Definizione: scultura
Denominazione/dedicazione: busto di Giambattista Venturi
Identificazione: Ritratto del docente Giambattista Venturi
Secolo: secc. XIX/ XX
Frazione di secolo: fine/ inizio
Da: sec. XIX
A: sec. XX
Nome scelto:
Denominazione: ambito modenese
Indicazioni sull'oggetto: Mezzobusto di Giambattista Venturi col volto rivolto di fronte, capelli non troppo corti e ondulati e indossa giacca con alto bavero.
Indicazioni sul soggetto: Personaggi: Giambattista Venturi
Notizie storico critiche: Giambattista Venturi, nato a Bibbiano (Reggio Emilia) il giorno 11 settembre 1746, studiò nel Seminario di Reggio, dove allora insegnavano Bonaventura Corti e Lazzaro Spallanzani. Nel 1769 successe a Corti nell’insegnamento della Matematica nello stesso Seminario, da dove passò all’Università di Modena nel 1774 alla cattedra di Istituzioni filosofiche e Matematica. Dal 1768 – 87 insegnò Fisica particolare e sperimentale fino a tutto il 1789 – 99; in quest’ultimo anno fu anche il Presidente della Facoltà filosofica. Dimesso per ragioni politiche alla venuta degli Austriaci, fu rieletto alle sue cattedre il 17 luglio 1800; tuttavia non insegnò perché trasferito all’Università di Pavia. Nel primo periodo di insegnamento modenese esplicò un’intensa attività matematica, pubblicando originali ed organiche ricerche geometriche nelle quali apportò un notevolissimo contributo alla misurazione di parabole ed archi. Giunse a chiarire e rettificare sia gli studi di Galileo Galilei (De motu corporum, 1781) che di Isaac Newton (Indagine fisica sui colori, 1791). In seguito gli incarichi pubblici (dal 1787 fu Ingegnere dello Stato, cioè direttore dei Lavori Pubblici), ne rallentarono l’attività speculativa per dirigerla ad opere di bonifica, specialmente idraulica.
ITALIA / Emilia-Romagna / MO / Modena
Palazzo del Rettorato Via Università, 4
Indicazione generica: detenzione Ente pubblico non territoriale
il busto è costituito da gesso (solfato di calcio biidrato) trattato superficialmente con argille colorate con ossidi di ferro atte a colorare la statua di giallo bruno. Non sono presenti leganti organici. L'intervento di restauro è consistito in una prima rimozione dello sporco superficiale con pulitura a secco utilizzando pennelli morbidi e mediante aspirazione delle polveri di deposito. Successivamente dove necessario, si è proceduto con l'applicazione di impacchi a base di fibra di cellulosa con sepiolite e con una blanda soluzione di ammonio carbonato previa interposizione di carta giapponese. Attraverso una serie di impacchi successivi è stato rimosso un incongruo strato di vernice superficiale che ha consentito di ridare evidenza al modellato originario. Come trattamento protettivo finale è stata applicata una cera microcristallina specifica che, dove necessario è stata lucidata con appositi tamponi. Il busto fa parte di un'opera più complessa che comprende sia nicchia che lapide, per questo essendo funzionali uno all'altro ma catalogabili separatamente sono stati legati attraverso la relazione ROZ tra di loro.