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Gli uccelli della Sardegna, a partire dalle collezioni ottocentesche

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

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La preziosa biodiversità dei molteplici ambienti naturali sardi è rappresentata dalla ricchissima collezione ornitologica conservata, e in buona parte esposta, presso il Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia dell’Università di Cagliari. Questa importante collezione, nella sua parte più antica, può essere fatta risalire alla collezione del “Gabinetto di Storia Naturale” che il viceré di Sardegna Carlo Felice donò alla Regia Università di Cagliari nel 1806. La collezione si inquadra in un periodo compreso per lo più fra la seconda metà del XIX e i primi decenni del XX secolo, pur con qualche più recente ingresso risalente agli anni ‘1970.

 Il territorio della Sardegna

La Sardegna, con una estensione di quasi 25.000 kmq, è la seconda isola del Mediterraneo e ne occupa la parte centrale del settore occidentale. La struttura fisica del suo territorio, risultato di lunghissimi e complessi processi geologici e climatici, si presenta particolarmente articolata e ricca sotto il  profilo ambientale e paesaggistico, tanto da renderla paragonabile a un “continente” in miniatura. Vi si trovano infatti ambienti diversissimi fra loro per grado di naturalità e funzionalità ecologica, quali boschi, praterie e zone rocciose. I diversi sistemi montani ci caratterizzano per un fitto e complesso reticolo idrografico che interagisce col sistema costiero costituendo numerose zone umide fra cui alcune di particolare complessità e importanza. A tutto ciò si aggiunge una fascia costiera estremamente complessa e variegata, oltre che un notevole numero di isole satelliti, alcune a loro volta di notevole estensione e complessità (San Pietro, Asinara, Maddalena, Tavolara, ecc) altre poco più che scogli, ma sempre con peculiarità floro faunistiche di rilievo, fino agli ambienti marini sommersi che pure conservano intorno all’isola ampi spazi di elevata naturalità e straordinaria diversità.

Questa grande complessità e varietà ambientale si traduce in un popolamento floro-faunistico estremamente vario e peculiare che ha fatto sì che la Sardegna da sempre costituisca una meta di grande interesse per naturalisti  non solo italiani ma anche del mondo anglosassone e mitteleuropeo.

 Origini della fauna sarda

Pernice Sarda (Alectoris barbara) foto di Stavenn - Own work, CC BY-SA 3.0.

L’attuale composizione della fauna sarda è il risultato delle vicende geologiche, climatiche ed evolutive che si sono susseguite in milioni di anni, ma anche di introduzioni di diverse specie ad opera dell’uomo, nei tempi preistorici (quali il Cervo Cervus elaphus corsicanus ed il Muflone Ovis musimon), in tempi storici (Coniglio selvatico Oryctolagus cuniculus, Pernice sarda Alectoris barbara, verosimilmente introdotta dai Fenici o dai Romani; molte specie di pesci d’acqua dolci) e anche più recentemente (alcune specie di anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, nonché numerosi invertebrati).

Prendendo in esame i soli Vertebrati, dal 1900 sino ad oggi si ha notizia che si siano riprodotte nell’isola circa 240 fra specie e sottospecie di vertebrati; fra queste,  9 specie di anfibi, 20 di rettili (a cui di aggiungono le 2 sottospecie della Lucertola tirrenica  Podarcis tiliguerta  endemiche rispettivamente dell’Isola del Toro [P. t. toro] e dell’isola di Molarotto [P. t. ranzii]), 41 specie di mammiferi (di cui 22 Chiroptera) e ben 167 specie di uccelli (tra cui alcune ormai estinte nell’isola, quali Gobbo rugginoso  Oxyura leucocephala , Aquila di mare  Haliaeetus albicilla , Gipeto  Gypaetus barbatus , Avvoltoio monaco  Aegypius monachus  e Falco pescatore  Pandion haliaetus ).

 L'avifauna della Sardegna

L’importanza dell’avifauna sarda è messa in evidenza anche dal fatto che l’isola ospita consistenti popolazioni nidificanti di specie rare e localizzate: circa 20.000 coppie di Fenicottero Phoenicopterus roseus nel 2015 (il 90% della popolazione italiana) nel Parco di Molentargius; circa 2.000 coppie nidificanti di Gabbiano roseo Chroicocephalus genei nello stesso Parco; oltre 600 Polli sultani (circa il 10% della popolazione mondiale della forma nominale di questa specie Porphyrio porphyrio porphyrio). Le coste e le piccole isole ospitano tra le più importanti popolazioni di uccelli marini in tutto il Mediterraneo, quali Marangone dal ciuffo mediterraneo Phalacrocorax aristotelis desmarestii, Berta minore Puffinus yelkouan, Berta maggiore Colonectris diomedea, Uccello delle tempeste Hydrobates pelagicus e Gabbiano corso Larus audouinii. Nella Sardegna nord-occidentale sopravvive l’unica popolazione parzialmente autoctona del Grifone Gyps fulvus ancora nidificante in Italia.

