Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI PERUGIA
Orazio Antinori nacque a Perugia il 23 ottobre 1811 dal Marchese Gaetano Antinori e da Tommasa Bonaini Boldrini (Fig. 1). Nel 1828 studiò Scienze Naturali presso il Collegio dei Padri Benedettini dellAbbazia di San Pietro in Perugia (Fig. 2). Nel 1837 si trasferì a Roma, capitale dello Stato Pontificio, per sfuggire alla vita di provincia e cercare migliori opportunità di lavoro. Tra il 1837 ed il 1841 collaborò con Carlo Luciano Bonaparte (Parigi 1803 Parigi 1857), Principe di Canino, per la realizzazione e pubblicazione dei libri Iconografia della fauna italica e al Conspectus generum avium (Fig. 3). Nel 1848 si arruolò come ufficiale nellEsercito Pontificio per combattere gli austriaci nel Veneto e durante la battaglia di Cornuda, sui Colli trevigiani, venne colpito da una pallottola al braccio destro. Sempre fedele alla causa liberale ed alle idee mazziniane, rientrò a Roma e contribuì alla fuga di Pio IX. Difese la Repubblica Romana dalle truppe francesi.
La vittoria e lentrata delle truppe francesi in città determinarono la caduta della Repubblica Romana e lo scioglimento dei corpi militari. Linserimento del Suo nome nelle liste di proscrizione francesi ed il conseguente timore di rappresaglie lo costrinsero alla fuga, per la prima volta fuori dallItalia, iniziò così il suo lungo esilio ..che avrà fine solo nel 1861. Prima tappa dellesilio fu la Grecia, dove si trattenne per alcuni mesi in Atene. Dalla Grecia si trasferì nellallora Impero Ottomano, prima a Costantinopoli (Istanbul) e poi a Smirne (Izmir), dove collaborò con il console svizzero Guido Gonzenbach, fondatore di una Casa dEsportazione di campioni zoologici per musei europei (Fig. 4). Da Smirne compì numerosi viaggi alla ricerca di campioni zoologici, sia verso linterno, nel cuore dellAnatolia fino in Siria, che verso le isole del Mediterraneo orientale (Sàmos, Rhòdos, Kreta, Cyprus) e Malta. Il 9 maggio 1859, si trasferì in Egitto (Figg. 5, 6) e poi in Sudan, a Khartum, che raggiunse in un lungo e faticoso viaggio dopo avere attraversato il Deserto del Bayuda (Sahra Bayyudah). A Khartum conobbe tanti altri viaggiatori ed avventurieri europei, alcuni dei quali interessati al commercio di gommo-resine naturali (incenso, mirra e gomma arabica), avorio, piume di struzzo, caffè. Khartum rimase per vari anni la sua base per viaggi verso il lontano e remoto Darfur, il Sennaar ed i confini con lAbissinia (Gallabat lungo il corso del Fiume Atbarah e Ar Rusayris, lungo il Nilo Azzurro). Nel 1860, sempre da Khartum, insieme con il savoiardo Alessandro Vayssière e con il lucchese Carlo Piaggia (Badia di Cantignano LU 1827 Karkoggi 1882) compì la sua I° Grande Spedizione verso il cuore del continente, risalendo il Fiume Nilo Bianco, fino alla confluenza con il Bahr el Ghazal (il Fiume delle Gazzelle). I tre navigarono su una barca del Vayssière, con lintenzione di raggiungere la Terra dei Niam-Niam, una popolazione allora considerata particolarmente primitiva e misteriosa (Fig. 7). Purtroppo, giunti a Nguri, a causa delle difficili condizioni climatiche furono costretti a rinunciare allimpresa. Nguri rappresentò, dunque, la località più meridionale e più prossima allEquatore mai raggiunta dallAntinori nel corso di tutta la sua vita. Nel 1861 tornò a Khartum, dove apprese che la situazione politica italiana era profondamente mutata e che Roma e lUmbria erano ormai divenute parti integranti del Nuovo Regno di Casa Savoia con al trono il Re Vittorio Emanuele II! Così, dopo avere raggranellato una somma sufficiente per affrontare il lungo viaggio, lasciò Khartum per rientrare in Italia, chiudendo il periodo di esilio. Nel 1861 approdò in Italia e si stabilì a Torino dove cedette allo Stato, per Lire 20.000, la sua preziosa Raccolta Ornitologica ( che poi verrà smembrata in vari musei!). Egli donò la Raccolta Etnografica al Museo dellUniversità di Perugia (Fig. 8). Nel 1863 si iscrisse alla Massoneria e nel 1864 fu eletto membro del Grande Oriente dItalia. Nel 1863, in compagnia dellOrnitologo Tommaso Salvadori (Porto San Giorgio 1835 Torino 1923), si recò in Sardegna per effettuare osservazioni naturalistiche e raccogliere nuovi campioni zoologici per le Sue collezioni. Nel 1866, sia per interessi naturalistici che archeologici, si recò in Tunisia. Nel 1867, rientrato in Italia, si trasferì a Firenze, nuova Capitale del Regno dItalia. Durante il Periodo fiorentino, insieme con Cristoforo Negri e Cesare Correnti, fondò la Società Geografica Italiana, espletando poi lincarico di Direttore con funzioni di Segretario Generale della stessa Società Geografica. Nel 1869 tornò in Egitto, dove fu inviato come Rappresentante Ufficiale del Governo Italiano alla solenne Inaugurazione dellApertura del Canale di Suez (Fig. 9). Con loccasione compì alcune escursioni lungo il Nilo, navigandolo sino alla Nubia. Nel 1870, insieme con il famoso botanico fiorentino Odoardo Beccari (Firenze 1843 - 1920) ed Arturo Issel (Genova 1842 - 1922), dalle coste del Mar Rosso (Massawa) si inoltrò nella Terra dei Bogos, dove rimasto solo, fu raggiunto in seguito dal Carlo Piaggia. Nel 1872 tornò di nuovo in Italia, a Firenze, per ricoprire incarichi vari per conto della Società Geografica Italiana. Nel 1875 effettuò un nuovo viaggio in Tunisia, a capo di una missione scientifica nella Regione degli Chotts e delle oasi della Tunisia Centro-meridionale (Fig. 10). A questo viaggio parteciparono vari illustri personaggi, tra i quali lo studioso perugino Giuseppe Bellucci (Perugia 1844 Perugia 1921). Rientrato in Italia, nel 1876 riuscì a farsi nominare dalla Società Geografica Italiana come Responsabile della Grande Spedizione ai Laghi Equatoriali. Dopo unadunanza pubblica ed un banchetto di saluti, in Roma il 7 marzo 1876, partì per Napoli, dove alle ore 20 del giorno seguente, alletà di 65 anni, insieme con lingegnere Giovanni Chiarini ed il preparatore Lorenzo Landini si imbarcò sulla nave Arabia, alla volta dellAbissinia (Fig. 11). Il Gruppo giunse al Porto di Zeilah il 3 maggio 1876 dove fu costretto a rimanere per circa un mese e mezzo, a causa di problemi insorti con le autorità locali. Il 19 giugno 1876 la Spedizione, con 70 dromedari e 125 casse, partì da Zeilah alla volta dello Scioa (Shéwa). Innumerevoli ed impreviste furono le avventure e disavventure che portarono la Spedizione nel cuore degli Altopiani dAbissinia. Nel 1877 il Re Menelik affidò allAntinori 95 ettari per listituzione di una Stazione Geografica in Lét Marefià, il primo Centro Studi Naturalistici italiano fondato fuori dai confini nazionali (Fig. 12). Nella mezzanotte del 26 agosto 1882 presso la Stazione Geografica di Lét Marefià, Orazio Antinori morì alletà di 71 anni. Il corpo dellAntinori fu sepolto sotto un vetusto esemplare di Sicomoro nel verde pianoro di Lét Marefià, ove ancora esiste il tumulo con le sue spoglie (Fig. 13). Naturalista-viaggiatore, patriota e combattente risorgimentale, cofondatore della Società Geografica Italiana, Padre degli esploratori italiani in Africa, fondatore del primo Centro Studi Scientifici italiano fuori dai confini nazionali, collezionista di campioni di storia naturale, tassidermista, donatore di importanti collezioni naturalistiche a numerosi musei italiani (Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino, Museo di Storia Naturale dellUniversità di Pavia, Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria di Genova, Museo di Zoologia dellUniversità di Firenze, Centro Studi dellErbario Tropicale dellUniversità di Firenze, Museo di Storia Naturale dellUniversità di Perugia, Museo Civico di Zoologia di Roma).
