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Evangelista Gennaro Gorga

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI

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Biografia

Nato nell’antico borgo medioevale di Brocco (oggi Broccostella), il 6 febbraio del 1865 da una famiglia di nobili origini Evangelista Gennaro ebbe modo di coltivare la sua passione per la musica studiando fin da piccolo pianoforte e canto a Roma, dove i suoi genitori l’avevano mandato per frequentare le migliori scuole.

Divenuto pianista, il giovane Evan, (il diminutivo con il quale divenne famoso) iniziò a suonare nei circoli dell’aristocrazia e dell’alta borghesia romana facendosi apprezzare oltre che per le sue doti musicali anche per la simpatia, la bella presenza e i modi signorili.

L’interesse per gli strumenti musicali - soprattutto quelli vecchi e antichi che riparava con abilità e che costituirono il primo e più importante nucleo delle sue raccolte – dovette maturare non solo per l’innata passione per la musica ma anche dall’esperienza lavorativa che giovanissimo intraprese nel negozio di pianoforti che il fratello Domenico aveva aperto a Roma nella Via del Corso.

A fianco del fratello, Evan Gorga, divenne un abile artigiano capace sia nella costruzione sia nel restauro e nell’accordatura di pianoforti, organi e armonium tanto da ricevere l’incarico di accordare e riparare tutti i pianoforti della Regina e della Casa Reale. 

Ma la fama duratura gli arrivò dal canto lirico. Pur avendo studiato canto - aveva una voce tenorile - intraprese la carriera di tenore solo per caso. Sembra, infatti, che gli fosse capitato di dover sostituire, seppure con riluttanza, l’amico Francesco Tamagno, celebre interprete verdiano divenuto afono alla vigilia di una recita dell’Ernani di Giuseppe Verdi. Il suo successo fu tale da farlo presentare nell’ambiente degli addetti ai lavori come un “tenore fenomenale”. Il destino volle che il legame del nome di Evan Gorga con Cagliari iniziasse proprio con il suo debutto come “Primo Tenore Assoluto” nella “Stagione di Carnevale” che si tenne nel Teatro Civico dal 1 gennaio al 27 febbraio 1895, quando interpretò i personaggi di Guglielmo nella Mignon di Ambroise Thomas, di De Grieux nella Manon di Jules Massenet e de L’amico Fritz nell’opera omonima di Pietro Mascagni. Il successo fu tale che il 23 febbraio in occasione di una serata in suo onore il "numerosissimo pubblico" gli dedicò un sonetto scritto su "foglietti variopinti... omaggio di alcuni abbonati e quello dei compagni d'arte"  come apprendiamo dalla cronaca teatrale dell'Unione Sarda del 22 e del 24 febbraio.

Dopo averlo sentito durante un’audizione, l’editore Giulio Ricordi lo volle come interprete del personaggio di Rodolfo nella nuova opera di Giacomo Puccini che debuttò al Teatro Regio di Torino il 1 febbraio 1896 sotto la direzione di Arturo Toscanini, nonostante le iniziali riserve di Puccini che temeva non avrebbe resistito allo sforzo vocale richiestogli.

Ma, oltre al riconosciuto successo ottenuto dall’opera, anche Gorga ne ebbe uno suo personale avendo resi vani i timori del maestro che ricredutosi, il giorno seguente al debutto gli inviò uno spartito de

La Bohéme con dedica: Al bravo mio primo Rodolfo signor Evan Gorga.Ricordo di Giacomo Puccini.

Nel 1899, ad appena trentaquattro anni e ormai all’apice del successo, Gorga decise, forse su insistenza dei familiari e in particolare della gelosissima moglie, Loreta D’Abundo - che pare non apprezzasse le numerose lettere di donne innamorate che spasimavano per il bel marito - di abbandonare la scena per dedicarsi al collezionismo, l’altra sua grande passione, considerata all’epoca un’attività adatta a un nobile, più del calcare le scene.

In particolare, ciò che gli interessava era la ricerca di antichi strumenti musicali; ma la sua passione per il collezionismo lo portava ad acquistare tutto ciò che avesse un sentore di antico che antiquari o personaggi di dubbia o non dubbia onestà gli presentavano. Per Gorga fu quasi una malattia, ricco grazie ai suoi successi teatrali e alle proprietà della moglie, egli acquistava, scambiava e rivendeva. Raccolse una quantità tale di materiali da fargli affittare ben dieci appartamenti al numero civico 285 di Via Cola di Rienzo a Roma, per poterli sistemare in modo da renderli fruibili a un pubblico d’elite, distinguendoli personalmente in 30 sezioni, per un totale di circa 150.000 pezzi.

Come egli stesso scriverà, ebbe l’onore di far ammirare quello che definì il Museo Storico Musicale, “il più completo museo di strumenti musicali che possa esistere al mondo”(G. M. Viti), a personaggi illustri, quali principi, politici, intellettuali, direttori di musei e musicisti. Tra i suoi ospiti vi furono, solo per citarne alcuni, Arturo Toscanini, Pietro Mascagni, Ottorino Respighi, il Duca di Aosta, l’Infante di Spagna.

