Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DELLA TUSCIA
Il paesaggio della Tuscia è il risultato di azioni intraprese dalluomo sfruttando le caratteristiche del suolo, in primis la pietra lavica. Questo itinerario permette di approfondire la condizione privilegiata che si è andata stabilendo, nel territorio della Tuscia, tra morfologia del suolo e presenza delluomo, che fin dalle origini ha saputo sfruttarne le proprietà. A questo proposito, le collezioni del Museo della Città e del Territorio sono un'importante fonte di conoscenza per la storia dellambiente, del territorio, dei centri antichi, (con particolare attenzione per larcheologia medievale e industriale), per la storia dellarchitettura e dellarte, delle tecniche e dei mestieri tradizionali maggiormente legati alledilizia.
La pietra lavica, nelle sue innumerevoli varianti, ha permesso la realizzazione di complesse attività che si possono seguire, in maniera diacronica, fino ai nostri giorni. In primo luogo la capacità di modellare la pietra si esprime attraverso un minuzioso e millenario modo di costruire in negativo, evidente nelle necropoli rupestri etrusche con un altissimo livello costruttivo, nel medioevo e fino alletà moderna nella nascita di veri e propri insediamenti rupestri, a volte su più livelli. La pietra lavica è servita inoltre per l'edificazione di luoghi dedicati alla sacralità, alla devozione e alla solitudine eremitica, oltre che essere al centro di impotrtanti attività produttive.
Un secondo aspetto riguarda, invece, la coltivazione delle cave da cui estrarre la pietra da costruzione, di cui il territorio della Tuscia è ricco. Pietre laviche, tra cui i peperini (ricordandole cave di Viterbo e Vitorchiano), hanno caratterizzato per secoli le murature di chiese, palazzi, case e fontane dei nostri centri storici. Nella catena del lavoro di estrazione, regolarizzazione, squadratura e rifinitura della pietra, grande importanza hanno, quindi, gli strumenti per la sua lavorazione nelle diversi fasi.
Il paesaggio della Tuscia è caratterizzato dalla presenza di ampie foreste come la Selva Cimina, da cui luomo ha sempre ricavato la legna adattando alle proprie esigenze ed alle proprie necessità le aree di colto e incolto. La Selva Cimina è rimasta nella storia attraverso una ricca documentazione che, nel corso del tempo, ce la descrive come impervia e impenetrabile (Tito Livio), ma certamente è stata sempre una gran risorsa naturale.
Ricca di alberi dalto fusto come i faggi, le querce, le farnie, i lentischi o i castagni costituisce una ricchezza unica anche per ledilizia e larte manifatturiera. Dunque il ciclo del legno prevalentemente utilizzato nelledilizia costruita (capriate, orte, ecc ) - consiste innanzitutto nel taglio dellalbero con seghe di varia dimensione, scortecciamento e ulteriore taglio per ottenere la serie di tavole che verranno poi trasportate ai laboratori di falegnameria. Da questo momento, poi, si distingueranno le diverse funzioni a cui è destinata la materia prima: dai lavori di carpenteria alla creazione di manufatti per porte, finestre e mobilio di vario genere. Da qui una specializzazione molto ampia di strumenti di lavoro.