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Sergio Sergi

Itinerario a cura della SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA

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Biografia

Sergio Sergi (Messina 1878 – Roma 1972) è una figura eminente di morfologo e paleoantropologo, tuttora noto a livello internazionale. Tanto era irrequieto e incontenibile nella ricerca scientifica, quanto era riservato e discreto nella vita quotidiana. Fu un grande ammiratore di Luigi Pirandello, suo conterraneo, da cui mutuò le disposizioni testamentarie: un funerale in forma privatissima, con la sola partecipazione della moglie e della figlia. Preferiva che a parlare fosse il suo percorso scientifico. Eppure non era sordo alle sensibilità del tempo, soprattutto quelle diffuse nella sua generazione: ad appena 19 anni, durante il suo primo anno di frequenza universitaria, fugge dalla casa dei genitori per andare a combattere, insieme ad alcuni volontari comandati da Ricciotti Garibaldi, per la causa greca contro la Turchia, in seguito alla rivolta di Creta. È sul fronte a Domokos e Panaghia, infervorato dagli ideali di libertà e di patria che, come molti suoi coetanei, vedeva incarnati nell’Antica Grecia. “Buon sangue non mente”, del resto, dal momento che anche il padre Giuseppe aveva interrotto gli studi in Giurisprudenza per seguire Garibaldi e combattere a Milazzo.

Terminata la parentesi bellica, Sergio Sergi riprende gli studi e si laurea in Medicina, con una tesi sulla fisiologia del cervelletto. Si specializza a Berlino, nell’Istituto di Anatomia umana diretto da Wilhelm Waldeyer e in quello di Antropologia di von Luschan. Tornato in Italia, ottiene la libera docenza in Antropologia e vince il concorso per il ruolo di medico primario nell’Ospedale Psichiatrico di Roma “Santa Maria della Pietà”, che condusse fino al 1924, studiando l’antropometria, il sistema nervoso degli scimpanzé e le anomalie come la microcefalia.

Nel 1925 ottenne la cattedra di Antropologia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Già i suoi studi sui cervelli dei primati e degli umani lo portarono a collaborare con il padre Giuseppe, di cui fu successore alla cattedra di Antropologia a “La Sapienza”, nella direzione dell’Istituto e dell’annesso Museo, nella Società Romana, infine nella «Rivista di Antropologia». Ma il contributo di Sergio Sergi attiene anche alla metodologia antropologica, con l’ideazione e la realizzazione di apparecchiature, come il pantogoniostato craniosteoforo, che avrebbero avuto una diffusione internazionale.

È stato membro di diverse associazioni scientifiche in Italia e all’estero, oltre che autore di una notevole quantità di pubblicazioni, anche internazionali.

Le ricerche sulla morfo-meccanica dello scheletro lo portarono a ideare, realizzare e perfezionare strumenti finalizzati alle misure osteometriche, che lo resero anche un pioniere dei moderni studi di morfometria geometrica.

Fondamentali le sue osservazioni sui due Neanderthal di Saccopastore (Roma) e su quello del Circeo, da lui denominati Paleoantropi, che - a partire dall’anno delle scoperte (rispettivamente 1929, 1935 e 1939) - assorbirono la sua attività e che ancora oggi rappresentano importanti riferimenti scientifici.

Nel 1938, anno del famigerato Manifesto della Razza, Sergio Sergi non è fra i firmatari. In quello stesso periodo pubblica Le genti del Lazio attraverso i tempi (Atti della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, 1933), diverse biografie di antropologi (tra cui quella del padre Giuseppe), la storia dell’Istituto di Antropologia di Roma (1939) e numerosi articoli, in più lingue, sui fossili dei paleantropi neandertaliani.

I suoi lavori sui Neanderthal di Saccopastore e del Circeo non riguardano ricerche comparative di carattere morfometrico, ma producono anche teorizzazioni più ampie, come quella presente ne I profanerantropi di Swanscombe e di Fontechevade (1953).

Non si limita all’Italia: partecipa a una missione archeologica nel Fezzan e anima congressi e convegni scientifici internazionali. In uno di questi (a Düsseldorf nel 1956, in occasione del centenario della scoperta della calotta cranica di Neanderthal) desta scalpore, quando smentisce il celebre prof. Jakobshagen di Marburg, che aveva annunciato il ritrovamento di un nuovo cranio neandertaliano femminile. Osservandolo, Sergi lo ascrive invece all’homo sapiens, successivamente confortato da altri pareri.

Nell’ultimo decennio di vita, fino alla morte avvenuta nel 1972, unisce alla ricerca scientifica la formazione degli allievi e la divulgazione presso le giovani generazioni: era il suo modo di combattere la propria amarezza nel constatare come in Italia gli studi paleoantropologici languissero in un lento declino.


