Definizione: scultura
Denominazione/dedicazione: busto di Paolo Ruffini
Identificazione: ritratto del docente
Secolo: sec. XX
Frazione di secolo: prima metà
Da: 1927
A: 1927
Nome scelto:
Denominazione: ambito modenese
Indicazioni sull'oggetto: Mezzobusto di Paolo Ruffini con volto rivolto frontalmente, capelli corti mossi e indossa giacca con alto bavero.
Indicazioni sul soggetto: Personaggi:Paolo Ruffini
Notizie storico critiche: Paolo Ruffini, nato a Valentano (Viterbo), di famiglia reggiana, il 23 settembre 1765, si laureò in medicina a Modena nel 1788, seguendo contemporaneamente anche i corsi matematici del Cassini. Trascorse a Modena quasi tutta la sua vita, e in quella università fu professore (di Istituzioni analitiche, Elementi di matematica, Matematica sublime e Matematica applicata alla scuola militare) dal 1797 alla morte con la sola interruzione di un anno (1798), allorché fu dimesso dalla cattedra per non aver voluto prestare il giuramento civico richiesto dalla Repubblica cisalpina. Con la Restaurazione, divenne Rettore dell'Università Ducale di Modena, ove insegnò clinica medica e matematica applicata. Dal 1816 fu presidente della Società dei Quaranta. La sua Teoria delle equazioni(1790) segnò l'inizio di quel rinnovamento che la teoria dei gruppi doveva portare nell'analisi algebrica (teoria di É. Galois, ecc.). In tale opera è anche contenuto il teorema di R.-Abel: "L'equazione algebrica generale di grado superiore a 4 non è risolubile per radicali, mentre lo è quella di grado non superiore a 4". Ciò significa che le soluzioni di una generica equazione di grado >4 non si possono calcolare a partire dai valori dei coefficienti mediante un numero finito di operazioni razionali ed estrazioni di radice con indice intero. Tenne il rettorato e le cattedre fino ala morte, sopravvenuta in Modena il 10 maggio 1822.
ITALIA / Emilia-Romagna / MO / Modena
Palazzo del Rettorato Via Università, 4
Indicazione generica: detenzione Ente pubblico non territoriale
il busto costituito da gesso (solfato di calcio biidrato) trattato superficialmente con argille colorate con ossidi di ferro atte a colorare la statua di giallo bruno. Non sono presenti leganti organici. L'intervento di restauro è consistito in una prima rimozione dello sporco superficiale con pulitura a secco utilizzando pennelli morbidi e mediante aspirazione delle polveri di deposito. Successivamente dove necessario, si è proceduto con l'applicazione di impacchi a base di fibra di cellulosa con sepiolite e con una blanda soluzione di ammonio carbonato previa interposizione di carta giapponese. Attraverso una serie di impacchi successivi è stato rimosso un incongruo strato di vernice superficiale che ha consentito di ridare evidenza al modellato originario. Come trattamento protettivo finale è stata applicata una cera microcristallina specifica che, dove necessario è stata lucidata con appositi tamponi.