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Luca Pacioli

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI PERUGIA

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Biografia

Nel 1477 venne chiamato a insegnare aritmetica a Perugia Luca Pacioli, un frate originario di Sansepolcro che avrebbe nei decenni successivi cambiato definitivamente la struttura e la qualità dell'insegnamento della matematica nella città umbra. Pacioli nacque a Sansepolcro tra l’ottobre del 1446 e l’ottobre del 1448. In quegli anni aveva bottega a Sansepolcro Piero della Francesca, che, assieme a Melozzo da Forlì, viene ricordato per i suoi studi e risultati attorno alla pittura prospettica. È sicuramente in quella bottega che il giovane Pacioli incontrò per la prima volta la teoria matematica della prospettiva, tema che ebbe modo di studiare e approfondire frequentando negli anni Leonardo, Leon Battista Alberti, Melozzo da Forlì e Marco Palmezzano, ma anche il Bramante, Francesco di Giorgio Martini, Giovanni Antonio Amadeo e forse Albrecht Dürer. Pacioli lasciò presto Sansepolcro per Venezia, dove ebbe l’opportunità di lavorare presso il mercante Antonio Rompiasi, occupandosi anche dell’educazione dei tre figli, oltre che di approfondire i sui studi in matematica con Domenico Bragadin nella celebre Scuola di Rialto. Ai figli di Rompiasi dedicò nel 1470 un trattato, andato perso, di algebra e aritmetica. Si trasferì successivamente a Roma, abitando per parecchi mesi nella casa di Leon Battista Alberti, che gli impartì non solo lezioni di matematica, ma anche una buona formazione religiosa. La passione religiosa divenne definitiva quando, nel 1475, Pacioli indossò il saio francescano dei frati minori conventuali, che si ritrova nel suo celebre ritratto conservato nella Pinacoteca del Museo Capodimonte di Napoli.

Dopo un non documentato soggiorno ad Urbino, il 14 ottobre 1477 il frate venne chiamato per la prima volta ad insegnare aritmetica all’Università di Perugia, dove rimase fino al 1480. È da ricordare che nel 1308 venne fondata l’Università di Perugia con una bolla concessa dal papa Clemente V, ma solamente nel 1389 vennero istituite le prime cattedre di geometria, aritmetica e algebra. Tra il 1481 e il 1485 insegnò nell’allora veneziana città di Zara, per tornare a Perugia dal 1486 all’aprile del 1488. Questa volta Pacioli rimase dodici anni lontano da Perugia. Tra il 1488 e il 1489 ottenne l’incarico “nel degno gimnasio de Napoli”, al quale seguì un breve periodo di insegnamento a Roma dove frequentò l’ambiente dei Della Rovere. Nel palazzo di Giuliano, futuro papa Giulio II, il frate francescano mostrò alcuni modelli dei poliedri regolari (tetraedro, ottaedro, cubo, icosaedro, dodecaedro) a Guidobaldo da Montefeltro. A quest’ultimo dedicò l’opera che conclamò la sua fama: la Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proporzionalità. Nel 1491 fino al 1493 rientra a Borgo Sansepolcro, dove rimase fino al 1493, per poi partire alla volta di Venezia passando per Padova.

La Summa, edita nel 1494, è una grandiosa compilazione di materiali appartenenti ad aritmetica, algebra e geometria euclidea, nonché alla registrazione a partita doppia, la cui utilità aveva potuto constatare negli anni di lavoro a Venezia. Le seicento pagine dell'opera ebbero un'influenza fondamentale nella diffusione delle conoscenze matematiche dell'epoca. L’opera contiene tra gli altri un trattato generale di algebra e aritmetica che gli valse l’invito di Ludovico il Moro a Milano, dove tra il 1496 e il 1499 Pacioli fu impegnato agli stipendi del duca, alle cui dipendenze lavorava da anni anche Leonardo da Vinci.

I due ebbero così modo di conoscersi e frequentarsi, nonché di collaborare. Infatti Pacioli impartì al genio toscano lezioni sulle frazioni, sulle proporzioni e sull’opera di Euclide, a seguito delle quali Leonardo realizzò 60 tavole illustrative sui poliedri in prospettiva che arricchiscono e rendono unico il De Divina Proportione. Risale al 1497 la stesura di quest’opera che nacque dall’interesse di Pacioli mostrato anche durante la traduzione latina degli Elementi di Euclide e dalla consultazione del manoscritto di Piero della Francesca De Perspectiva Pungendi. Diversi sono gli argomenti affrontati: le figure piane, con particolare attenzione rivolta alla proporzione divina, ovvero alla sezione aurea; i poliedri e i solidi platonici; approfondimenti sull’arte architettonica con riferimenti alle idee di Vetruvio e Leon Battista Alberti ed infine questioni legate alla prospettiva. Inoltre il trattato è ricco di riferimenti ai testi sacri e al Timeo platonico.

Seppur concepita negli anni milanesi, l'opera di tre volumi non venne messa in stampa fino al 1509.

Durante il suo soggiorno alla corte degli Sforza Frà Luca insegnò anche nello Studio di Pavia (1498).

In compagnia di Leonardo, Pacioli lasciò Milano per raggiungere Firenze passando per Mantova, dove incontrò Isabella d’Este, alla quale dedicò il trattato De ludo scachorum contenente più di cento problemi per il gioco degli scacchi.