LAntinori fu uno dei primi naturalisti europei a studiare sul campo ambienti, flora e fauna delle regioni più interne del Corno dAfrica. In riconoscimento dei suoi studi pionieristici gli sono stati dedicati i termini tassonomici specifici di non pochi rappresentanti delle faune dellAfrica Nord-orientale. I rapporti culturali e le relazioni di amicizia intrattenute dallAntinori con alcuni dei più noti naturalisti-viaggiatori ed esploratori italiani dellepoca, quali Carlo Luciano Bonaparte, Giacomo Doria, Odoardo Beccari, Tommaso Salvadori, Arturo Issel, Luigi Maria DAlbertis, Carlo Piaggia, Antonio Cecchi, Giovanni Chiarini, Giuseppe Bellucci e molti altri ancora, consentiranno di estendere larea di interesse di tale percorso anche a questi personaggi, figure di primo piano per meglio comprendere la storia e levoluzione del pensiero scientifico e della museologia naturalistica italiana, come anche la storia delle esplorazioni italiane in altri continenti ed il contributo del nostro Paese alla scoperta della biodiversità mondiale.
1811 Nasce a Perugia
1828 Inizia gli studi presso il Collegio dei Padri Benedettini dellAbbazia di San Pietro in Perugia
1837 Si trasferisce a Roma
1837/1841 Collabora con Luciano Bonaparte per la realizzazione e pubblicazione dei libri Iconografia della fauna italica e Conspectus generum avium
1848 Combatte contro gli austriaci a Cornuda
1849 Combatte in difesa della Repubblica Romana
1849 Con la caduta della Repubblica Romana fugge in esilio in Grecia e poi si trasferisce a Costantinopoli
1849/1859 Continua l'esilio nell'Impero Ottomano
1859 Si trasferisce al Cairo e attraversa lEgitto e il Sudan risalendo il Nilo e spingendosi sino al Bahr el Ghazal in compagnia dell'esploratore lucchese Carlo Piaggia
1861 Termina l'esilio e rientra in Italia
1863 Si reca in Sardegna in compagnia dell'amico ornitologo Tommaso Salvadori
1866 Si reca in Tunisia e visita siti archeologici ed aree di interesse naturalistico
1867 Fonda la Società Geografica Italiana insieme a Cesare Correnti e Cristoforo Negri
1869 Partecipa come rappresentante ufficiale del Regno d'Italia alle solenni celebrazioni per l'inaugurazione del Canale di Suez
1870 Si reca nel Paese dei Bogos (odierna Eritrea) insieme all'amico botanico Odoardo Beccari
1872 Rientra in Italia
1875 Effettua un secondo viaggio in Tunisia
1876 Parte per la grande spedizione nel Regno di Shéwa, in Abissinia
1877 Fonda la Stazione Geografica Italiana di Lét Marefià
1877/1881 Effettua numerosi viaggi esplorativi nello Shéwa, mantenendo la sua base a Lét Marefià
1882 Muore a Lét Marefià
2013 Barili A., Gentili S., Romano B., 2013. "Orazio Antinori (Perugia 1811 Lét Marefià 1882) e la biodiversità degli Altopiani dEtiopia". Natura Soc. It. Sci. Nat. Museo civ. Stor. Nat. Milano, 2013, 103 (1): 19-32. 2011 Mazzotti S., 2011. Esploratori perduti. Codice Edizioni, Torino, 239 pp. 2010 Barili A., Rossi R., Gentili S., Romano B., "Lèt Marefià il luogo ove riposano i sapienti. Sulle orme del naturalista perugino Orazio Antinori (Perugia 1811 Lét Marefià 1882) alla riscoperta della biodiversità dellantico Regno di Shewa (Ethiopia)". Ali&no editrice, Perugia, 2010, 167 pp. Cerreti C., Barili A., Rossi R., Barocco R., Gentili S., Romano B., Raffaelli M., Tardelli M., Carbone L., Bozzato S., 2010. "LItalia, lEtiopia e Lét Marefià". Bollettino della Società Geografica Italiana, 3 (1): 169-202. 