Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DELLA TUSCIA
Oggi ogni luogo può essere luogo dellarte contemporanea, il museo o qualunque altro posto antico o moderno che sia. Negli ultimi decenni la pratica di uscire fuori dal museo si è diffusa coinvolgendo la città, con le sue piazze, strade, edifici, e il territorio, con i suoi parchi e giardini. Limmaginario contemporaneo vuole misurarsi con quei luoghi, gli artisti vogliono integrare le proprie operazioni nella realtà quotidiana e coinvolgere lo spettatore che diventa parte attiva dellopera. Linterazione tra arte e natura trova nel territorio della Tuscia un luogo delezione.
La presenza di famose ville storiche (da Bagnaia a Caprarola) e del Sacro Bosco di Bomarzo sono stati determinanti per linsediamento di diversi artisti contemporanei internazionali che hanno scelto di realizzare qui dei parchi/giardini ibridando la creatività artistica con lambiente naturale che conserva sempre un ruolo determinante. Alcuni di questi giardini dartista (come La Serpara di Paul Wiedmer a Civitella dAgliano) sono stati rivelati dalla Rete dellarte contemporanea della Tuscia formata da una collezione di opere, in continua implementazione, collocate nelle varie sedi dellAteneo.
Il percorso Arte e natura allOrto Botanico di Viterbo permette di seguire le tappe della creazione di un paesaggio naturale, ma progettato dalluomo, e al tempo stesso la sua ri-costruzione attraverso la presenza di alcune opere della Rete dellarte contemporanea della Tuscia che, nate per stare allaperto, intrecciano eccentriche relazioni fisiche e psichiche con lo spazio ambientale.
L'Orto Botanico, inaugurato nel 1991, sorge in prossimità di una sorgente di acqua calda sulfurea in località Bullicame. Larea, citata da Dante nellInferno, è ricca di resti archeologici etruschi e romani ed ha ospitato nellantichità importanti terme. Dal medioevo alla fine dellOttocento ha rivestito una grande importanza per l'economia di Viterbo perché destinata alla macerazione di canapa e lino negli invasi collegati alla sorgente di acqua calda sulfurea. Questo luogo, per la sua natura calcarea, non avrebbe mai fatto pensare a un sito ideale per un orto botanico, costruito qui grazie alla tenacia del prof. Angelo Rambelli. Un profondo lavoro di sistemazione ha permesso di creare uno spazio in cui sono osservabili ecosistemi assai diversi, come il Deserto, con la ricca collezione di piante succulente o piante grasse.
Le opere del percorso Arte e natura nellOrto Botanico di Viterbo, progettate per un sito specifico, per interagire quindi con lambiente valorizzando il territorio, sono state commissionate dallUniversità in occasione della mostra Terra come Arte (2009) ad artisti che hanno saputo interpretare il genius loci.
Il percorso ha inizio con lopera di Francesco Narduzzi che ha inciso su una pietra al bordo di uno specchio dacqua uniscrizione fatta di simboli-alfabeto che richiamano il mondo della Natura e la Madre Terra (Orto-I).
Francesco Narduzzi, Orto I, 2009
Mentre tra la folta vegetazione Patrick Alò ha collocato un moderno Chirone , il centauro precursore della scienza erboristica, riciclando ferro industriale.
Patrick Alò, Chirone, 2009
Su una pietra che segna il confine dellOrto, Stefano di Maulo ha inciso una grande formica ( Formica 2070 ), simbolo di una vita comunitaria coesa e laboriosa.
Stefano Di Maulo, Formica 2070, 2009
Il percorso si conclude con lopera di Attilio Pierelli che ha voluto installare in una radura erbosa una sua scultura in acciaio inox lucidato, nata per stare allaperto ( Londa , 1966). Costituita da lamine specchianti piegate a formare superfici ondulate, da cui si genera un campo di riflessi deformanti in continua mutazione, la scultura coinvolge lambiente e lo spettatore restituendoli ad uno spazio dellimmagine irreale, estetico.
Attilio Pierelli, Londa, 1966