(dal 1° Gennaio 2017 previsto come Museo e Biblioteca Storica Museale di Biomedicina)
A partire dal XVII sec. nello Studium Farnesiano compaiono manufatti anatomici ad opera di un "Gabinetto Anatomico e Patologico in Cera", la cui esistenza è ancora oggi motivo di indagine da parte della Direzione Scientifica del Museo. Tra il 1776 e il 1820, il "Gabinetto" fu retto dal Professore Anatomico di Ceroplastica Andrea Corsi, sotto la cui direzione sarebbero stati modellati tre corpi umani a grandezza naturale (come da documenti nell'Archivio di Stato di Parma) le cui fattezze ricordano le opere del fiorentino Clemente Susini. Di queste statue rimangono solo due esemplari che furono ritrovati nel 1949, attualmente conservati nellodierno Museo Dipartimentale S.BI.BI.T. (vedi oltre), uno dei quali è stato oggetto di recente restauro completo ad opera dellOpificio delle Pietre Dure di Firenze, nellambito del progetto MIUR Legge 6/2000 - ACPR_00312, volto alla valorizzazione e catalogazione dei materiali dei musei universitari italiani. Lattività ceroplastica si interrompe verso la metà del XIX secolo, per poi riprendere alla fine dell800 con lanatomico Lorenzo Tenchini, nel segno dellantropometria costituzionale-forense.
La collezione antropologico-criminale a lui intitolata comprende circa 400 crani di delinquenti ed emarginati ai quali corrisponde una raccolta di encefali mummificati (non visibili al pubblico) e una parte di preparati a secco di intere regioni del corpo umano, di corrente impiego didattico per le lezioni di Anatomia Umana agli studenti dellAteneo di Parma. A questi materiali sono associabili numerose riproduzioni in cera (maschere o moulages) del volto dei soggetti su cui Tenchini eseguì gli studi anatomici. In particolare, ad oggi sono state completamente restaurate 37 maschere, mentre 9 sono ancora in fase di recupero strutturale. A queste maschere corrispondono schede inerenti la storia personale e giudiziaria dei soggetti studiati da Tenchini, conservate presso la Biblioteca Storica Museale. Poiché il numero delle schede è molto superiore a quello dei moulages conservati nel Museo, è ragionevole credere che parte delle maschere sia andata perduta nel tempo. Tuttavia, altre sono conservate presso il Museo Lombroso di Torino, frutto di un trasferimento fortuito in quella sede accademica agli inizi del XX secolo, in occasione di un evento scientifico espositivo internazionale cui seguì, poco dopo il termine, la morte improvvisa di Tenchini e la mancanza di richiesta, da parte dellAteneo di Parma, di rientro di quei preziosi materiali, che ancora oggi costituiscono una delle maggiori attrazioni del Museo piemontese.
Nella prima metà degli anni 20 del XX sec. le collezioni anatomiche vengono raccolte nel Museo di Anatomia Umana Normale, collocato allinterno dellomonimo Istituto universitario, con sede presso lOspedale Maggiore di Parma.
A partire dalla metà del 900 si sviluppa la nuova ceroplastica anatomica, ad opera dei professori Gaetano Ottaviani e Giacomo Azzali. Vengono realizzate numerose riproduzioni tridimensionali in cera dei vasi linfatici di vertebrati, che costituiscono oggi la Collezione Ottaviani-Azzali.
Nel 2006 tutti i materiali ceroplastici e a secco vengono riorganizzati entro il Museo del Dipartimento di Anatomia Umana, Farmacologia e Scienze Medico-Forensi (M.A.F.S.), che accoglie anche reperti della sezione di Medicina Legale. Viene anche istituita una Direzione Scientifica, tenuta dal Prof. Roberto Toni.
Nel 2012, con la riforma dellUniversità, vengono istituiti il Museo Dipartimentale e la Biblioteca Storica Museale di Scienze Biomediche, Biotecnologiche e Traslazionali (S.Bi.Bi.T), nei quali sono trasferite tutte le collezioni del M.A.F.S., arricchite da ulteriori reperti umani collocati presso la sezione di Anatomia Patologica. A partire dal 1° Gennaio 2017, in relazione alla riforma dei Dipartimenti Universitari, voluta dal Magnifico Rettore dellAteneo di Parma, Prof. Loris Borghi e alla costituzione del Sistema Museale di Ateneo, promossa dal Delegato del Rettore Prof. Luca Trentadue, il Museo Dipartimentale e la Biblioteca Storica Museale S.BI.BI.T. sono previsti assumere la nuova denominazione di Museo e Biblioteca Storica Museale di Biomedicina.
