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Ambienti in Pianura padana durante il Pleistocene superiore e l’Olocene

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI FERRARA

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A Settepolesini di Bondeno (Ferrara) da vari anni si estrae sabbia da un antico alveo del fiume Po. Nel 1997 un grande fossile ostruì la bocca della draga che aspirava la sabbia in falda acquifera. Il primo ritrovamento fu un coxale di mammut, oggi conservato presso il Museo di Paleontologia e Preistoria «P. Leonardi». Dal 1997 al 2009 sono stati raccolti, determinati e catalogati più di 1000 reperti ossei.

Gli studi del giacimento hanno permesso di ricostruire alcuni momenti della storia della Val Padana da oltre 50.000 anni fa ad oggi. Per buona parte di questo periodo la regressione marina, dovuta all’acqua trattenuta nei ghiacciai alpini e nelle due grandi calotte glaciali, aveva fatto emergere il medio-alto Adriatico aumentando enormemente le dimensioni della Pianura padana. Il Po sfociava all’altezza di Ancona o, nei periodi più freddi, all’altezza di Pescara, creando una grande pianura fino alla costa dalmata.  Una struttura geologica, coperta dai sedimenti di pianura fra Bondeno e Ferrara, chiamata Dorsale ferrarese, per cause tettoniche si è sollevata più volte spostando il corso del Po più a nord e creando ripetutamente punti di stanca.

I paleoambienti: steppa-taiga a mammut

Il più antico ambiente documentato è la steppa-taiga, che si era diffusa in molte parti d’Europa, Pianura padana compresa, fra i 55 e 25.000 anni fa. Si trattava di un ambiente vegetale che si sviluppava durante i periodi freddi a basse precipitazioni, in cui condividevano aree forestali a pino, betulla ed abete rosso e a steppa, per lo più a graminacee.

Gli animali che abitavano questi ambienti erano principalmente bisonte, megacero, alce, mammut, rinoceronte lanoso e cavallo.

I paleoambienti: steppa a bisonti

Nel Tardoglaciale (17-12.000 anni fa) talvolta si diffuse un ambiente particolarmente arido, che trasformò la Pianura padana in una grande steppa. La biodiversità si ridusse e a dominare vi era il bisonte, animale ben poco esigente. Lungo i corsi d’acqua rimasero aree riparie forestali che accoglievano alci e qualche cervo assieme a lontra e castoro. Fra i carnivori vi erano l’orso bruno, il leone e il lupo. La Val padana, in questo periodo, fu l’area di rifugio per l’alce in Europa occidentale.              

I paleoambienti: foresta termofila

Dopo la fine dei periodi glaciali un po’ alla volta la foresta mista a caducifoglie occupò tutta la pianura. Questa ricca area forestale ospitava, fra gli ungulati, cinghiale, cervo, capriolo e una fauna di uccelli e piccoli mammiferi che ancor oggi si possono vedere nei boschi planiziali.


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