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In viaggio nel Sulcis con Alberto Ferrero, conte della Marmora

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

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Alberto Ferrero, conte della Marmora, ci conduce in una visita di una porzione del territorio sardo, il Sulcis, situato a Sud-Ovest e a Ovest di Cagliari. L’esplorazione di questa zona avverrà seguendo gli interessi naturalistici, archeologici e antropologici dell’autore delle  famose opere Voyage en Sardaigne e Itinéraire de l’Ile de Sardaigne. Così egli descrive la finalità dei suoi scritti: «Possa l’opera mia presentar la Sardegna sotto il suo vero aspetto e richiamare per un istante l’attenzione degli uomini di Stato e dei dotti su questa contrada, che merita indubbiamente d’esser conosciuta da una gran parte dell’Europa meglio che non sia stata fino ad oggi.»

Alberto Ferrero, conte Della Marmora, nacque a Torino il 7 Aprile 1979. A 17 anni entrò a far parte della Scuola Imperiale Militare di Fontainebleu, dove apprese i primi elementi di geologia, di geodesia e di storia naturale. Dopo la caduta di Napoleone, nel 1814 entrò a far parte dell'esercito piemontese e divenne prima Commissario per la Sardegna, e in seguito Comandante generale. Le sue conoscenze e i suoi continui viaggi in Sardegna gli permisero di studiare l’isola da un punto di vista naturalistico, abbinando alle sue osservazioni alcuni spunti sul popolamento umano delle zone visitate.

 Cagliari

«Visto che, nonostante la lunga serie di vicissitudini politiche, questa città è la sola in tutta l’Isola che non abbia mai perso la sua vitalità; si può dunque chiamarla senza enfasi “la città eterna della Sardegna”, dato che la sua fondazione risale a tempi molto remoti e che tutto concorre ad assicurarle una grande longevità»

I fossili raccolti sono conservati e catalogati nella sezione Collezione La Marmora – Vertebrati del Museo di Geologia e Paleontologia D. Lovisato

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- Breccia ossifera costituita da terra rossa poco cementata con ossa appartenenti a micromammiferi 

 Pula

«Un viaggiatore che ami i monti boscosi potrà fareun'escursione da Pula al Monte Santo, di cui raggiungerà la cima in meno di tre ore di salita, su un terreno ora granitico, ora siluriano, quasi interamente ricoperto di boshi con alberi d'alto fusto, composti prevalentemente di robusti lecci e di querce.»

 Capo Spartivento

«Solo con molta fatica sono riuscito ad arrivare, carico dei miei strumenti geodetici, sul punto culminante nel quale ho installato la mia stazione, che mi ha dato 38° 51' 53" di latitudine e 6° 18' 54" di longitudine est dall'osservatorio di Parigi. È di latitudine più meridionale dell'isola di Sardegna propriamente detta.»

 Sant'Antioco

«...l'isola di Sant'Antioco occupa uno spazio importante soprattutto per l'interesse delle sue rocce magmatiche che non bisogna confondere, come è stato fatto, con rocce vulcaniche nel vero senso della parola. Mi limiterò a segnalare le rocce più curiose della ragione, le perliti del luogo detto "Grotta dei Colombi"»

« Tutte le case di Sant'Antioco sono state costruite con i residui delle antiche abitazioni, presi sul posto e riutilizzati senza criterio unitario nei muri attuali; sono pietre porfiretiche, tagliate bene, di tutte le forme, resti di colonnne e di iscrizioni in marmo, pezzi di statue, ecc.»

 Carloforte

«A sud dell'isola di San Pietro c'è un luogo detto "punta delle Colonne", dove la roccia trachitica assume forme singolari; ne ho dato nella terza parte del Viaggio in Sardegna una veduta che riproduco.»

 

 

 

 Gonnesa

«Al geologo che visiterà i luoghi segnalerò un deposito abbastanza singolare di arenaria quaternaria presso la fontana Morimentu, che si trova tra il nuraghe e il paese di Gonnesa.»

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- Calcare a miliolidi (n°111/G.8)
- Arenaria quaternaria stratificata (n°140/k.13)

 Domusnovas

 

 Siliqua

«La grande strada che collega Domusnovas a Cagliari passa per il popoloso villaggio di Siliqua, così denominato probabilmente dall'abbondanza di carrubi (Ceratonia siliqua L.

 Fluminimaggiore

«Come si vede, la moneta rappresenta un tempio con quattro colonne sul davanti, che assomiglia proprio a quello delle rovine di Antas. Osservando la moneta da questo lato, vi si leggono le lettere seguenti, partendo da sinistra verso destra: Q.A.M.PC.II.V Potrebbero interpretarsi come Quintus Antonius Metallae Piae Coloniae Duumvir»

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- Calcari a Orthoceras
- Calcari a Graptoliti

«Da Antas a Fluminimaggiore il terreno è quasi tutto in discesa e si arriva al paese da un pendio piuttosto ripido. Il geologo che farà questo cammino dimenticherà presto la scomodità della discesa quando, giunto nel paese, con un fortunato colpo di martello gli riuscirà di estrarre diversi fossili siluriani dagli scisti argillosi sui quali sono fabbricate le abitazioni.»

 


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