Definizione: modello ostetrico
Tipologia: Anomalie della placenta. Prima fase del secondamento manuale
Denominazione: Terracotta ostetrica di Giovan Battista Manfredini
Anatomia /
ginecologia
Parole chiave: Ostetricia
Fascia cronologica di riferimento: sec. XVIII
Frazione cronologica: seconda metà
Da: 1773
A: 1776
Autore/Nome scelto: Manfredini Giovan Battista
Descrizione analitica: Modello anatomico in creta policroma. La scultura fu modellata in creta ad impasto omogeneo ed essiccata fino al raggiungimento di uno stadio "durezza cuoio", fu poi posta in un forno a struttura verticale e a fine cottura furono terminate le integrazioni plastiche; il Manfredini applicò poi sulla superficie uno strato di stucco al fine di creare una base uniforme su cui stendere il rivestimento pittorico sopracitato.
Funzione: Studio dell'anatomia femminile e dell'ostetricia. Studi Medici
Modalità d'uso: Verso la metà del '700 per arginare il fenomeno della mortalità infantile e materna, si diffuse l'uso di tali modelli in materiale durevole a supporto delle dimostrazioni anatomiche con l'istituzione di corsi tenuti da medici sia per la formazione di levatrici diplomate per eseguire i parti normali, che per la formazione di medici/chirurghi specializzati per eseguire i parti con complicazioni
Cronologia d'uso: Seconda metà del XVIII secolo
ITALIA / Emilia-Romagna / MO / Modena
Musei Anatomici Via Berengario 14
Indicazione generica: proprietà Ente pubblico non territoriale
Numero di inventario: 912. L'opera appartiene ad una serie di terrecotte settecentesche ritrovate nel luglio del 1963 all'interno dei vecchi locali di via Berengario, durante il trasferimento della Clinica Ostetrica e Ginecologica nei nuovi alloggi del Policlinico in via del Pozzo. In particolare si tratta di 38 modelli preparati in creta cotta che mostrano alcuni aspetti del parto patologico e dell'apparato genitale femminile in diverse situazioni. Il gruppo scultoreo che inizialmente constava di 52 preparati (come ricordato negli scritti del Fabbri, del Vaccà e dell'Ancarani), fu modellato fra il 1773 e il 1776 dal ceroplasta bolognese Giovan Battista Manfredini, su richiesta del medico ostetrico di Modena Francesco Febbrari e sotto visione dell'anantomico Carlo Mondini, il quale si preoccupò di custodire nella propria abitazione l'intera collezione, riconsegnata dopo la sua morte agli eredi del Febbrari. Nel 1815, su richiesta del Boccabadati, l'Università degli studi di Modena si fa carico di acquistare le opere e porle all'interno del Museo della Clinica Ostetrica, prima posto in un braccio del Grande Spedale e poi al pian terreno della Clinica costruita nel 1900 presso il Foro Boario, dove rimasero sicuramente fino al 1911, per poi essere trasferite in un deposito della Clinica stessa fino al ritrovamento nel 1963.