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Domenico Lovisato - Luoghi di visita

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Museo di Geologia e Paleontologia “Domenico Lovisato ”

Storia

Il “Museo di Mineralogia Leonardo De Pruner” ed il “Museo Sardo di Geologia e Paleontologia ‘Domenico Lovisato’”, del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari, nascono un’originaria collezione appartenuta al Viceré di Sardegna Carlo Felice di Savoia (1765-1831), da lui collocata nel Palazzo Regio e messo a disposizione degli studiosi: all’epoca, la Direzione dell’esposizione era affidata al maggiore Leonardo De Pruner di Ausburg, ufficiale tedesco al servizio dello Stato sardo, appassionato cultore di entomologia e mineralogia.

Nel 1806 il materiale venne trasferito nel “Palazzo Belgrano”, in via Università (attuale sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Cagliari) e sistemato in diverse sale: diventa così una prima “vera esposizione museale”.

In questo periodo la Collezione originaria si arricchì di numerosi campioni, primi fra tutti, quelli della “Collezione La Marmora”: una raccolta di campioni geologici provenienti da tutta la Sardegna che l’illustre studioso Alberto Ferrero Conte De La Marmora aveva raccolto dal 1824 al 1853 e suddiviso in tre identiche collezioni. Le tre Collezioni furono, da lui, destinate al Museo di Torino, al Jardin des Plantes (Galleria di Mineralogia e Geologia) di Parigi e al Museo di Cagliari.

Il maggior ampliamento si ebbe nel 1858, anno in cui sotto la direzione del Professore Patrizio Gennari (1820-1897), Professore di Botanica, fondatore dell’Orto Botanico dell’Università, che operò la prima suddivisione delle collezioni: in primo luogo, separò il “Gabinetto Anatomico” (le “Cere Anatomiche di Clemente Susini”, attualmente esposte nella Cittadella dei Musei di Cagliari), la cui direzione fu affidata al Professore di Anatomia.

In seguito, nel 1859, il Museo di Storia Naturale fu separato da quello di Antichità: il Regio Decreto del 20 novembre 1859 indica, infatti, nell’organico dell’Università un Direttore per il Museo di Storia Naturale ed un Direttore per il Museo di Antichità, anche se la direzione dei due musei fu affidata ad un solo Direttore, il Professor Patrizio Gennari, che resse l’incarico fino al 1862.

Con Regio Decreto del 28 agosto 1864 il Museo di Storia Naturale viene suddiviso in “Regio Museo Zoologico” e “Regio Museo di Mineralogia e Geologia” il Decreto indica nell’organico dell’Università un Direttore per il Regio Museo Zoologico, Professor Meloni Baïlle ed un Direttore per il Regio Museo di Mineralogia e Geologia, Professor Gennari.

Ulteriore impulso si ebbe a partire dal 1884, anno in cui lo scienziato Domenico Lovisato vinse la Cattedra di Mineralogia dell’Università di Cagliari, facendo confluire al Museo i numerosi reperti sardi da lui raccolti.

Nel 1896, il Museo viene menzionato sul Bollettino della Società Geologica Italiana, a conferma della notorietà e rilevanza scientifica assunta dal Museo a livello nazionale: in quel periodo, il Museo si trovava ancora all’interno di Palazzo Belgrano.

Nel 1899 il Museo si arricchisce di reperti di eccezionale valore scientifico: due giganteschi tronchi d’albero fossilizzati e silicizzati, provenienti da Zuri, che facevano parte della foresta miocenica della vallata del Tirso.

La crescita scientifica del Museo continuò fino al 1916, anno in cui scompare il Lovisato, con il conseguente declino della struttura museale.

La divisione dei Musei in “Museo di Mineralogia” e “Museo Sardo di Geologia e Paleontologia” avvenne nel 1922, contemporaneamente alla separazione della struttura preesi­stente in due Istituti (Istituto di Mineralogia ed Istituto di Geologia), sotto la direzione del prof. Michele Gortani, che contribuì significativamente al miglioramento delle collezioni sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo: ben conosciuti sono i suoi studi sulle faune paleozoiche sarde ed in particolare sui Graptoliti.

Durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, le collezioni furono soggette ad una grave decimazione. Parte dei reperti andarono distrutti: si salvò solo ciò che i professori Carlo Lauro e Vasco Rossetti riuscirono a trasportare nel 1943 a Ghilarza, dove provvisoriamente fu anche sistemato l’intero Istituto di Mineralogia e ciò che ancora era conservato nei sotterranei del Palazzo Belgrano.

Negli anni 1956-1957, i due Istituti furono trasferiti a Cagliari, dapprima in via dei Genovesi e successivamente nell’attuale sede di via Trentino.

Le collezioni vennero riordinate, in prima istanza, dai Professori Rossetti e Comaschi Caria.

