città avrebbero dovuto eleggere, ogni tre anni, il Rettore. Le Costituzioni furono sottoscritte il 1° febbraio 1626, e furono istituite le Facoltà di Teologia, di Arti e Filosofia, di Leggi e di Medicina. Il primo Rettore fu Cosma Escarxoni, canonico della Cattedrale di Cagliari e vicario generale, che l’anno dopo rimise la carica al nuovo Arcivescovo Ambrogio Machin. La nascente Universitad fu posta sotto la protezione dell’Immacolata e dei santi sardi Ilario, Lucifero ed Eusebio, stabilendo anche quello che è ancora oggi lo stemma dell’Ateneo.

L’istituzione incontrò presto problemi di varia natura: oltre al conflitto tra l’Archidiocesi e la Municipalità, furono soprattutto le difficoltà economiche a rallentare il decollo dello Studio Generale Cagliaritano. Benché validi, i docenti non venivano regolarmente retribuiti, pertanto non interruppero le loro attività professionali e disertarono spesso le lezioni.

Nel 1682, per far fronte alla grave crisi economica dovuta alle continue carestie e pestilenze, il governo spagnolo impose l’incameramento delle rendite di tutte le Università della Corona, e questo fatto comportò, anche a Cagliari, la soppressione di alcune cattedre.

Il governo sabaudo, insediatosi nel 1720, non rivolse la sua attenzione agli Atenei sardi fino al 1755, anno in cui il re Carlo Emanuele III dispose la nomina di una commissione che indagasse lo stato dell’Università cagliaritana e proponesse le misure più idonee per la sua riorganizzazione.

La risposta della commissione fu immediata, ma il governo regio tardò a intervenire. Il primo segnale di rinnovamento arrivò con l’istituzione, nel 1759, della Scuola di Chirurgia, affidata a Michele Plazza, collegiato all’Università di Torino, ma il vero impulso alla riforma si ebbe, in quello stesso anno, con la nomina di Giovanni Battista Bogino alla carica di Segretario di Stato per gli Affari della Sardegna. Carlo Emanuele III firmò le nuove Costituzioni dell’Academia calaritana il 28 giugno 1764. 

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L’Università rifondata

Con le nuove Costituzioni del 1764, la figura del Rettore venne sostituita da un organismo collegiale denominato Magistrato sopra gli Studi, composto dall’Arcivescovo di Cagliari, dal Reggente la Reale Cancelleria, dal Consigliere capo della città, dai Prefetti dei quattro Collegi (gli antecedenti dei Presidenti di Facoltà), dal Censore e dal Segretario. Principale scopo del Magistrato era quello di vigilare sulle dottrine impartite nell’Ateneo e di garantirne l’ordine. Il primo risultato fu la fine delle controversie tra l’Arcivescovo e l’Autorità municipale per la designazione del Rettore.

Il nuovo corpo docente fu costituto tanto da docenti piemontesi, quanto da giovani sardi che si erano specializzati all’Università di Torino. Altra grande innovazione furono la costruzione della nuova sede, oggi palazzo del Rettorato, progettata dall’architetto Saverio Belgrano di Famolasco e inaugurata il 1° novembre 1769, e la costituzione della Biblioteca Universitaria, aperta al pubblico nel 1792.

I primi anni della ‘nuova’ Università furono caratterizzati da importanti successi nel settore degli studi giuridici e matematici, mentre il Collegio di Medicina attirò poche iscrizioni, tanto da rappresentare un cruccio per il governo sabaudo, che intendeva formare nuovi medici che potessero esercitare presso le ville isolane. Furono prese misure finalizzate all’avvio dei giovani agli studi medico-chirurgici, e furono potenziate le dotazioni didattiche. 

Gli studi medici ripresero vigore alla fine del Settecento grazie all’anatomista Francesco Antonio Boi e al professore di clinica medica Pietro Antonio Leo. All’esperienza del primo si deve l’arrivo delle cere anatomiche di Clemente Susini, a quella del secondo l’introduzione della vaccinazione antivaiolosa nel Regno di Sardegna.

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Lo sviluppo dell’Ateneo nel corso dell’Ottocento

Sin dal secondo Settecento, gli studenti cagliaritani avevano maturato una maggiore apertura verso i problemi politici e sociali e verso le nuove idee liberali diffuse presso le Università europee. Spinte liberali si manifestarono in diverse occasioni, e la famosa congiura di Palabanda del 1812 vide coinvolti anche docenti e personale dell'Ateneo.

 

Durante la restaurazione, il governo di Torino si interessò più volte allo Studio cagliaritano. I maggiori interventi furono rivolti alla Medicina e alla Chirurgia, riconosciuta anche questa come Collegio. Oltre alla pratica degli studenti presso l'Ospedale Civile, era previsto che i dottori in Medicina svolgessero un anno di pratica in ospedale o due anni presso un medico abilitato e poi un esame per poter accedere alla professione.

Furono aggiunte nuove cattedre in tutte le Facoltà e nel 1842 furono emanati i nuovi Ordinamenti che introducevano diverse innovazioni, come l'impedimento per i professori di esercitare professioni che potessero disturbare l'attività di docenza. I cambiamenti più importanti furono il ripristino della carica di Rettore e, con la Fusione Perfetta, nel 1848, la sostituzione del Magistrato sopra gli Studi con la Segreteria di Stato per la Pubblica Istruzione.

