Tipiche delle coste rocciose sono numerose specie del genere Limonium, che ha nel Mediterraneo il suo centro di differenziazione primario, dove è giunto dalle zone desertiche più o meno salate dell’Asia durante il Messiniano, a seguito del prosciugamento del Bacino del Mediterraneo.
Grazie ai fenomeni di poliplodia, ibridazione e riproduzione per apomissia, questo genere racchiude in sé molti dei meccanismi più tipici di speciazione nelle piante, cosa che spiega il gran numero di specie (circa 400 in tutto il mondo) che esso comprende, molte delle quali endemiche di aree anche estremamente ristrette. L’Italia ospita poco più di 20 specie di Limonium, circa l’80% delle quali endemiche. Come endemiti pugliesi si possono ricordare lo Statice salentino (Limonium japygicum (H. Groves) Pignatti ex Pignatti, Galasso & Nicolella), endemico del tratto di costa jonica compreso tra Torre Colimena e Otranto, e lo Statice delle Tremiti (Limonium diomedeum Brullo), endemico di limitatissimi tratti del Gargano e delle Isole Tremiti.
Qui a sx: Statice delle Tremiti (Limonium diomedeum Brullo), nel suo ambiente naturale e nella scansione di un exsiccatum conservato presso l’Herbarium Horti Botanici Barensis.
Nelle aree delle rupi dove l’effetto della salsedine è fortemente ridotto, sono presenti anche altre specie di particolare importanza. Così, quelle a picco sul mare presso il Capo di Santa Maria di Leuca, in Salento, ospitano la Campanula pugliese (Campanula versicolor Andrews), specie a baricentro balcanico, presente in Puglia anche nel territorio delle gravine dell’Arco Jonico tarantino; mentre sulle coste rocciose di alcuni tratti della costa garganica è possibile incontrare la Campanula garganica (Campanula garganica Ten. subsp. garganica), peculiare endemismo diffuso dalla fascia costiera verso l’interno.
Campanula pugliese (Campanula versicolor Andrews) | Campanula garganica (Campanula garganica Ten. subsp. garganica) |
Altro genere che comprende numerosi endemismi ristretti a brevi tratti di costa è il genere Centaurea. In Puglia ad esempio si ricordano il Fiordaliso di Leuca (Centaurea leucadea Lacaita) e il Fiordaliso delle Tremiti (Centaurea diomedea Gasp.), ritratta qui a sinistra nel suo ambiente naturale ed in una scansione di un exsiccatum conservato presso l’Herbarium Horti Botanici Barensis.
Il Ravastrello marittimo (Cakile maritima Scop. subsp. maritima) è una delle terofite che caratterizza la prima comunità pioniera che si insedia sulle sabbie a brevissima distanza dal mare.
La Gramigna delle spiagge (Agropyron junceum (L.) Beauv. = Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis subsp. farctus) e lo Zigolo delle spiagge (Cyperus capitatus Vand. = Cyperus kalli (Forssk.) Murb.)) sono tra le specie responsabili della fissazione della sabbia in corrispondenza dei primissimi accumuli (dune embrionali), grazie a fusti sotterranei (rizomi) ed estesi e sottili apparati radicali.
Gramigna delle spiagge (Agropyron junceum (L.) Beauv. = Elymus farctus (Viv.) Runemark ex Melderis subsp. farctus) | Zigolo delle spiagge (Cyperus capitatus Vand. = Cyperus kalli (Forssk.) Murb.) |
Lo Sparto pungente (Ammophila arenaria (L.) Link subsp. australis (Mabille) Laínz) - qui sotto - si insedia su cordoni dunali più stabilizzati (dune bianche). | Il Giglio marino (Pancratium maritimum L.) - sotto - protegge i suoi bulbi ad elevate profondità nella sabbia ed apre i suoi fiori in piena estate. |