Attualmente il Museo Dipartimentale e lannessa Biblioteca Storica Museale S.Bi.Bi.T. sono dotati di due siti web, in continuo sviluppo e adeguamento alle nuove esigenze didattiche e scientifiche universitarie, quello dipartimentale (http://www.anfamedmuseo.unipr.it/tenchini_it.html) e quello di Ateneo (http://www.musei.unipr.it/it/musei/museo-sbibit). Lattività di ricerca di questa struttura museale si estende dalla robotica biomedica, allorganogenesi umana, alle relazioni tra morfologia ed endocrinologia attraverso i secoli, alle tecniche di restauro ceroplastico basate su biomateriali.
L'identificazione della reale struttura e consistenza di questa straordinaria collezione è molto recente e in continuo ampliamento. Sino a pochissimo tempo addietro si riteneva che essa consistesse soltanto in una raccolta di oltre 400 teschi umani, di carattere antropologico-criminologico (ebefrenici, psicotici, malviventi, individui socialmente pericolosi) (figura 1A, volta cranica di un internato nel manicomio di Colorno, Parma), raccolti dal bresciano Lorenzo Tenchini (1852-1906), che insegnò anatomia a Parma alla fine dell'800, nel solco delle concezioni frenologiche di Franz Joseph Gall (1758-1828) e Johann Caspar Spurzheim (1776-1832).
Questa impostazione dottrinale si evince anche dalla presenza di alcuni pannelli di ossa derivanti dagli archi branchiali (ioide), il cui studio ambiva a identificare analogie strutturali tra l'osso ioide umano di soggetti socialmente emarginati o pericolosi e il più primitivo apparecchio ioideo multiosseo dei mammiferi, come previsto dalla teoria dell'atavismo di Cesare Lombroso, di cui Tenchini era un seguace.
Tuttavia, recenti ricerche condotte dalla Direzione Scientifica del Museo, in collaborazione con la cattedra di Storia della Medicina dell'Università di Brescia, hanno rivelato che a questi crani corrisponde una raccolta di encefali mummificati, attualmente non ancora visibili al pubblico e forse, almeno una parte di preparati macroscopici disidratati (così detti "a secco") di intere regioni del corpo umano, comprendenti ossa, muscoli, legamenti, fascie, nervi e vasi, questi ultimi iniettati con masse di diverso colore, soprattutto gesso, per differenziare le vene dalle arterie.
In collaborazione con l'ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, Energia, Ambiente), il CINECA (Consorzio Universitario per il Calcolo Automatico) e gli studenti dei Corsi di Attività Didattiche Elettive (ADE) di Teoria del Ragionamento Anatomico Sperimentale e Clinico e Neurosecrezione Ipotalamica del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, la Direzione Scientifica ha allestivo un percorso web ipertestuale, in continuo ampliamento, dei preparati macroscopici, che prevede la possibilità di navigare tridimensionalmente dalla loro superficie alla loro profondità, seguendo una prospettiva rotazionale. L'ipertesto, realizzato in collaborazione con Francesco Saggese, Lorella Camino, Sergio Petronilli, Severo Zambonelli e Antonella Guidazzoli, offre un esempio di questo progetto didattico e divulgativo, rivolto sia agli studenti dell'Università di Parma che al pubblico della rete in visita virtuale alla collezione.
Fatto quanto mai unico, ai preparati osteologici e a secco è associabile una serie di 46 riproduzioni in cera (maschere o moulages) del volto dei soggetti su cui Tenchini eseguì gli studi anatomici, ciascuna corredata da una breve scheda manoscritta inerente la loro storia personale e giudiziaria.
Tutti i preparati della collezione sono inquadrabili nell'ottica della ricerca antropometrica forense di fine '800, mediante la quale si tentava di correlare la configurazione morfologica di neurocranio, splancnocranio ed encefalo con le caratteristiche funzionali del comportamento, specie quello criminale. Tra il 2013 e il 2016 la collezione Tenchini è stata catalogata presso lIstituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD), nellambito del progetto MIUR Legge 6/2000 - ACPR_00312, volto alla valorizzazione e ricognizione dei beni dei musei universitari italiani e, entro il 2016, è prevista la pubblicazione di parte dei materali in un catalogo internazionale bilingue a cura dellEditore Skyrà.