Asse del tempo

 1878 Nasce a Messina
 1897 frequenta il primo corso della Facoltà Medicina e Chirurgia presso l’Università di Roma.
 1902 il 14 luglio si laurea a pieni voti dissertando una tesi sulla fisiologia del cervelletto.
 1902-1906 frequenta il laboratorio anatomo-patologico dell’Ospedale Psichiatrico di Roma interessandosi allo studio del sistema nervoso di primati.
 1906 -1907 vince una borsa del Ministero della Pubblica Istruzione per un periodo di perfezionamento all’estero in anatomia e fisiologia del sistema nervoso: è a Berlino per un anno nell’Istituto di Anatomia umana.
 1907 ottiene la libera docenza in antropologia e si affianca al padre Giuseppe.
 1909-1924 è primario all’Ospedale Psichiatrico di Roma “S. Maria della Pietà”.
 1916 assume l’incarico di insegnamento dell’Antropologia nella Facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
 1925 diviene titolare dell’insegnamento dell’Antropologia nella Facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
 1929-1932 studia i reperti fossili rinvenuti a Roma (Saccopastore, 1929).
 1933-1934 partecipa a una campagna di scavi nel Fezzan (Libia), promossa dalla Società Geografica Italiana.
 1937 presenta lo strumento da lui realizzato per l’antropometria dei capelli (tricocicloforo).
 1935-1939 prosegue lo studio dei fossili umani rinvenuti a Roma e nel Lazio (Saccopastore, 1929 e 1935; Monte Circeo, Grotta Guattari, 1939).
 1938, anno del famigerato Manifesto della Razza, Sergi non è tra i firmatari.
 1949-1950 messa a punto dello strumento Pantagoniostato-craniosteoforo e assidiatetero per misurazioni antropologiche.
 1950-1956 le fruttuose ricerche nel campo della paleoantropologia rafforzano il suo prestigio internazionale.
 1962 William Howels lo invita a partecipare a “Ideas on human evolution”, testo che raccoglie 25 autori dei nomi più prestigiosi nel campo della paleoantropologia.
 1972 muore a Roma.


Città attraversate

Messina    Roma   Turchia  Grecia    Berlino    Libia   Parigi   Londra    Napoli    Bruxelles    Zurigo    Algeria    Vienna    Roma


Per approfondimenti

Ascenzi A. (1974). Sergio Sergi. Discorso commemorativo pronunciato dal Linceo Antonio Ascenzi. Accademia Nazionale dei Lincei, Celebrazioni Lincee, 83, pp. 1-23, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei.

Correnti V. (1980-81). L’antropologia fisica in Italia. Rivista di Antropologia, vol. LXI, pp.21-40. Correnti V. (1983). Contributi del Prof. Sergio Sergi alla Paleoantropologia. Rivista di Antropologia, vol. LXII, supplemento: pp. 41 – 84.

Correnti V. (1984-85). Il cammino dell’antropologia italiana. Sintesi storica. Rivista di Antropologia, vol. LXIII, pp.309-316.

Correnti V. (1984-85). L’Istituto di Antropologia dell’Università di Roma “La Sapienza”. Origini, vicende, attività. Rivista di Antropologia, vol. LXIII, pp. 323-338.

Correnti V., De Stefano G.F. (1989). Antropologia biologica in Italia- Parte IIA. L’Antropologia durante il I centenario della unificazione dell’Italia (1871-1970),Rivista di Antropologia, vol. LXVII, pp. 415-442.

Correnti V., De Stefano G.F. (1989). Antropologia biologica in Italia- Parte IIB. L’Antropologia nei primi due decenni dell’unificazione dell’Italia (1971-1989). Rivista di Antropologia, vol. LXVII, pp.443-458.

Cresta M., Destro-Bisol G., Manzi G. (1993). Cent’anni di Antropologia a Roma. Celebrazioni per il centenario dell’Istituto Italiano di Antropologia. Rivista di Antropologia, vol. LXXI, pp. 1-30.

Manzi G.(1984-85). Il Museo di Antropologia. Attualità di una istituzione centenaria. Rivista di Antropologia, vol. LXIII, pp. 375-378.

Manzi G. (1987). Il Museo di Antropologia dell'Università di Roma “La Sapienza”: una testimonianza del percorso intellettuale di Giuseppe Sergi nella seconda metà del XIX secolo. In G. Mucciarelli (a cura di), Giuseppe Sergi nella Storia della Psicologia e dell'Antropologia in Italia, pp. 127-137. Pitagora, Bologna.

Puccini S. (1993). L’Antropologia a Roma tra Giuseppe e Sergio Sergi. Rivista di Antropologia, vol. LXXI: pp. 229–247.

Sergi S. (1939). La Sede dell’Istituto di Antropologia dell’Università di Roma dalle sue origini al trasferimento nella città Universitaria (1884 – 1937) e il suo Trasferimento. Rivista di Antropologia, vol. XXXII: pp. XI – XXI.

Spedini G. (1982-83). Prospettive e finalità nel processo di rinnovamento dell’antropologia. Rivista di Antropologia, vol. LXII, pp. 327-332.

Vacca E. (1991). La morfologia antropologica del primo ‘900 in Italia e l’approccio analitico allo studio della forma. Rivista di Antropologia, vol. LXIX, pp. 39-48.


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