Definizione: bilancia di precisione
Tipologia: a bracci uguali
Denominazione: bilancia di precisione di Frate Agostino Arleri
metrologia /
meccanica
Parole chiave: bilancia
Fascia cronologica di riferimento: sec. XVIII
Frazione cronologica: ultimo quarto
Da: 1781
A: 1788
Autore/Nome scelto: Arleri Guglielmo
Descrizione analitica: bilancia di precisione a bracci uguali con giogo romboidale traforato in ferro con estremità a staffa aperta e vite in ottone per la regolazione del baricentro. Coltelli e cuscinetti in acciaio, il filcro è costituito da due coltelli che si appoggiano su due cuscinetti sorretti da una colonna in ottone a sezione quadrata a sua volta sostenuta da una colonna dorica in ottone avvitata alla base con due grosse viti dello stesso materiale. Indice in ferro a forma di ago riportato verso il basso sul quale si può avvitare un contrappeso di forma sferica in ottone che aumenta la sensibilità dello strumento spostandone il baricentro. L'indice è visibile attraverso la colonna a sezione quadrata che ha sui quattro lati delle feritoie verticali che aiutano a rilevare la posizione di equilibrio dell'indice. Piatti in ottone di forma circolare leggermente concava sostenuti da tre catene a segmenti rigidi ed anelli in ottone riuniti in un'ancora a tre bracci in ferro che si sospende alla staffa mediante anello ad occhiello in ferro. Sistema di arresto dei piatti costituito da due sottopiatti circolari in ottone e legno avvitati ad una molla in ferro che può essere abbassata mediante una leva posta sotto alla base realizzata in legno di noce con quattro piedini avvitabili in legno tornito di cui uno non originale.
Funzione: la bilancia a bracci uguali permette di confrontare direttamente la massa dell'oggetto da misurare con quella nota di certi pesi-campione, equilibrando le forze-peso corrispondenti. Nello specifico questa bilancia comparò le libbre delle diverse parti della Repubblica Cisalpina con i campioni della libbra piccola di Milano ed il grammo di Parigi, effettuando pesate di due libbre con la tolleranza di solo 1/4 di grano.
Modalità d'uso: la massa incognita dell'oggetto viene confrontata con la massa nota di unità di misura facendo in modo che la forza di gravità che l'oggetto applica a un braccio della bilancia sia uguale alla forza che applicano i campioni di massa dall'altro braccio. Il confronto fra le masse è quindi basato su un equilibrio di forze, supponendo che le accelerazioni siano eguali (in questo caso l'accelerazione di gravità è la stessa per i bue bracci della bilancia).
Cronologia d'uso: sec. XVII-XIX
Notizie storico-critiche: Il fisico Giovanni Battista Venturi nella lettera 17 nevoso anno VI(6 gennaio 1798)scritta da Milano e indirizzata all'amica Marianna Cassiani, chiede che gli sia inviata la bilancia portatile, smontabile e richiudibile in una cassetta, che gli aveva costruito il macchinista del Teatro Fisico di Modena frate Agostino Arleri. La bilancia, che aveva il giogo romboidale traforato e la colonna in legno tornito e dorato, venne prontamente recapitata all'abate, che ebbe cura di riconsegnarla al Gabinetto di Fisica entro la fine del medesimo anno. Nel Rapporto della Commissione di Commercio al Gran Consiglio Venturi descrive molto accuratamente la bilancia di cui ha fatto uso e la descrizione coincide perfettamente con l'esemplare in questione. Venturi afferma che questo strumento, costruito secondo i principi di Magellan, ha sul giogo una vite, con la quale si può spostare il suo baricentro. Lo stesso abate inoltre aggiunge che questo accorgimento, nella pratica non sempre si rilvela soddisfacente, motivo per il quale dovette apportare delle modifiche ponendo sull'indice una piccola massa che correggesse la distanza tra il fulcro e la massa dell'asta che inevitabilmente, muovendo la vite posta sul giogo, si andava a modificare. La bilancia in questione prese spunto solo a grandi linee dalla bilancia da saggio presentata nel 1781 da Magellan in quanto la bilancia del celebre fisico portghese aveva la particolarità di avere i due coltelli del fulcro centrale costruiti da due viti in acciaio ben temperato poggianti su due cuscinetti in agata e l'indice posto all'estremità di uno dei bracci del giogo, in modo da renderlo sensibilmente più lungo e capace di apprezzare anche minimi spostamenti dalla posizione di equilibrio.
ITALIA / Emilia-Romagna / MO / Campogalliano
Viale Di Vittorio, 56
Indicazione generica: proprietà Ente pubblico non territoriale
Sulla base della bilancia vi è un'etichetta cartacea rettangolare con numero 564 riferibile al registro di inventario dell'Istituto di Fisica nel quale compare la dicitura "Bilance [sic] n. 2"; accanto il bollino circolare del numero di inventario manoscritto del Gabinetto di Fisica. Smontando la colonna in ottone che regge il giogo è visibile un intaglio di forma circolare relativo con ogni probabilità ad una precedente colonna, a sezione circolare, probabilmente in legno, che reggeva il giogo. Nell'antico inventario di Fisica compilato nel 1813 da G.B. Tomaselli, al numero 65 della classe III si ricorda l'esistenza anche di una "Cassetta di noce da riporvi tutta la macchina per trasportarla ben custodita".