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Strumenti per osservare e studiare i tessuti organici (Siena)

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI SIENA

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Il Museo Anatomico “Leonetto Comparini” conserva collezioni di particolare interesse scientifico, riunite a partire dalla fine del Settecento a uso didattico per gli studenti di Medicina. In questo percorso abbiamo però scelto di porre l’attenzione non sui preparati, ancorché eccezionali, ma su alcuni modelli, arredi e soprattutto sulla collezione di antichi strumenti scientifici. Tale scelta è dovuta al voler mostrare uno degli aspetti fondamentali dell’insegnamento dell’Anatomia, particolarmente sentito a Siena, “la convinzione profonda che l’Anatomia, base e colonna vertebrale di ogni studio e di ogni pratica della Medicina, si apprende principalmente sul cadavere”. Siena, d’altro canto, è patria di Paolo Mascagni, al quale il 4 aprile 1780 fu conferito l’insegnamento dell’Anatomia.

Mascagni incentrava, come d’uso, tutta la propria attività sulla dissezione sperimentale, strumento di ricerca, esercitazione imprescindibile della didattica anatomica. Lo studente, tenuto obbligatoriamente nell’ospedale ad assistere alle esercitazioni sul tavolo settorio, era quello che seguiva gli studi per  poi esercitare la professione di chirurgo, perché, come affermava Mascagni, solo la conoscenza anatomica di prima mano dell’“uomo-muscolo” era utile al buon cerusico ed essa si acquisiva frequentando quella Cattedra in cui “i Giovani studenti possano più facilmente combinare i precetti con le Operazioni”.

Dissezione sperimentale e ‘lettura’ al microscopico diventano con Mascagni gli strumenti indispensabili per la ricerca. Questo il motivo per cui non potrà rinunciare a corredare il suo Vasorum lymphaticorum corporis humani historia et ichnographia anche con una tavola che ben rappresentasse le osservazioni al microscopio di alcuni tessuti, obbligando quindi lo stesso disegnatore, Ciro Santi, ad eseguirle, per poi mirabilmente riprodurle in una incisione presente nell’opera. Ecco pertanto il motivo per il quale viene presentato un percorso basato in maniera specifica sugli strumenti per la dissezione e sul microscopio, grazie al quale “fu abbandonata la speculazione dell’invisibile per affidarsi alla sola osservazione del visibile”. Osservazioni minuziose e accurate, strumenti ottici perfezionati, analisi microscopica condotta con metodo hanno quindi portato alle grandi scoperte cellulari, nel tessuto sano e in quello malato, e alla cosiddetta Anatomia moderna.


 Gli oggetti più rappresentativi della collezione

Gli strumenti per la dissezione

Nel corso del tempo la tipologia dei ferri anatomici è praticamente immutata, se non per pochi dettagli funzionali, mentre le nuove metodiche della sterilizzazione e i progressi tecnologici hanno determinato un radicale cambiamento dei materiali nei ferri. Infatti con il XX secolo scompaiono i manici in legno, ebanite, avorio e tartaruga, o nelle varie leghe di metallo, nichel e argento, per lasciare il posto all’acciaio inossidabile e al metallo cromato.

“Quelli più importanti e indispensabili per la dissezione vengono di solito riuniti per lo studente in una borsa o astuccio, che è facile portare con sé Altri però ve ne sono che si adoperano nei casi speciali e dei quali deve essere fornita una sala di dissezione”: coltelli, pinzette, forbici, uncini e divaricatori, sonde, forbici e tenaglie per le ossa, scalpelli, mazzuoli, raschiatoi, cannule, aghi e seghe. Le notizie più antiche su tali strumenti risalgono alla metà dell’Ottocento: tra le prime acquisizioni c’è una cassetta di legno a uso degli studenti con 16 ferri. Realizzate in parte da artigiani senesi e in parte acquistati altrove, come testimoniano alcuni oggetti provenienti dalla Fabbrica fiorentina di strumenti chirurgici di Egidio Bencini, che spediva nel 1861 al professor Marcacci forbici, pinzette da dissezione, coltelli per le cartilagini e bisturi e informava di avere in bottega “altri bisturi taglia coste, seghe ed altri strumenti da sezione per le preparazioni anatomiche”. Vai alle Schede ICCD >>


Gli strumenti per l’osservazione

Nel tempo il Gabinetto di Anatomia si dota di microscopi sempre più potenti e all’avanguardia che oggi rappresentano una parte importante del contenuto dello stesso museo, in grado di ‘narrare’ come l’analisi dei tessuti sia stata perfezionata nei secoli attraverso strumenti ottici sempre più potenti e preparazioni sempre più curate.

A partire dalle osservazioni al microscopio di Marcello Malpighi e poi soprattutto nel XIX secolo la scienza anatomica fa rapidamente molti progressi di enorme portata, in gran parte grazie ai perfezionamenti ottenuti nel campo della microscopia ottica e dei metodi di fissazione e colorazione delle cellule e dei tessuti. Vengono, inoltre, perfezionati i metodi della microtomia, che consentono il taglio dei tessuti in sezioni estremamente sottili.

Di questa importante evoluzione del sapere anatomico resta testimonianza in una serie di microscopi ottici e di vetrini ottocenteschi, conservati in splendide istoteche coeve, e in strumenti per la colorazione dei vetrini, che hanno permesso la ricostruzione di due laboratori, uno di inizio Novecento e l’altro di metà Novecento. Vai alle Schede ICCD >>


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