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Il paesaggio carsico dell'Alta Murgia pugliese - Collezioni

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 Flora dell'Alta Murgia pugliese

Prunus webbii (Spach) Vierh.
 
Ferula communis L.
 
Pyrus amigdaliformis Vill. foto Giovanni Signorile

 Fauna dell'Alta Murgia pugliese

Mammiferi 

Diverse specie di mammiferi risultano particolarmente legate ai paesaggi agro-pastorali e agli insediamenti rurali. La volpe (Vulpes vulpes) e la donnola (Mustela nivalis), insieme a molte specie di Insettivori e Roditori, utilizzano frequentemente muretti a secco e specchie per costruire tane e rifugi. 
La volpe, attiva principalmente di notte, si nutre soprattutto di piccoli mammiferi e roditori, ma non disdegna insetti, pesci, uccelli, rettili, bacche e frutti. In alcuni casi può cibarsi anche di carogne. 
Il lupo (Canis lupus) e la faina (Martes foina) sono ben noti per il loro storico rapporto conflittuale con gli allevatori, pur tendendo a preferire habitat meno antropizzati. 
Particolarmente importanti risultano diverse specie di Chirotteri, direttamente minacciate dalla distruzione e trasformazione di cavità naturali e artificiali. 


Mustela nivalis                               Vulpes vulpes                Martes foina                                    Canis lupus  


Uccelli

Fra gli uccelli più tipici delle aree steppiche vi sono diverse specie nidificanti al suolo, come la gallina prataiola ( Tetrax tetrax ), la calandra ( Melanocorypha   calandra ), l’allodola ( Alauda   arvensis ) e la quaglia ( Coturnix   coturnix ). Altre specie, come la ghiandaia marina ( Coracias   garrulus ), la civetta ( Athene   noctua ) e il barbagianni ( Tyto   alba ), nidificano tipicamente negli spazi delle masserie e degli edifici rurali. La ghiandaia marina si nutre di insetti, catturandoli in volo, ed è caratterizzata da una livrea estremamente colorata: azzurro-turchese a livello del petto e castano-chiara sul dorso. Gli Strigiformi (gufi, civette, barbagianni, allocchi, ecc.) sono dotati diversi adattamenti che gli consentono di poter catturare le prede in condizioni di scarsa luminosità o di buio assoluto. Tali adattamenti consistono in un’ottima capacità visiva, uno sviluppatissimo udito ed un volo silenzioso. In particolare, quest’ultimo adattamento, dovuto alla presenza di sfrangiature a livello delle penne, gli consente di potersi avvicinare alle prede in maniera estremamente silenziosa, per poi afferrarle attraverso i potenti artigli. Diversi sono infine i rapaci, come la poiana ( Buteo buteo ), il falco pecchiaiolo ( Pernis   apivorus ) ed il velocissimo falco pellegrino ( Falco peregrinus ), che utilizzano gli spazi aperti come territori di caccia. La poiana è un rapace molto comune, può raggiungere un’apertura alare di 130 cm ed è facile osservarla appollaiata sui posatoi esposti (es. pali telegrafici) da cui scruta il territorio alla ricerca di prede.


FOCUS: I rapaci notturni, fantasmi della notte 

Gli Strigiformi (gufi, civette, barbagianni, allocchi, ecc.) sono dotati diversi adattamenti che gli consentono di poter catturare le prede in condizioni di scarsa luminosità o di buio assoluto. Tali adattamenti consistono in un’ottima capacità visiva, uno sviluppatissimo udito ed un volo silenzioso. In particolare, quest’ultimo adattamento, dovuto alla presenza di sfrangiature a livello delle penne, gli consente di potersi avvicinare alle prede in maniera estremamente silenziosa, per poi afferrarle attraverso i potenti artigli.

