Definizione: camera lucida
Denominazione: camera lucida di G.B Amici
ottica /
Parole chiave:
Fascia cronologica di riferimento: XIX sec.
Frazione cronologica:
Da: 1817
A: 1817
Autore/Nome scelto: Amici, Giovanni Battista
Descrizione analitica: un piccolo strumento ottico basato su un prisma tagliato in modo tale da permettere al disegnatore, quando lo strumento sia correttamente posizionato, di vedere sovraimposte nel prisma l’immagine dell’oggetto e la matita con cui ne traccia i contorni, e dunque il suo proprio disegno.
Funzione: riportare sul piano del disegno il soggetto da rappresentare
Modalità d'uso: Guardando nell’apposita fessura si vedevano simultaneamente il foglio da disegno e l’immagine dell’oggetto da disegnare che vi giungeva attraverso una doppia riflessione. Lo strumento, corredato di un filtro azzurro per graduare la luminosità, era montato su un’asta telescopica inclinabile, che un morsetto permetteva di fissare al bordo del tavolo da lavoro.
Notizie storico-critiche: Lo strumento ottico chiamato camera lucida (light room, chambre claire) fu inventato dal fisico inglese William Hyde Wollaston (1766-1828) nel 1806 e descritto l’anno successivo in un articolo pubblicato sul «Philosophical Magazine». L’idea era stata sollecitata dal tentativo dell’autore di disegnare con un certo grado di fedeltà dei paesaggi di qualche interesse. Sapendo egli poco di disegno, la sua attenzione si spostò sulla ricerca di un mezzo che potesse facilitare l’atto del trasportare con pre-cisione sulla carta le posizioni relative degli oggetti che si avevano di fronte. Come dimostra la successiva esperienza di William Henry Fox Talbot, siamo sulla strada che avrebbe condotto alla scoperta della fotografia. Ancora oggi chiamiamo camera la macchina fotografica.
ITALIA / Emilia-Romagna / MO / Modena
Palazzo Ducale Piazza Roma, 22
Indicazione generica: detenzione Ente pubblico non territoriale
Il Libro de’ conti del laboratorio di Amici registra, in cinquant’anni, la vendita di circa 270 di queste “macchinette”. A Napoli esse furono particolarmente apprezzate fin dal 1817 dal Direttore del Reale Officio Topografico, Colonnello Ferdinando Visconti, che le impiegava per far disegnare le mappe topografiche con una precisione che il disegno a mano libera non poteva raggiungere. REFERENTE TECNICO Alberto Meschiari