Definizione: scultura
Denominazione/dedicazione: busto di Giambattista Amici
Secolo: secc. XIX/ XX
Frazione di secolo: fine/ inizio
Da: sec. XIX
A: sec. XX
Nome scelto:
Denominazione: ambito modenese
Indicazioni sull'oggetto: Mezzobusto di Giambattista Amici con volto frontale, capelli non folti, corti e ondulati.
Indicazioni sul soggetto: Personaggi: Giambattista Amici
Notizie storico critiche: A Giambattista Amici fu assegnato nell’Ateneo modenese l’insegnamento degli Elementi di Algebra e Geometria a partire dal 1811 prima come supplente, poi come professore; nel 1811–12 gli fu aggiunto anche il corso di Trigonometria. Dopo la restaurazione di Francesco IV arciduca d’Austria Este (1814) gli venne ancora affidata la cattedra di Algebra, Geometria e Trigonometria piana; nel 1825 però fu dispensato dall’insegnamento e nominato Professore referente al Ministero sui Progressi delle Scienze fisiche e matematiche, incarico che tenne fino al 1830–31. Nominato Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo provvisorio del 1831, al ritorno di Francesco IV preferì recarsi a Firenze, come astronomo al Museo di Fisica e Storia naturale, con il titolo anche di professore dell’Università di Pisa. Collocato in pensione nel 1859, mantenne l’incarico delle osservazioni microscopiche presso il Museo di Fisica e Storia naturale di Firenze. Fu matematico, astronomo, istologo, fisiologo, ottico e meccanico pratico valentissimo. Si dedicò alla fabbricazione di strumenti scientifici che gli diedero fama mondiale ma anche a studi di Istologia animale, scoprendo nelle fibre muscolari quella “stria” che porta tuttora il suo nome; nel settore della botanica fece importanti ricerche fitopatologiche, studiò i movimenti del plasma e la sua scoperta più importante fu il tubo pollinico, con cui chiarì il mistero della fecondazione vegetale.
ITALIA / Emilia-Romagna / MO / Modena
Palazzo del Rettorato Via Università, 4
Indicazione generica: detenzione Ente pubblico non territoriale
il busto costituito da gesso (solfato di calcio biidrato) trattato superficialmente con argille colorate con ossidi di ferro atte a colorare la statua di giallo bruno. Non sono presenti leganti organici. L'intervento di restauro è consistito in una prima rimozione dello sporco superficiale con pulitura a secco utilizzando pennelli morbidi e mediante aspirazione delle polveri di deposito. Successivamente dove necessario, si è proceduto con l'applicazione di impacchi a base di fibra di cellulosa con sepiolite e con una blanda soluzione di ammonio carbonato previa interposizione di carta giapponese. Attraverso una serie di impacchi successivi è stato rimosso un incongruo strato di vernice superficiale che ha consentito di ridare evidenza al modellato originario. Come trattamento protettivo finale è stata applicata una cera microcristallina specifica che, dove necessario è stata lucidata con appositi tamponi.