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Racconti di Pietra: un itinerario nel cuore di Modena

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI MODENA E R. EMILIA

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Esiste una relazione funzionale che lega le scienze della terra al patrimonio di un determinato luogo attraverso l’ambiente naturale e culturale in cui quel luogo si è sviluppato ed è andato trasformandosi nello spazio e nel tempo. Gli stessi musei dedicati alle scienze della terra, come anche il Museo Universitario Gemma 1786 (Bertacchini, 2007), sono spesso un prodotto della cultura e del pensiero scientifico della comunità che li ha creati ed una testimonianza tangibile della “geo” - storia del territorio in cui sono inseriti.

Dal patrimonio urbano alle collezioni museali, un itinerario nel centro storico di Modena

Il Duomo e la Ghirlandina, simboli di Modena, sono tutelati dall’Unesco come patrimonio dell’umanità insieme alla piazza sulla quale si affacciano, Piazza Grande. I recenti lavori di restauro della torre e della cattedrale hanno permesso di identificare tra le migliaia di conci di materiale lapideo che rivestono i due monumenti le 17 varietà di rocce, provenienti dal Veneto, dal Friuli Venezia Giulia, dall’Istria e dalla Turchia, e derivate per buona parte dalla spoliazione di edifici e di monumenti romani che in epoca medievale costituivano l’unica fonte disponibile di materiale lapideo (Lugli, 2010).

Il chiarore del rivestimento lapideo dominato dai toni del bianco, del giallo e del rosato delle rocce di natura sedimentaria impiegate, è a tratti interrotto dalle cromie grigio-giallastre delle rocce trachitiche di origine vulcanica che a Modena furono ampiamente utilizzate dai Romani.

I campioni del museo


La Trachite euganea è una roccia ignea effusiva a struttura porfirica di colore da grigio a giallastro di età oligocenica (32 milioni di anni fa). La trachite fu importata a Modena in grandi quantità dai Romani., Nonostante sia una roccia molto resistente, quando usata come materiale da rivestimento è spesso soggetta ad intensi fenomeni di esfoliazione.

Campione di Trachite con Tridimite proveniente dai Colli Euganei (Zovon, Padova). Collezioni storiche Museo Universitario Gemma 1786.


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Il Rosso Ammonitico è un calcare o calcare marnoso compatto, a grana fine, dal colore rosso, rosato o biancastro (ma sono frequenti anche toni violacei e verdi) a causa dell'ossidazione del ferro. La struttura è generalmente nodulare e conferisce alla roccia una diversa resistenza all’azione dell’acqua e del gelo. Sono generalmente presenti fossili di ammoniti (cefalopodi), belemniti, bivalvi, articoli di crinoidi. Questa litofacies è diffusa in Italia nelle Alpi meridionali, nell'Appennino umbro-marchigiano e nell'Appennino meridionale fino alla Sicilia, è di ambiente pelagico (profondità probabilmente superiore ai 200 metri) e di età compresa tra il Triassico medio ed il Giurassico superiore. A partire dall’età medievale il Rosso Ammonitico è divenuta la pietra ornamentale più comune a Modena.

Tozzetto di Rosso Ammonitico della litoteca raccolta dai Duchi d’Este. Collezione storica Pietre lavorate Museo Universitario Gemma 1786.


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La Ghirlandina o Torre Campanaria è tra i più noti simboli di Modena, monumento del XII secolo alto 89,37 metri (foto di M. Malacarne )

La piazza ospita anche i simboli della memoria storica della città, tra cui la Preda ringadora che è senza dubbio un elemento molto particolare che caratterizza Piazza Grande.

Si tratta di un grande masso di Rosso Ammonitico veronese di forma prismatica (lunghezza 300 cm, larghezza 175 cm, spessore 57 cm), arrivato a Modena probabilmente in epoca medioevale attraverso le vie d’acqua navigabili, è oggi collocato in prossimità del porticato del Palazzo Comunale. Il nome di questo monolite, che nel parlare comune vorrebbe dire “pietra che arringa”, ebbe nel tempo la funzione di palco per arringare la folla, di pietra del disonore, di vetrina per il riconoscimento di corpi.

La Pietra Ringadora (foto di Dread83 - Opera propria, GFDL )

Panorama di Piazza Grande, Modena (foto di Davidtsousa - Opera propria, CC BY-SA 3.0 )

Campione della Formazione delle Argille Azzurre (torrente Tiepido, Maranello, Modena), di età plio-pleistocenica (5,3-1 milione di anni fa) dalla caratteristica colorazione grigio-azzurrata e dalla massiccia presenza di fossili, in prevalenza gusci di molluschi, coralli, foraminiferi. Collezione didattica Museo Universitario Gemma 1786


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Campione di malachite proveniente dagli Urali (Russia). Collezioni storiche Museo Universitario Gemma 1786.


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Il panorama cromatico delle città è spesso espressione della geologia dei territori di riferimento. La bicromia bianca e rossa data dal contrasto fra i materiali lapidei biancastri e il paramento murario in laterizio domina i palazzi che si affacciano su piazza Grande

Il mattone, cioè la “pietra cotta”, è il materiale da costruzione più usato in città da epoca medievale in poi, poiché in tutto il territorio modenese, di collina e di pianura, vi è un’ampia disponibilità di materia prima argillosa.

Il laterizio, cioè la “pietra cotta”, è il materiale da costruzione più usato in città poiché l’argilla, che ne è il principale costituente, è una risorsa ampiamente diffusa in tutto il territorio modenese, sia in collina che in pianura. L’argilla è formata in prevalenza da allumino-silicati e in minor misura da carbonato di calcio con modeste quantità di ossidi di ferro ed acqua. Per le sue proprietà, l'argilla è uno dei materiali più economici e largamente usati per la produzione di laterizi, piastrelle e ceramiche.

L'unico ambiente all'interno della Ghirlandina oggi ancora totalmente affrescato è la Sala della Secchia. Il suo nome deriva dal secchio in legno e ferro che i modenesi trafugarono da un pubblico pozzo situato in via San Felice, nel pieno centro di Bologna, durante la Battaglia di Zappolino (1325). La sala appare come un grande scrigno affrescato per intero e aperto su un cielo stellato; le pareti sono interamente rivestite da tessuti dipinti come era nell’uso trecentesco.

La Sala della Secchia rapita, all'interno della Ghirlandina
(foto offerta da TripAdvisor ).

I pigmenti usati per i toni gialli e rossi delle decorazioni sono a base di ocre, mentre il verde è rappresentato dalla terra verde, un pigmento impiegato sin dai tempi di Roma repubblicana e proveniente dal Monte Baldo (Verona). Nel soffitto è presente invece malachite, forse derivata dall’alterazione dell’azzurrite.

 

 


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