 LE AREE INTERNE


Pianura della media valle del Tirso – lungo la valle del Tirso, alle pendici della Catena del Marghine, si estende per oltre 20.000 ettari un vasto e complesso sistema planiziale compreso all’incirca fra i territori di Ottana e Bolotana e quelli di Birori e Borore. Si tratta dell’area planiziale che, insieme al Campo di Ozieri, può essere considerata la più importante della Sardegna sotto il profilo avifaunistico. La specie ornitica più rilevante è certamente la Gallina prataiola (Tetrax tetrax), che vi è presente con circa un terzo dell’intero contingente sardo (e nazionale). Presenti anche diverse altre specie assai rare a livello regionale, come il Grillaio (Falco naumanni), il Cuculo dal ciuffo (Clamator glandarius,) e la Ghiandaia marina (Coracias garrulus) o altre, anch’esse di interesse conservazionistico, come l’Occhione (Burhinus oedicnemus) o la Calandra (Melanocorypha calandra).


Campidano centrale – il Campidano è la più vasta pianura della Sardegna e, sebbene sia caratterizzata da un’intensa produzione agricola dovuta alla fertilità dei suoli di origine alluvionale, conserva tuttora ampi spazi seminaturali fra cui quelli alla base del sistema montano dell’Iglesiente (nella foto) sono fra i più suggestivi, oltre che più interessanti sotto il profilo avifaunistico. I pascoli alberati e i seminativo ospitano specie di interesse conservazionistico come l’Occhione (Burhinus oedicnemus) e la Calandrella (Calandrella brachydactyla), nonché nuclei residuali (i più meridionali nell’isola) di Gallina prataiola. 


Massiccio del Gennargentu – è il più imponente ed elevato sistema montuoso della Sardegna e si caratterizza, oltre che le massime quote dell’Isola (poco più di 1800 s.l.m.), anche per una grande complessità geologica e paesaggistica, cui corrisponde un’avifauna particolarmente ricca e interessante. Numerose le specie tipiche di ambienti boschivi e delle praterie e garighe montane. Fra queste ultime alcune rivestono forte interesse conservazionistico e/o zoogeografico, come il Calandro (Anthus campestris), la Magnanina sarda (Sylvia sarda) e il Venturone corso (Carduelis corsicana). Numerosi anche  i rapaci, che un tempo includevano tutte le tre specie di avvoltoi europei (Avvoltoio monaco, Gipeto e Grifone) e l’Aquila di Bonelli, ormai estinti, ma che comprendono tuttora diverse specie, fra cui le più rilevanti sono certamente l’Aquila reale (Aquila chrysaetos) e l'Astore sardo (Accipiter gentilis arrigonii).

Inoltre un’enorme importanza rivestono gli ecosistemi ad agricoltura estensiva che ospitano specie di grande interesse conservazionistico, come la Gallina prataiola Tetrax tetrax (la popolazione sarda è l’unica popolazione vitale in Italia), l’Occhione Burhinus oedicnemus, la Ghiandaia marina Coracias garrulus, la Calandra Melanocorypha calandra, la Calandrella Calandrella brachydactyla ed altre minacciate d’estinzione a livello comunitario.

Alla scoperta della varietà degli ambienti sardi... Alcuni esempi:

LE AREE UMIDE COSTIERE


L’ambiente costiero rappresenta la linea di confine fra ambiente marino e terrestre ed esprime una grande varietà di ambienti di grande importanza per la biodiversità che li caratterizza. In questi ambiti l’avifauna è particolarmente ricca e legata soprattutto alle zone umide costiere e agli ambienti rocciosi costieri e microinsulari che in Sardegna risultano particolarmente abbondanti e variegati.

Infatti, la Sardegna è ricchissima di zone umide costiere assai varie per estensione e tipologia che, nel loro insieme, rivestono una risorsa fondamentale per migliaia di uccelli acquatici che nel corso dell’anno le utilizzano come aree di sosta, svernamento e/o nidificazione. Le zone umide si maggiore estensione sono per lo più concentrate nel settore occidentale e meridionale (zone umide dell’Oristanese, del Sulcis e del Cagliaritano), mentre numerose aree di minore estensione sono distribuite soprattutto lungo la costa orientale.


