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Lucio Mariani - Luoghi di visita

Itinerario a cura della SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA

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MUSEO DELL'ARTE CLASSICA, Sapienza Università di Roma

Storia della Gipsoteca sino al periodo della direzione di Mariani e del successivo trasferimento alla Sapienza

A Emanuel  Löwy, divenuto nel 1889 titolare della prima cattedra di Archeologia e Storia dell’arte in Italia, si deve la fondazione di una gipsoteca per l’Università di Roma, realizzata dopo non poche difficoltà a partire dal 1892, quando il  progetto ottenne il sostegno di Ferdinando Martini, ministro dell’Istruzione Pubblica nel primo governo Giolitti. Lo studioso austriaco voleva dotare il suo insegnamento di  nuove  strutture didattiche, ponendo a disposizione degli studenti una raccolta di calchi di scultura greca, originali e copie romane. Intendeva in tal modo collegarsi alla tradizione delle gipsoteche universitarie tedesche, in cui i calchi erano divenuti mezzo di rappresentazione storica delle diverse fasi dell’arte antica: le prime raccolte universitarie erano sorte in Germania sin dalla seconda metà del XVIII secolo, ed alla fine dell’Ottocento collezioni di calchi erano presenti in tutte le principali università d’Europa e d’America.

Il “Museo  di Gessi” della Sapienza trovò la sua prima sede in alcuni ambienti di un edificio del quartiere Testaccio, su via Luca della Robbia, e dal 1892-1893 vi furono collocati calchi provenienti dall’Istituto di Belle Arti, mentre altri furono commissionati all’atelier parigino di Eugène Arrondelle, a quello di Brucciani di Londra, ai laboratori dei Musei di Berlino e di Napoli, ed a formatori privati romani. Possediamo un primo inventario del Museo, redatto tra il 1894 e il 1895, e ne conosciamo l’allestimento tra fine Ottocento e inizi Novecento attraverso immagini restituiteci da lastre fotografiche dell’epoca.

Nel 1903 il Museo poté acquisire oltre duecentosettanta calchi ottenuti da matrici appartenute al formatore Napoleone Martinelli, mentre un ulteriore fondamentale incremento è legato alla Mostra Archeologica del 1911, realizzata in occasione del Cinquantenario del Regno d’Italia negli ambienti delle Terme di Diocleziano; anche la Grecia vi partecipò con l’esposizione di numerosi calchi, tra cui quelli delle korai scoperte negli scavi dell’Acropoli iniziati nel 1885-1886, che solo per quest’occasione fu consentito riprodurre, dopo che i consistenti resti di policromia erano col tempo progressivamente svaniti. Al termine della Mostra questi calchi furono donati dal Governo Greco al Museo Nazionale Romano, dove restarono in deposito per due anni, finché non si decise la loro logica destinazione alla gipsoteca della Sapienza.

Emanuel Löwy dovette lasciare la cattedra di Roma all’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto  mondiale, a motivo della sua cittadinanza austriaca; a sostituirlo nell’insegnamento e nella direzione del Museo fu chiamato Lucio Mariani. Nel febbraio 1916, coadiuvato dall'assistente Giulio Quirino Giglioli, Mariani prese in consegna per il Museo dei Gessi un ultimo gruppo di calchi provenienti dalla Mostra Archeologica del 1911, e negli anni successivi, per quanto consentitogli dai problemi di salute, continuò anche nell’incarico di direttore del Museo. La gipsoteca raccoglieva allora oltre 700 calchi, e la collezione continuò ad aumentare, sino a quando divenne indispensabile cercare una nuova sede.

Dopo la morte di Mariani, per iniziativa del Rettorato, il Museo venne trasferito nel 1925 in alcune sale dell’Istituto di S. Michele. Il compito della sistemazione, in spazi che erano assolutamente inadeguati all’entità della raccolta in costante crescita, toccò al nuovo direttore e ordinario di Archeologia e storia dell’arte antica Giulio Emanuele Rizzo; soltanto alcuni anni dopo, con la costruzione della nuova Città Universitaria, la collezione dei gessi trovò definitiva collocazione negli ambienti del seminterrato dell’edificio della Facoltà di Lettere e Filosofia, ed il Museo assunse da allora la denominazione di Museo dell’Arte Classica.