Nel novembre del 1500 Pacioli venne nuovamente chiamato a Perugia, ma poi tornò a Firenze dove rimase fino al 1506 (dal 28 luglio 1505 risiedette nel convento francescano di S. Croce) insegnando allo Studio pisano (dal 1497 trasferito da Pisa alla città di Firenze).

Durante il soggiorno fiorentino insegnò anche allo Studio di Bologna (1501-02). Preceduto da un breve soggiorno a Roma, nel 1508 tornò a Venezia dove l’11 agosto nella chiesa di S. Bartolomeo tenne una lezione sul V libro degli Elementi di Euclide e il 19 dicembre dello stesso anno chiese al doge Leonardo Loredan il privilegio di stampa per le sue opere. Privilegio di cui non beneficiò il trattato De viribus quantitatis rimasto inedito, composto tra il 1496 e il 1508, contenente numerosi giochi matematici numerici, topologici, indovinelli e rebus.

Tornò nel 1510 a Perugia per l'ultima volta ed insegnò nuovamente a Roma nel 1514. Quando nel 1517 morì nella sua Sansepolcro, Pacioli aveva insegnato in una decina di città e pubblicato volumi che sarebbero rimasti a lungo di riferimento.

Seppur noto come personaggio burbero, il suo affetto per la città umbra traspare nella dedica del suo primo trattato di algebra e geometria del 1478: «Suis carissimis discipulis egregiis clarisque iuvenibus Perusinis!».

Girolamo Bigazzini, discepolo di Pacioli

Tra i discepoli perugini di Luca Pacioli è da ricordare Girolamo Bigazzini, che contrariamente al suo maestro condusse tutta la sua vita nella città di origine. Nacque nel 1480 nel castello di famiglia a Coccorano, Perugia. Dapprima, si dedicò allo studio di latino, greco, logica e filosofia, per poi concentrarsi sulla matematica e geometria. La sua competenza in lingue classiche gli permise di studiare in maniera autonoma e soprattutto in lingua originale i testi di Boezio, Euclide, Vitruvio e altri.

Ebbe modo di incontrare Luca Pacioli in una delle sue visite a Perugia quando iniziava a diffondersi la fama dell’opera Summa de arithmetica, geometria, proportioni et proporzionalità. Fu proprio grazie all’insistenza di Bigazzini che il Comune di Perugia assegnò a Pacioli l’incarico di esporre la sua opera (probabilmente nel 1500). Non è chiaro se Bigazzini ricoprì un ruolo nello Studio perugino ma importante fu il suo apporto culturale alla città.

Sozii, uno dei suoi allievi, riferisce che la sua permanenza nella città natale è dovuta ai vincoli familiari, senza i quali avrebbe raggiunto le città europee come Cracovia, Vienna, Norimberga, Tubinga, Parigi, sedi dei principali centri matematici e astrologici. Bigazzini si occupò anche di astrologia: lo testimoniano i rapporti epistolari che ebbe con Girolamo Cardano (medico, astrologo e matematico) e Luca Gaurico, autorità nel campo dell’astrologia. L’unica opera pubblicata e pervenuta è Prognosticon anno salutis 1523 et 1524 che parla della dibattuta congiunzione astrale dei pianeti nel segno dei Pesci nel febbraio 1524, che aveva suscitato il timore per un secondo diluvio universale.

Tra il 1540 e il 1543 venne chiamato dal papa Paolo III, che si trovava a Perugia per accertarsi del proseguimento dei lavori della Rocca (in seguito in suo nome chiamata Rocca Paolina), per ricevere lezioni di astronomia e astrologia. Girolamo Bigazzini morì il 30 marzo del 1564.


Asse del tempo

 Tra l’ottobre del 1446 e l’ottobre del 1448 nasce a Sansepolcro (allora Borgo Sansepolcro), presso Arezzo
 1459 dopo la morte del padre viene affidato alla famiglia di Folco di Giovanni di Canti Bofolci e dei figli Piergentile e Conte
 Metà degli anni Sessanta si trasferisce a Venezia entrando al servizio di Antonio Rompiasi, mercante alla Giudecca
 1470-1471 soggiorna a Roma ed entra in rapporto con Leon Battista Alberti
 1477-1480 viene chiamato allo Studio di Perugia
 1481 si trasferisce a Zara.
 1486 soggiorna a Perugia.
 Tra il 1488 e il 1489 ottiene un incarico «nel degno gimnasio de Napoli».
 1489 trascorre un secondo periodo di insegnamento a Roma.
 1491-1493 rientra a Borgo Sansepolcro.
 1494 ritorna a Venezia per curare l’edizione della Summa (dedicata a Guidubaldo da Montefeltro).
 1496-1499 soggiorna a Milano dove frequenta il colto e stimolante ambiente della corte di Ludovico Sforza.
 1498 insegna allo Studio di Pavia.
 1500 insegna di nuovo a Perugia.
 1501-02 insegna anche allo Studio di Bologna.
 1508 insegna a Roma.
 1509 viene stampata a Venezia l'opera De Divina proportione.
 1514-1515 insegna a Roma.
 Tra il 15 aprile e il 20 ottobre 1517 muore a Borgo Sansepolcro (o forse a Roma).


Città attraversate

Sansepolcro  Venezia  Roma  Perugia  Zara  Napoli  Padova  Urbino  Milano  Pavia  Firenze  Mantova  Bologna


Per approfondimenti

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BIOGRAFIA ATTIVITÀ DI RICERCA OPERE E SCOPERTE LUOGHI DI VISITA