Attualmente i due Musei sono ubicati al piano terra del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università di Cagliari, in via Trentino 51. Essi occupano una superficie di circa 200 mq; numerosi ed interessanti reperti sono presenti nei corridoi del Dipartimento, ben esposti e ben visibili in pregevoli bacheche, mentre numerosi altri, sempre di grande pregio, sono custoditi in cassettiere, in attesa di poter essere collocati in idonee esposizioni.

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Collezioni

Collezione Lovisato - Echinidi

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La “Collezione Lovisato – Echinidi”, attualmente depositata presso il Museo di Geologia e Paleontologia “D. Lovisato” dell’Università di Cagliari, consiste di numerosi echinidi di età miocenica (23 – 7 Ma), provenienti da diverse sezioni stratigrafiche della Sardegna (Cagliaritano, Arburese, Oristanese e Sassarese). Tra i raggruppamenti sistematici più rappresentativi si ricordano i Cidaroida, i Clypeasteroida e gli Spatangoida. La Collezione LE è stata raccolta con buona approssimazione tra il 1884, anno della nomina di Domenico Lovisato alla cattedra di Geologia e Mineralogia ed il 1916, anno della sua morte. Buona parte dei reperti si trovano figurati nella monografia di I. Comaschi Caria, 1972 “Gli Echinidi del Miocene della Sardegna”. 334 reperti della Collezione suddetta sono oggi collocati presso l’Archivio del Catalogo ICCD del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sebbene il numero complessivo dei reperti custoditi presso il Museo sopra citato sia nettamente superiore; tra questi si contano diversi olotipi, 13 dei quali si trovano nella sala espositiva dello stesso Museo.

 

Collezione Lovisato - Miscellanea

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La “Collezione Lovisato” è depositata presso il Museo di Geologia e Paleontologia “D. Lovisato” dell’Università di Cagliari e comprende numerosi reperti provenienti da diverse sezioni stratigrafiche della Sardegna, con particolare riferimento al Cagliaritano, all’Arburese, all’Oristanese e al Sassarese e riconducibili a diverse ere geologiche.

I reperti sono giunti nel Museo suddetto tra gli anni 1884, anno della nomina di Domenico Lovisato alla cattedra di Geologia e Mineralogia nell’Università di Cagliari, ed il 1916, anno della sua morte; i campioni sono stati determinati e revisionati da diversi paleontologi quali Parona, Seguenza, Pantanelli, Ugolini, etc.

480 reperti della Collezione LM sono stati catalogati presso l’archivio del Catalogo ICCD del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, di cui 362 molluschi di età miocenica provenienti prevalentemente dalle colline di Cagliari, da Capo San Marco, dal Sassarese e dal Bosano, costituiti da numerosi esemplari di bivalvi, gasteropodi e cefalopodi; 52 artropodi soprattutto resti di crostacei (Neptunus e Callianassa) risalenti al Miocene raccolti nelle aree di Cagliari, di Bosa e di Torralba; 35 coralli e briozoi di età miocenica provenienti dalle sezioni stratigrafiche di Cagliari; 3 brachiopodi provenienti da diverse località giurassiche della Sardegna; 12 foraminiferi e 3 anellidi di età miocenica; 5 cefalopodi e 2 reperti a bivalvi e gasteropodi giurassici della Nurra.

Tuttavia, il numero totale degli esemplari custoditi presso il Museo sopra menzionato è notevolmente superiore.

 

Collezione Lovisato - Piante

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La “Collezione Lovisato- Piante”, repertoriata presso il Museo di Geologia e Paleontologia “D. Lovisato” dell’Università di Cagliari, è composta da numerosi reperti fossili vegetali provenienti da diverse sezioni stratigrafiche della Sardegna: dal Cagliaritano alla Nurra, dal Sulcis all’Ogliastra. I reperti catalogati presso l’archivio del Catalogo ICCD del Ministero per i Beni e le Attività Culturali comprendono:

  • 28 reperti fogliari, cast midollari, radici e semi di piante sfenofite, calamite, felci, felci a seme (pteridosperme), cordaitali e conifere voltziali di età permiana (Paleozoico) provenienti da sezioni stratigrafiche e giacimenti della Barbagia.
  • Reperti di piante fossili di età triassica, principalmente fusti di equiseti (Equisetum mougeotii).
  • 266 reperti di equisetali, felci, felci a seme, cicadofite, ginkgofite e conifere provenienti dai sedimenti medio-giurassici della Sardegna centro-orientale provengono dalle serie paraliche e lacustri dei “Tacchi del Sarcidano”
  • Reperti fogliari di palme Sabale di piante dicotiledonidi habitat ripariale,collinare e montano (Juglans, Salix) provengono dai giacimenti a piante fossili di età eocenica sviluppatesi sotto un clima caldo umido subtropicale,la cui area di provenienza è principalmente il Bacino Lignitifero Sulcitano.

