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Dalla cava alla città: paesaggio ed attività estrattive

Itinerario a cura della SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA

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Il percorso proposto dal Museo di Arte e Giacimenti Minerari del Polo Museale Sapienza riguarda la trasformazione del paesaggio naturale ed antropico legata alle attività estrattive, prendendo in considerazione anche l’evoluzione temporale dei siti scelti per la realizzazione del percorso stesso. L'itinerario si baserà sulle attività estrattive di rocce ornamentali presenti nella collezione del Museo, con particolare riferimento a quelle coltivate nella regione Lazio, in accordo con la tematica proposta dal Polo Museale della Sapienza.

La Coltivazione

      Ubicazione dei principali siti estrattivi del Lazio: inquadramento geografico e geologico

Delle 5592 cave d’Italia da cui vengono estratti 687674 metri cubi di pietre ornamentali ogni anno, una su sette si trova nel Lazio, quindi ben 763 cave di cui 288 attive e 475 quelle dismesse o abbandonate (fonte: Rapporto Cave 2014 - Legambiente). Considerando le attività estrattive nel loro complesso, quindi non soltanto le cave di pietre ornamentali, il Piano Regionale delle Attività Estrattive della Regione Lazio, elaborato da Sapienza Università di Roma, Centro di Ricerca C.E.R.I. nel 2009, ha censito 393 attività estrattive in esercizio, 475 attività estrattive attualmente non in esercizio e 8 miniere.

Il Piano individua 11 poli estrattivi regionali, ovvero aree che per caratteristiche ed unicità delle litologie oggetto di coltivazione nonché per l’entità delle economie connesse assumono una rilevanza superiore alla media. I poli sono così distribuiti: nella provincia di Viterbo quello di Bagnoregio Bolsena (inerti per costruzione, materiali per industrie) e di Vitorchiano (marmi, pietre da taglio, materiali per usi industriali); nella provincia di Frosinone quello di Corenio Ausonio (marmi, pietre da taglio); nella provincia di Latina quello di Priverno (materiali per costruzioni ed usi industriali) e, a insieme alla provincia di Roma, quello di Cori-Segni-Artena (materiali per costruzioni ed usi industriali); quelli della provincia di Roma, composti da Riano (marmo, pietre da taglio, materiali per usi industriali), Guidonia Montecelio 1 (inerti per costruzione e materiali per industrie) Guidonia Montecelio 2 (marmi, pietre da taglio), Montecompatri (materiali per costruzioni ed usi industriali), Roma Laurentino (materiali per costruzioni ed usi industriali), Roma Magliana (materiali per costruzioni ed usi industriali).  

LE MAPPE:

1 (a sx) - Distribuzione attività estrattive nel territorio regionale. Perimetrazione da foto aerea

Fonte: Piano Regionale Attività Estrattive Regione Lazio – Sapienza Università di Roma, Centro di Ricerca C.E.R.I.

2 (a dx) - Distribuzione dei poli estrattivi regionali

Fonte: Piano Regionale Attività Estrattive Regione Lazio – Sapienza Università di Roma, Centro di Ricerca C.E.R.I.

 

ALCUNI CAMPIONI DI PIETRE LOCALI:
Basaltina Peperino Rosso Perlato di Coreno Travertino

Il Trasporto in Città

      Paesaggio e vie di comunicazione

Nel tempo si sono susseguiti diversi mezzi di trasporto per spostare il materiale estratto in cava fino al sito di lavorazione. Nel 1800 per esempio ci si avvaleva di carri trainati da buoi o cavalli per passare successivamente alla tranvia a vapore e, dopo la seconda guerra mondiale, agli autocarri.

Qui in alto, trasporto di blocchi per mezzo di carri (Fonte: link esterno) e immagine di una Locomotiva Carels: tre macchine di questo tipo servivano la linea Portonaccio_Marino provenendo da Roma-Tivoli. (Fonte:  link esterno)

La “Lizzatura” (qui a sinistra) era la tecnica tradizionale usata dai cavatori per trasportare a valle i blocchi di marmo estratti sulle montagne, facendoli scivolare su slitte di legno con l’ausilio di corde (Fonte : link esterno ) laddove o ggi i blocchi vengono movimentati con l’ausilio di ruspe adattate a muletti e trasportati con l’ausilio di autocarri. (Foto di Raimondo Luciani per www.tivolitouring.com)

 

 Il Ripristino delle Cave

      Paesaggio e recupero delle cave dismesse

I comuni italiani con almeno una cava dismessa sono 1687, di cui 1152 (59 su Roma) sono quelli con almeno 2 siti abbandonati; si tratta del 14,3% dei comuni italiani (fonte: Rapporto Cave 2014 -  Legambiente)
Il recupero di aree dismesse per usi ricreativi, turistici e naturalistici sta diventando una pratica diffusa in molte realtà, sia attraverso un intervento degli stessi cavatori che da parte di pubbliche amministrazioni in aree dimesse e abbandonate.
E’ infatti possibile, per esempio, riempire l’area escavata con terreno vegetale per permettere interventi di piantumazione delle specie arboree autoctone, ricoprirla con humus agricolo, trasformarla in oasi naturale con caratteristiche simili a quelle del paesaggio circostante o addirittura utilizzarla per produrre energia elettrica attraverso l’istallazione di un impianto fotovoltaico.

 Utilizzo Finale delle Rocce Ornamentali

      Paesaggio ed Uso della Pietra

Tra le pietre ornamentali che caratterizzano il territorio del Lazio, il travertino romano è senza dubbio quella più importante. Conosciuta in tutto il mondo è usata per costruzione, ornamento, arredamento interno e sculture ed è legata indissolubilmente alla storia della Roma imperiale, ai suoi edifici millenari, come ad esempio il Colosseo, e alla Roma della cristianità, si pensi al colonnato del Bernini in piazza di S.Pietro. D’altra parte anche in epoca moderna il travertino romano è stato ampiamente utilizzato. Durante il periodo tra le due guerre mondiali questa pietra ha contraddistinto molti edifici razionalisti tra cui stazioni ferroviarie, uffici postali ed altri edifici pubblici. A Roma in particolare si contano molteplici strutture realizzate con questa pietra come ad esempio la Stazione Termini, l’ufficio Postale di Piazza Bologna, il palazzo della Civiltà del Lavoro all’EUR.

 

Approfondimento:

L’estrazione delle rocce ornamentali: un'attività antropica a forte impatto ambientale

Le fasi principali della filiera industriale (estrazione, lavorazione, produzione) hanno significativi impatti che coinvolgono  ambiti diversi, alcuni di natura ecologica e geologica, altri relativi alla fruizione dell'ambiente da parte dell'uomo (paesaggio, rumori e vibrazioni, falde acquifere...). Tali effetti vanno dall'instabilità strutturale, al dissesto idrogeologico e all'erosione dei suoli, a quelle che sono le ripercussioni socio-economiche di un'attività che condiziona profondamente il modo di vivere il territorio da parte delle comunità locali. Già in fase di escavazione, ancor prima della lavorazione del materiale estratto, abbiamo alcuni effetti ambientali il cui impatto necessita una valutazione.

 


Testo e immagini a cura di: Silvia Serranti

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