Definizione: scultura
Denominazione/dedicazione: busto di Giulio Vassale
Identificazione: ritratto del docente Giulio Vassale
Secolo: secc. XIX/ XX
Frazione di secolo: fine/ inizio
Da: sec. XIX
A: sec. XX
Nome scelto:
Denominazione: ambito modenese
Indicazioni sull'oggetto: Mezzobusto e basamento in stucco a gesso lavorato a imitazione della pietra (travertino, marmo).Mezzobusto di Giulio Vassale con volto rivolto alla sua sinistra, capelli corti, con barba e baffi e indossa giacca, camicia e cravatta.
Indicazioni sul soggetto: Personaggi:Giulio Vassale
Notizie storico critiche: Nato a Lerici (La Spezia) il 22 gennaio 1862, studiò a Torino, dove fu allievo di Bizzozzero, e poi a Modena, dove fu allievo di Griffino, laureandosi quindi a Torino nel 1887 con una tesi sulla rigenerazione della mucosa gastrica. Nel 1888 venne nominato “Medico settore istologo” presso il Frenocomio di Reggio Emilia e coprì quel posto per un decennio. Nel 1894 fu nominato insegnante supplente di Anatomia patologica a Modena. Nel 1895 l’insegnamento della Patologia Generale fu reso autonomo dall’Anatomia Patologica: la cattedra fu affidata a Vassale nel 1898 e la mantenne fino alla morte. Nel 1907 fu nominato socio corrispondente dei Lincei. Vassale si era interessato anche alla neurologia: per 20 anni (1890-1910) si è dedicato alla ricerca sperimentale sulle secrezioni interne, principalmente quelli della tiroide , paratiroide e ghiandole surrenali. Insieme a F. Generali segnalò la comparsa della tetania in soggetti sottoposti ad asportazione delle paratiroidi, dimostrando quindi l'importanza funzionale di queste ghiandole descritta nel testo Sugli effetti dell'estirpazione delle ghiandole paratiroidee del 1896. Nel 1905 Vassale ha dimostrato che l'adrenalina , la sostanza che attiva l'innalzamento della pressione sanguigna , è prodotta solo dalle cellule midollari delle ghiandole surrenali. Morì a Modena il 3 gennaio del 1913.
ITALIA / Emilia-Romagna / MO / Modena
Palazzo del Rettorato Via Università, 4
Indicazione generica: detenzione Ente pubblico non territoriale
il busto costituito da gesso (solfato di calcio biidrato) trattato superficialmente con argille colorate con ossidi di ferro atte a colorare la statua di giallo bruno. Non sono presenti leganti organici. L'intervento di restauro è consistito in una prima rimozione dello sporco superficiale con pulitura a secco utilizzando pennelli morbidi e mediante aspirazione delle polveri di deposito. Successivamente dove necessario, si è proceduto con l'applicazione di impacchi a base di fibra di cellulosa con sepiolite e con una blanda soluzione di ammonio carbonato previa interposizione di carta giapponese. Attraverso una serie di impacchi successivi è stato rimosso un incongruo strato di vernice superficiale che ha consentito di ridare evidenza al modellato originario. Come trattamento protettivo finale è stata applicata una cera microcristallina specifica che, dove necessario è stata lucidata con appositi tamponi.