        Tyto alba                         Athene noctua     

        Falco peregrinus                    Buteo buteo                    Pernis apivorus    

                       Coturnix coturnix                                            Alauda arvensis                    

Melanocorypha calandra               Tetrax tetrax                               Coracias garrulus                                       Coracias garrulus                  


Anfibi e rettili

Nelle raccolte d’acqua sia naturali, sia antropiche (cutini, piscine, canali) presenti nelle aree carsiche pugliesi possiamo ritrovare un discreto numero di specie di Anfibi. Tra i Salamandridi si possono incontrare specie come il tritone italico (Lissotriton italicus) e il tritone crestato meridionale (Triturus carnifex), quest’ultimo particolarmente legato alle raccolte d’acqua artificiali. Tra gli Anuri è possibile incontrare il rospo comune (Bufo bufo), specie terricola che può allontanarsi anche di diverse centinaia di metri dall’acqua, e la comunissima rana verde (Pelophylax lessonae kl. esculentus) rinvenibile sempre nelle immediate vicinanze dello specchio d’acqua. Le aree steppiche pugliesi ospitano un buon numero di Rettili, soprattutto a livello delle aree rurali o nelle aree caratterizzate da substrato roccioso abbondante. In queste aree è possibile osservare la testuggine di Hermann (Testudo hermanni), tre specie geconidi come il geco di Kotschy (Mediodactylus kotschyi) il geco comune (Tarentola mauritanica) e il geco verrucoso (Hemidactylus turcicus) e alcuni sauri tra cui la lucertola campestre (Podarcis sicula) e il coloratissimo ramarro (Lacerta viridis). Inoltre, è possibile incontrare alcune specie di serpenti, come il cervone (Elaphe quatuorlineata), il vivacissimo e velocissimo biacco (Hierophis viridiflavus), il variopinto colubro leopardino (Zamenis situla) e la vipera comune (Vipera aspis hugyi), l’unico ofide pugliese velenoso. Molto spesso i serpenti frequentano le aree rurali, in quanto queste ultime rappresentano una sicura fonte di prede (roditori e specie di interesse zootecnico di piccola taglia).


              Tarentola mauritanica                                          Elaphe quatuorlineata               Hierophis viridiflavus     Testudo hermanni       


Fauna invertebrata terrestre

Il vastissimo gruppo degli Invertebrati terrestri, dominato dagli Insetti, ha un ruolo fondamentale negli ecosistemi di prateria, rappresentando nodi importantissimi nelle reti trofiche. Molte specie, come Melanargia arge (immagine a dx)Zerynthia polyxenaPrionotropis appulaEphippiger apulus ed Euplagia quadripunctaria, sono endemiche o di interesse conservazionistico. In particolare, Melanargia arge può essere osservata in volo da metà maggio a metà giugno in ambienti caratterizzati da steppe aride con cespugli sparsi e alberi radi, e con rocce affioranti. 

La mantide religiosa (Mantis religiosa), dal colore interamente verde o marroncino, caccia le sue prede all’agguato perfettamente mimetizzata su fronde di alberi, arbusti o su steli d’erba. Le mantidi predano attraverso le zampe anteriori, per questo dette raptatorie, le quali scattano con notevolissima rapidità lasciando poche possibilità di fuga alla preda. Dato l’elevatissimo istinto predatorio della femmina, il maschio, prima di accoppiarsi, le si avvicina con molta cautela e dopo la copula cerca di allontanarsi con circospezione per sfuggire alle intenzioni predatorie della partner, ma solo raramente riesce nell’intento. Le femmine tendono a divorare i maschi poiché necessitano di maggiori quantità di cibo legate all’ovodeposizione.

Come esempi della grande specializzazione e diversità degli Insetti, si possono osservare innumerevoli adattamenti fra gli erbivori masticatori (ad es., Ortotteri, coleotteri Crisomelidi) e succhiatori (Omotteri, Eterotteri), gli impollinatori (Lepidotteri, Imenotteri) e i predatori (Mantodea, Neuroptera).


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