La quantità delle sue raccolte fu tale da far scrivere, nel 1926, a Giuseppe Maria Viti “quando, per la prima volta, mi ritrovai al cospetto delle mirabili collezioni Gorga, restai così colpito dalla lor vasta e complessa mole e fui così affascinato dal lor segreto e magico splendore, che, riguardando la persona fisica del tenace collezionista, mi parve perfino impossibile che una sola persona mortale avesse potuto compiere in uno spazio di tempo relativamente breve, un tale titanico sforzo, degno d’esser compiuto, in verità, da un lungo ordine di generazioni”.

La sezione archeologica delle Collezioni Gorga arrivò a comprendere circa 40.000 oggetti tra bronzi, ceramiche, vetri, stucchi, intonaci, marmi, coprendo un arco cronologico che va dalla preistoria al basso medioevo. Nel 1929 la sua situazione economica divenne insostenibile, l’affitto dei dieci appartamenti e il mai interrotto acquisto di nuovi esemplari per le sue collezioni lo costrinsero a chiedere allo Stato di porle sotto sequestro. In questo modo si impediva che parte delle raccolte fosse venduta per ordine del tribunale.

Nel 1949, Gorga dovette cedere tutte le sue collezioni al Ministero della Pubblica Istruzione che in cambio si impegnava “affinché il materiale più interessante”  fosse “ordinato ed esposto presso istituti governativi esistenti.

Evan Gorga si spense a Roma il 6 dicembre 1957 all’età di 93 anni per una broncopolmonite, senza poter avere la soddisfazione di sapere che di lì a poco, nel 1964, grazie alla volontà di Luisa Cervelli, proprio dalla sua raccolta musicale, sarebbe sorto nella capitale il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali.

 

Asse del tempo

 6 febbraio 1865 nasce a Brocco, odierna Broccostella in provincia di Frosinone.
 1 gennaio 1895 esordisce al teatro Comunale di Cagliari come "Primo Tenore Assoluto".
 1 febbraio 1896 prescelto da G. Puccini ottiene il ruolo di Rodolfo ne La bohème rappresentata nel teatro Regio di Torino.
 3 ottobre 1896 si esibisce con successo al Politeama genovese ne I Lombardi alla prima crociata.
 1899 Gorga si ritira dalle scene per dedicarsi completamente all'attività di collezionista.
 1911 fa esporre a Roma, nell'ambito dell'Esposizione internazionale, 280 pezzi della sua raccolta di strumenti musicali in Castel Sant'Angelo.
 1949 le Collezioni Gorga passano allo Stato Italiano.
 1 gennaio 1955 una parte della Collezione Archeologica di Evan Gorga arriva all'Università degli Studi di Cagliari.
 1990 la Collezione Archeologica dell'Università di Cagliari viene esposta in Mostra Permanente.
 2010 la Collezione Archeologica dell'Università di Cagliari viene sottoposta a restauro.
 6 dicembre 1957 muore a Roma, all'età di 93 anni, per una broncopolmonite.
 1964 dalla raccolta di strumenti musicali della Collezione Gorga nasce a Roma il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali.

 

Città attraversate

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Per approfondimenti

Capodiferro A. (Ed.) (2013). Museo Nazionale Romano. Evan Gorga la collezione di archeologia. Catalogo della Mostra Evan Gorga. Il Collezionista (Roma, Palazzo Altemps, dal 19 ottobre 2013 al 4 maggio 2014), Electa, Milano.

(2010). «Evan Gorga». In Franchi S., Sartori O. (Eds.). Dizionario Storico Biografico del Lazio. Personaggi e famiglie nel Lazio (esclusa Roma) dall’antichità al XX secolo.

Cionci A. (2004). Il tenore collezionista: vita, carriera lirica collezioni di Evan Gorga. Firenze, Comune di Broccostella, Nardini Editore.

Barbera M. (Ed.) (1999). La collezione Gorga. Museo nazionale romano. Milano, Electa.

Trevisan S. (1999). La dispersione della Collezione Gorga (pp. 19-24). In Barbera M. (Ed.). La collezione Gorga. Museo nazionale romano, Milano, Electa.

Ibba M. A. (1994). La ceramica in bucchero, etrusco-corinzia e il“Dot-Wreath Plates Group” della Collezione Gorga dell’Università di Cagliari (pp. 5-20). In Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia di Cagliari, n.s. XIII (L)- 1992/1994.

Ibba M. A. (1991). La ceramica a figure rosse e sovraddipinte della Collezione Gorga dell’Università di Cagliari (pp. 23-60). In Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Cagliari, n.s. XII (XLIX).

Pallottino L. (1967). Dalle rovine della Collezione Gorga al Museo nazionale degli strumenti musicali (pp. 263-272). In Palatino, 11., 4. serie, n. 3.

Cianfarani V. (1957). Rhython della Collezione Gorga (pp. 104-106). In Bollettino d'arte, 42., fasc. II aprile-giugno.

(1948). Collezioni Gorga: Raccolte archeologiche e artistiche, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca  dello Stato.

Viti G. M. (1926). Evan Gorga e le sue grandi collezioni. Roma, SPE.


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