Definizione: cera anatomica
Tipologia: Apparato urogenitale femminile
/
Parole chiave:
Fascia cronologica di riferimento: sec. XIX
Frazione cronologica: inizio
Da: 1803
A: 1805
Autore/Nome scelto: Susini Clemente
Descrizione analitica: Tavola XXI. Apparato urogenitale femminile. Sono rappresentati, di contro alla parete addominale posteriore, i due reni coi loro vasi e con gli ureteri e, nella cavità pelvica, la vescica orinaria che, inclinata verso sinistra, presenta lungo il suo contorno il ligamento vescicoombelicale destro, resecato presso l’apice dell’organo. Dietro la vescica si trova l’utero dai cui angoli supero-laterali si vedono partire i due ligamenti rotondi, che si portano ai pubi, e le due trombe del Falloppio che, spostate in basso, pendono dalle loro mesosalpingi. In ciascuna tromba del Falloppio si riconoscono, a partire dall’utero, l’istmo (che nella tromba destra è aperto longitudinalmente), poi l’ampolla ed infine l’infundibolo con le sue fimbrie formanti una corolla (il morsus diaboli degli antichi anatomici), tra le quali si riconosce la fimbria ovarica saldata all’estremità tubarica della corrispondente ovaia. Al di sopra delle trombe del Falloppio si vedono infatti le due ovaie, di cui quella di destra è sezionata longitudinalmente e presenta all’interno alcuni follicoli oofori (qui schematizzati). Sono rilevabili infine le due arterie ovariche che scendono dall’aorta e le vene delle ovaie medesime che formano i due plessi pampiniformi, dai quali traggono poi origine le vene ovariche destinate rispettivamente, la destra, alla vena cava inferiore e, la sinistra, alla vena renale di sinistra. Nel preparato si vede anche il colon iliaco che è percorso dalla sua tenia anteriore e che mostra, lungo il contorno esterno, le appendici epiploiche e, al bordo interno, i suoi vasi di cui quelli arteriosi derivano dall’arteria mesenterica inferiore dell’aorta mentre quelli venosi convergono alla vena piccola meseraica, che qui è in alto resecata.
Funzione: studio dell'anatomia umana
Modalità d'uso: osservazione
ITALIA / Sardegna / CA / Cagliari
Cittadella dei musei Piazza Arsenale, 1
Indicazione generica: proprietà Ente pubblico non territoriale
Le 23 vetrine in legno di noce e vetro contengono in totale 78 cere fissate, rispettivamente, ad una tavola lignea. Le cere furono modellate dal 1803 al 1805 presso il museo di La Specola (Firenze) e le vetrine, contengono anche un cartellino con data e firma autografa di Clemente Susini (Firenze 1754-Firenze 1814). Le dissezioni, da cui le cere sono tratte, sono opera dell’Anatomista sardo Francesco Antonio Boi (Olzai 1767-Cagliari 1855). I modelli sono originali e la collezione rappresenta , fra quelle provenienti da La Specola, l’unica a portare la firma di Clemente Susini. Essa fu acquistata da Carlo Felice di Savoia Viceré di Sardegna e, giunta a Cagliari nel 1806, fu poi donata, nel 1857, all’Università di Cagliari e posta sotto la tutela del Professore di Anatomia. La numerazione attuale delle vetrine, in numeri romani e basata su criteri anatomici, è stata introdotta nel 1963 da Luigi Cattaneo (1925-1992), al tempo Direttore dell’Istituto Anatomico cagliaritano. Dal 1991, per iniziativa del Professor Alessandro Riva, le vetrine, contenenti le cere, sono collocate, in esposizione permanente, nella sala pentagonale della Cittadella dei Musei di piazza Arsenale.