Molentargius (Cagliari) - Contornato dagli agglomerati urbani di Cagliari, Quartu Sant’Elena, Selargius e Quartucciu, lo stagno di Molentargius è una delle aree umide più importanti della Sardegna, classificato come zona umida di importanza internazionale come habitat per gli uccelli acquatici ai sensi della Convenzione di Ramsar e tutelato da un Parco naturale regionale. L'avifauna rappresenta l'elemento naturalistico di maggior rilievo; la sua ricchezza riflette da una parte una posizione geografica particolarmente favorevole (al centro del Mediterraneo e quindi delle rotte di molti migratori che si spostano annualmente fra Europa e Africa e viceversa) e dall’altra una notevole varietà di ambienti ad acque dolci e salate che fanno di quest’area umida, insieme al vicino Stagno di Cagliari, uno dei comprensori umidi più interessanti a livello nazionale ed europeo. Luogo di nidificazione, sosta e svernamento ideale per molte specie di uccelli fra le quali alcune particolarmente rappresentative per l’importanza dei contingenti che sostano o vi nidificano: tra queste il Fenicottero (Phoenicopterus roseus), il Pollo sultano (Porphyrio p. porphyrio) e il Gabbiano roseo (Chroicocephalus genei), mentre fra gli svernanti si possono annoverare numerose specie di anatidi e limicoli.


Zone umide presso Capo Comino – lungo la costa nord-orientale della Sardegna, nei territori di Siniscola e Orosei, si trovano alcune piccole zone umide (s’Ena ‘e Sa Chitta, Stagni di Berchida, Bidderosa e Sa Curcurica) che si distinguono per un elevato stato di naturalità e pregio paesaggistico, oltre che interessanti sotto il profilo ornitologico. Vi si possono osservare diverse specie di limicoli (Fratino Charadrius alexandrinus, Corriere piccolo Charadrius dubius, Cavaliere d’Italia Himantopus himantopus), ardeidi (Garzetta Egretta garzetta, Airone guardabuoi Bubulcus ibis e Airone rosso Ardea purpurea), anatidi (Germano reale Anas platyrhynchos) e rallidi (Pollo sultano Porphyrio porphyrio, Gallinella d’acqua Gallinula chloropus e Folaga Fulica atra).

  LE ISOLE ROCCIOSE


Coste rocciose e ambienti microinsulari – per la sua posizione al centro del Mediterraneo occidentale la Sardegna ospita un popolamento di uccelli marini di primaria importanza. Il suo complesso sviluppo di coste rocciose, e soprattutto le numerose isole satelliti (nelle foto - da sx a dx - le coste dell’Isola di San Pietro e l’Isola della Vacca, entrambe situate a sud-ovest della costa sarda), forniscono habitat di nidificazione per procellariformi, falacrocoracidi, laridi. Le specie più importanti sotto il profilo conservazionistico sono l’Uccello delle tempeste (Hydrobates pelagicus), la Berta maggiore Calonectris diomedea), la Berta minore (Puffinus yelkouan), il Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis) e il Gabbiano corso (Larus audouinii). Importante anche la presenza di due specie di rapaci: il Falco pellegrino (Falco peregrinus) e soprattutto il Falco della Regina (Falco eleonorae), specie migratrice che sverna in Madagascar e nidifica in poche colonie della Sardegna sud-occidentale e del Golfo di Orosei.

   


Asinara (Sardegna Nord-occidentale) – Dal 1997 Parco Nazionale, l’isola dell’Asinara (quasi 52 kmq) ha una conformazione allungata (quasi 100 km di perimetro) e sinuosa, con prevalenza di tratti di roccia affiorante a morfologia aspra che non consente in genere lo sviluppo di vegetazione a macchia alta, sebbene anche la gestione che l'amministrazione carceraria ha fatto dell'isola ha contribuito all'evoluzione del paesaggio vegetale attuale. L’Isola vanta un ruolo molto importante come luogo di nidificazione per diverse specie di interesse conservazionistico, tra cui Falco pellegrino (Falco peregrinus), Pernice sarda (Alectoris barbara), Occhione (Burhinus oedicnemus), Gabbiano corso (Larus audouinii), Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax aristotelis desmarestii) e come punto sosta durante il periodo delle migrazioni per numerose specie trans-sahariane.


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