Dopo l'Unità, la legge Matteucci del 1862 suddivise le Università italiane in due categorie, penalizzando quelle periferiche, come Cagliari. Alcuni docenti, in vista di stipendi più elevati e dotazioni maggiori, vollero trasferirsi presso gli Atenei di prima categoria. Nonostante i tentativi di riscatto, che videro coinvolti in prima persona anche gli studenti, il 'declassamento' durò quarant'anni. Tuttavia, lo Studio cagliaritano non cessò di portare avanti i suoi compiti istituzionali, mantenendo alto il valore scientifico delle pubblicazioni, e offrendo agli studenti e ai docenti sempre maggiori strutture: l'Orto Botanico, i nuovi locali per la lezione di Anatomia, l'ampliamento del Museo archeologico, mineralogico e di cultura materiale, l'arricchimento della collezione della Biblioteca.  

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Il Novecento

Le prolusioni dei Rettori, pronunciate in occasione delle cerimonie di inaugurazione degli Anni Accademici, fissano il ricordo degli importanti mutamenti vissuti dall'Ateneo cagliaritano nel corso del XX secolo.

Nei primi decenni (1908-1938) furono avviati nuovi progetti edilizi, con la restaurazione del Palazzo Belgrano, la costruzione del Palazzo delle Scienze, degli Istituti Biologici, della Clinica Pediatrica, dell'Istituto di Anatomia e della Stazione Biologica presso il Ponte Vittorio.

Nel 1915 fu proposta l'istituzione di una vera e propria "cittadella universitaria", ma il progetto dovette essere accantonato a causa dello scoppio del primo conflitto mondiale.

A conclusione della guerra, la vita dell’Ateneo riprese e fu caratterizzata dalla volontà di un rilancio il più rapido possibile.

Per un vero rinnovamento si dovrà però attendere il 30 settembre 1923 quando, con la riforma Gentile, fu concessa agli Atenei italiani una maggiore autonomia amministrativa e operativa. Durante gli anni della riforma, l’Università di Cagliari poté attuare una riorganizzazione delle Facoltà attraverso l’adozione di un nuovo Statuto; fu anche possibile riattivare, nel 1926, il funzionamento della Facoltà di Lettere e Filosofia, ormai inesistente dal 1859.

In seguito all’instaurazione della dittatura fascista, l’Università di Cagliari, come le altre Università italiane, fu commissariata e per l’anno accademico 1935-1936 fu nominato Commissario l’on. Giovanni Cao di San Marco.

Nel 1938, le politiche fasciste legate alla “difesa della razza ariana” ebbero i loro effetti anche nell’Università; in particolare, l’applicazione delle “leggi razziali” nei confronti dei cittadini ebrei, portò all’allontanamento di alcuni docenti universitari dall’Ateneo.

Con l’inizio del secondo conflitto mondiale, il ripetersi delle incursioni aeree e il conseguente sfollamento della popolazione verso i centri abitati dell’interno, si ebbe una nuova stasi. Soltanto con l’armistizio dell’8 settembre 1943, l’Università di Cagliari, seppur con notevoli difficoltà, si avviò celermente alla normalizzazione delle attività.

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Link

http://www.unica.it/ 

http://www.sardoa.com/it

 

Per approfondimenti

Tasca C., Rapetti M., Todde E. (Eds.) (2016). Archivio storico dell’Università di Cagliari. Guida ai fondi documentari. Cagliari.

Ferrante C. (2013). Cagliari e Lerida, il modello di fondazione di uno Studio municipale. In Le origini dello Studio generale sassarese nel mondo universitario europeo dell'età moderna. Bologna.

Schirru M. (2010, aprile). L'Università degli Studi di Cagliari e il complesso architettonico sul Balice (Vol. 14, p. 371-405). In Annali di storia delle università italiane, Bologna : CLUEB. Disponibile da http://www.cisui.unibo.it/frame_annali.htm.

Merlin P. (2010). Progettare una riforma: la rifondazione dell'Università di Cagliari (1755-1765). Cagliari : Aipsa.

Anatra  B., Nonnoi G. (2007). Università degli Studi di Cagliari (Vol. 3, p. 309-322). In G. P. Brizzi, P. Del Negro, A. Romano (Eds.). Storia delle Università in Italia, Messina : Sicania.

Bullita P. (2005). L'Università degli Studi di Cagliari. Dalle origini alle soglie del Terzo Millennio (memorie e appunti). Oristano.

Sorgia G. (1986). Lo Studio generale cagliaritano. Storia di una Università. Cagliari : Università degli studi.

Lattes A., Levi B. (1909-1910). Cenni storici sulla regia Università di Cagliari. In Annuario della Regia Università di Cagliari. Cagliari.

Guzzoni Degli Ancarani A. (1897-1898). Alcune notizie sull’Università di Cagliari. In Annuario della Regia Università di Cagliari.

Dessì Magnetti G. (1879). Notizie storiche sulla regia Università degli Studi di Cagliari. Cagliari.


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