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Infinite forme meravigliose: a scuola di zoologia

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI CHIETI-PESCARA

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Le collezioni zoologiche del Liceo Classico “G. B. Vico”, dell'Istituto magistrale "I. Gonzaga" e del Seminario Regionale di Chieti costituiscono una importante raccolta che permette di censire a posteriori la fauna presente tra la seconda metà del 1800 e gli inizi del ‘900 in Abruzzo. Una fotografia, pur se non esaustiva, di enorme importanza a fini conoscitivi, didattici e conservazionistici, anche in riferimento ai siti Natura 2000 e alle aree protette d’Abruzzo “scrigno di Biodiversità”. Le collezioni qui presentate rendono conto della varietà geomorfologica del territorio abruzzese , con fasce che degradano dolcemente dai monti al mare attraverso le colline, a cui corrisponde una notevolissima diversità biologica. A completare la complessità del patrimonio ambientale, la linea di costa offre , tra spiagge e falesie,  una infinità di microambienti. 

La varietà degli ambienti abruzzesi,
dagli ambienti montani alle coste marine

I reperti scelti dal Museo universitario dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara ai fini del percorso nascono come strumenti didattici legati all’insegnamento della zoologia in tre strutture educative della città di Chieti quali:

Questi esemplari venivano utilizzati durante le lezioni di zoologia per illustrare ed approfondire i concetti base della sistematica, della tassonomia, dell’importanza della biodiversità, dell’evoluzione... In altri termini, permettevano di introdurre i giovani allo studio della fauna e ai meccanismi di identificazione delle diverse specie animali; costituivano un sussidio didattico di grande aiuto per diffondere fra gli studenti le conoscenze sul mondo animale. Inoltre, testimoniano l’impegno che le Pubbliche Amministrazioni e i responsabili dei vari istituti di istruzione ponevano nel dotare le scuole dei mezzi necessari per attuare una didattica moderna ed efficace.

 Gli esemplari in uso presso il Liceo Classico “G. B. Vico”

Il Liceo Classico “G. B. Vico” già dalla seconda metà dell’800 rappresentava a Chieti un luogo istituzionale per una ricerca scientifica avanzata ed applicata. Infatti, a partire dall’anno scolastico 1864-65, sotto la direzione del Prof. Florindo Rocchetti (Torrevecchia Teatina - CH, 1820-1867), operava all’interno del Liceo un “gabinetto scientifico”, dotato di una sezione per la tassidermia. A questo periodo risale l’intensa attività di ricerca e di raccolta degli animali eseguita dagli stessi allievi del Liceo. Purtroppo parte del materiale raccolto durante questa innovativa attività didattica è oggi andato perduto.

La selezione di elementi qui presentati si compone di:

  • animali tassidermizzati;
  • organismi conservati in liquido conservativo. Alcuni sono corredati di un cartellino con il nome comune e il nome scientifico, mentre altri hanno solo uno delle due denominazioni; altri, infine, sono sprovvisti di cartellino.

Gli esemplari si possono ripartire nelle diverse classi come indicato nella tabella qui a destra.

La datazione non compare mai, ad eccezione degli esemplari preparati dal Prof. Rocchetti  appartenenti alla collezione zoologica del Liceo Classico “G. B. Vico”, che sono pertanto da collocare attorno alla metà del XIX secolo. Complessivamente, gli esemplari degli animali provenienti dall’Istituto Gonzaga, dal Seminario Regionale e alcuni dal Liceo Vico sono stati preparati probabilmente alla fine del XIX secolo. Alcuni esemplari provenienti dal Seminario Regionale sono certamente soggetti a tale datazione poiché quando il 17 luglio 1921 venne fatto stampare e distribuire un cofanetto fotografico (contenente una selezione di 35 cartoline postali illustrate, ognuna delle quali riproduce un angolo del nuovo Seminario nella Villa Nolli), in un’immagine interessante è riportata una foto del “Gabinetto di Storia Naturale” in cui si possono osservare alcuni degli animali tassidermizzati che conserviamo.

 Dalle collezioni al territorio, per ricostruire gli ambienti naturali del passato

Questi reperti attualmente rappresentano un’unica, insostituibile e straordinaria testimonianza relativa alla fauna abruzzese, in particolare del territorio teatino, presente più di un secolo e mezzo fa.

Tra gli uccelli il primo posto spetta alla regina dei cieli, la maestosa Aquila Reale (Aquila chrysaetos), che è presente in Abruzzo con diverse coppie; il Falco pellegrino (Falco peregrinus), che fa risuonare il suo temuto grido sulle pareti rocciose; il Gufo reale (Bubo bubo), che regna silenzioso nei boschi più inaccessibili e il simpatico Barbagianni (Tyto alba).

  

Gli esemplari conservati costituiscono una documentazione completa dello sviluppo e dell’evoluzione della fauna di determinate aree; spesso, infatti, nelle collezioni zoologiche sono conservati campioni di determinate specie raccolti in tempi passati e in località dove, oggi, o sono rarefatti oppure scomparsi.

Non vi è, inoltre, alcun dubbio che un’altra delle funzioni principali di una collezione zoologica sia quella di costituire un indispensabile strumento di ricerca, offrendo la possibilità di poter investigare le affinità e differenziazioni morfologiche tra le varie specie animali nelle forme locali. Ogni specie presenta, infatti, nella sua evoluzione una somma di modificazioni rilevanti ed è importante conoscerne le cause, i limiti e la portata per ricostruire la facies zoologica di un determinato periodo.

Le raccolte di animali tassidermizzati o formalinizzati che oggi sono ospitate nel Museo universitario provengono da collezioni in passato custodite in tre scuole diverse della città di Chieti. Già dal 1863 e dai primi anni del 1900, si constatava anche così la ricchezza di varietà delle specie in Abruzzo. La possibilità di studiare la fauna, anche solo con i reperti, ha permesso di riconoscere quanto sia importante la tutela delle singole specie, dei loro popolamenti e del territorio in cui esse vivono. Un cambiamento del pensiero che mano a mano ha prodotto un concetto diverso di conservazione. Una rivoluzione che ha contribuito a trasformare una riserva di caccia nel primo Parco nazionale: quello d’Abruzzo, oggi Abruzzo Lazio e Molise.  In questa regione quegli animali possono tuttora essere osservati vivi in tre Parchi Nazionali, un’Area Marina Protetta, un Parco Regionale, 14 Riserve Statali, 25 Riserve Regionali, 8 Aree protette, 127 siti della Rete Natura 2000 e non solo. Infatti possiamo osservare alcune specie selvatiche anche in città (cervi, caprioli, tassi, rapaci…).