Le piante fossili di età miocenica sono numerose, 98 catalogate ICCD e provengono da differenti sezioni stratigrafiche e formazioni della Sardegna. Comprendono semi, frutti e foglie di arboree ed erbacee; dall’area di Cagliari provengono svariati generi di angiosperme: Juglans, Carya, Olea, Typha e numerosi coni fruttiferi (pigne) di Pinus. Del Lago Omodeo e di Martis (SS) sono i tronchi silicizzati di Bombeioxylondi dimensioni anche notevoli. Complessivamente sono stati catalogati 415 reperti vegetali appartenenti a numerosi raggruppamenti tassonomici.

 

Collezione Lovisato - Vertebrati

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La Collezione storica “D. Lovisato”, depositata presso l’omonimo Museo di Geologia e Paleontologia, annesso al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Cagliari, è costituita da numerosi reperti fossili, la maggior parte dei quali di provenienza sarda e appartenenti a diversi periodi geologici. La Collezione suddetta è costituita prevalentemente da fossili di organismi vegetali, invertebrati e in minor misura di vertebrati di epoca miocenica e del periodo Quaternario. Tra questi ultimi si ha una grande prevalenza di denti di pesci ed in particolare di squali. Oltre a questi sono presenti resti ossei frammentari quali lische e vertebre isolate di selacei. Tra i rettili sono presenti il cranio incompleto (olotipo) del coccodrillo Tomistoma calaritanus, alcune placche isolate dello stesso e un palato pterigoideo di Python sp. (rettile). Per quel che riguarda i mammiferi si segnalano vertebre e costole di sirenidi (gen. Metaxytherium) e gli olotipi dei cetacei Eurhinodelphis sassariensis e Rhinostodes lovisatoi. I resti quaternari, forse solo in parte ascrivibili al Pleistocene, sono costituiti da fossili frammentari di cervidi, canidi, caprini e suidi. La maggior parte dei reperti è stata personalmente raccolta da Domenico Lovisato, così come si evince dai cartellini scritti di suo pugno e che talvolta descrivono minuziosamente i luoghi di reperimento. Tra le località di raccolta più importanti abbiamo le colline di Cagliari, particolarmente ricche in resti di pesci miocenici e alcune grotte del nuorese che hanno restituito macromammalofauna tardo pleistocenica. Il periodo di raccolta dei fossili facenti parte la Collezione Lovisato – Vertebrati è compreso tra l’ultimo decennio dell‘800 e i primi anni del ‘900. Sono stati catalogati presso l’Archivio del Catalogo ICCD (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) solo una parte dei reperti facenti parte di questa Collezione, tra i quali 110 reperti appartenenti a pesci miocenici (di cui uno olotipico), 19 a mammiferi miocenici (tra cui due olotipi) e quaternari e 3 a rettili miocenici (di cui uno olotipico).

 

Collezione Lovisato - Issel

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La “Collezione Lovisato – Issel” è costituita da circa 700 reperti fossili del Tirreniano (0.126 – 0.0117 Ma) provenienti da diverse sezioni stratigrafiche della Sardegna meridionale (Cagliari e dintorni): Santa Gilla, stazione ferroviaria di Cagliari, Villa Mossa – S. Mauro (ex stagno di Monserrato), Cimitero di Bonaria, San Bartolomeo, Spiaggia del Poetto, Is Mesas – Calamosca. Una parte di questa Collezione (356 reperti) è repertoriata presso il Museo di Geologia e Paleontologia “D. Lovisato” dell’Università di Cagliari ed è catalogata nell’archivio del Catalogo ICCD del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; la restante parte si trova al Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa. I reperti, raccolti da Domenico Lovisato dal 1884 al 1913, sono stati studiati da Arturo Issel il quale istituì nel 1914 il “Piano Tirrenico” soprattutto sulla base delle malacofaune dello stratotipo di Is Mesas – Calamosca. Questo patrimonio paleontologico è stato revisionato dal Prof. Carlo Spano, i risultati sono contenuti in C. Spano – Fauna del Tirreniano – Tipo di Is Mesas – Calamosca (Sardegna meridionale) Estratto da : Comptes – Rendu Excursion – table ronde thyrrhenien de Sardaigne, Cagliari 21 – 28 avril 1980 pp.65 – 101. La “Collezione Lovisato – Issel” è composta per la maggior parte da molluschi (bivalvi, gasteropodi e scafopodi) e secondariamente da echinidi e coralli. Tra le specie più significative si annoverano tra i gasteropodi Strombus bubonius, Conus testudinarius e Patella ferruginea, tra i bivalvi Arca noae, Panopea glycymeris, Pinna nobilis e Mytilus galloprovincialis; tra gli echinidi Paracentrotus lividus; i coralli sono rappresentati quasi esclusivamente dalla specie Cladocora caespitos


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