2009 Barili A., Gentili S., 2009. "Le collezioni esotiche di Storia Naturale di Orazio Antinori (1811-1882) e di Giulio Cicioni (1844-1923) conservate presso lUniversità degli Studi di Perugia". - Museologia scientifica Memorie, 4 /2009: 24. 2008 Barili A., Lapiana F., Gentili S., 2008. "La raccolta ornitologica di Orazio Antinori a Perugia. Un esercizio di memoria". Museologia scientifica Meorie, 2008, 2: 186-191. Barili A., Rossi R., Gentili S., Romano B., "Lét Marefià: il luogo ove riposano i sapienti". - Sul Livello del Mare, 2008b, 31: 40-45. 2007 Mancini M. C., "La spedizione della Società Geografica Italiana in Tunisia". In: Bonetti F., Mancini M. C. (eds.), La spedizione della Società Geografica Italiana nelle immagini di Lodovico Tuminello (pp. 7-16). FPM.Com Edizioni, Roma, 2007. Barili A., Gentili S., Romano B., "Un naturalista perugino nel Corno dAfrica". - ali&no editrice, Perugia, 2007. 2006 Rossi R., Barili A. & Gentili S., "I Primati delle collezioni scientifiche dellumbria". In Le Collezioni Primatologiche Italiane a cura di E. Bruner & S. Gippoliti, Istituto Italiano di Antropologia, Roma, 2006, pp. 133-170 2005 Settesoldi L., Tardelli M., Raffaelli M., "Esploratori Italiano nellafrica Orientale fra il 1870 ed il 1930. Missioni Scientifiche con Raccolte Botaniche Rilievi Geografici ed Etnografici". Centro Studi Erbario Tropicale, Firenze, 2005. 1992 Silvano Ambrogi, "Un arabo perugino. Vita e viaggi di Orazio Antinori in Egitto e nellEtiopia di Menelik", Torino, ERI, 1992. 1985 Migliorini E., "Orazio Antinori e la stazione di Lét Marefià", Napoli, 1985. 1984 Cardelli Antinori A., "Orazio Antinori, viaggiatore perugino dellottocento". In: Castelli E. (eds.), Orazio Antinori in Africa Centrale 1859 1861 (pp. 12-17). Soprintendenza Archeologica per lUmbria, Perugia, 1984. 1979 Zavatti S., "Uomini verso l'ignoto - Gli esploratori del Mondo", Gilberto Bagaloni Editore, Ancona, 1979. 1967 Zavatti S., "Dizionario degli esploratori e delle scoperte geografiche", Feltrinelli, Milano, 1967. 1961 R. Battaglia, "Antinori Orazio", in: AA. VV., Dizionario biografico degli italiani, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma, Ammirato-Arcoleto, vol. XV, 1961, pp. 464-467. 1955 E. Leone, "Le prime ricerche di una colonia e la esplorazione geografica, politica ed economica", in: Ministero degli Affari Esteri, Comitato per la documentazione dellopera dellItalia in Africa, LItalia in Africa, II, Roma, 1955, pp. 124-131, docc. Nn. 9 e 9 bis a pp. 284-88.
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Fonti documentarie
Taccuini originali di viaggio e testi dellAntinori conservati presso gli archivi e la Biblioteca Storica della Società Geografica Italiana nella Palazzina Mattei di Villa Celimontana in Roma, documenti e pubblicazioni dellArchivio Storico dellUniversità degli Studi di Perugia e del Museo Archeologico Nazionale dellUmbria (MANU), cataloghi originali dei campioni del Museo Zoologico della Libera Università di Perugia, cartellini originali dei campioni delle collezioni zoologiche storiche dellUniversità degli Studi di Perugia, cataloghi originali e cartellini dei campioni botanici dellErbario dellAntinori conservati presso il Museo Botanico dellUniversità degli Studi di Firenze.