Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI BARI
Michelangelo Merlin nacque il 4 dicembre 1910 a Trieste da padre italiano e madre croata. Parlava quindi anche il croato e il tedesco e in seguito imparò anche linglese e il francese. Si laureò prima in Economia e poi in Matematica a Padova, dove cominciò a frequentare lIstituto di Fisica, la cui progettazione era stata promossa da Bruno Rossi (1905-1993), nominato nel 1932 professore di Fisica Sperimentale nella città veneta. LIstituto di Fisica fu inaugurato nel 1937 e a quellepoca era uno dei più avanzati sia per concezione sia per strumentazione. Nel 1938, a causa delle leggi razziali fasciste, Rossi fu costretto a lasciare l'Italia e gli successe Antonio Rostagni (1903-1988).
In seguito allo scoppio della seconda guerra mondiale, Merlin dovette rinviare l'inizio della sua attività di ricerca e, come capitano degli alpini, fu in missione in Albania. Dopo l8 settembre venne catturato dai tedeschi e internato in campo di concentramento: quando seppero che si occupava di Fisica, i tedeschi gli chiesero di collaborare, ma egli rifiutò e riuscì a scampare al campo di concentramento.
Al ritorno dalla guerra entrò nellIstituto di Fisica di Padova, dove svolse la maggior parte della sua attività di ricerca nella classificazione della nuova famiglia di particelle elementari che in quegli anni venivano scoperte. Linteresse dei fisici si stava orientando verso la problematica delle misteriose radiazioni provenienti dal cosmo, i raggi cosmici. La gran parte delle scoperte si ebbe proprio, in quel periodo, grazie alla tecnica delle cosiddette emulsioni nucleari messa a punto a Bristol da Cecil Powell (1903-1969) e a Bruxelles da Giuseppe Occhialini (1907-1993). Si trattava di emulsioni di sali dargento spalmate su lastre di vetro: si era infatti scoperto che queste emulsioni erano sensibili non solo ai fotoni ma anche alle particelle cariche ionizzanti. Le lastre venivano impilate in pacchetti (in inglese stack), come le pagine di un libro, ed esposte alla radiazione: le particelle lasciavano così delle tracce che erano poi esaminate al microscopio in modo da stabilire molte proprietà delle particelle che le avevano prodotte e delle loro interazioni.
Merlin si recò a Bristol e a Bruxelles ad imparare questa tecnica e al suo ritorno allestì a Padova un laboratorio molto attrezzato, coinvolgendo un gruppo di giovani fisici.
Poiché le esposizioni a livello del mare non dettero più̀ novità̀ di rilievo, apparve importante esporre le emulsioni in alta montagna, dove lintensità̀ dei raggi cosmici è dieci volte maggiore. Si aumentò anche la quantità̀ di emulsioni e quindi il carico di lavoro di osservazione e di analisi, per cui divenne necessario attivare collaborazioni fra gli Istituti di diversi Paesi. Merlin dimostrò ben presto le sue doti di organizzatore: per portare le emulsioni sempre più̀ in alto, organizzò la costruzione nellIstituto di Fisica di palloni in polietilene, i lanci di questi e il recupero delle emulsioni.
Si fece promotore di un lancio in alta atmosfera sopra le Alpi Liguri di una quantità enorme, per quellepoca, di emulsioni: ben 63 kg! Lesperimento, compiuto da una vasta collaborazione internazionale fra laboratori europei, prese il nome di G-Stack, dove G sta per "giant". L'esperimento stabilì che le particelle in questione appartenevano tutte alla stessa specie e che i vari modi di decadimento osservati erano tutti dovuti a un unico tipo di particella che da allora è stata chiamata mesone K.
Merlin fu anche uno dei più attivi organizzatori dellanalisi delle emulsioni, che fu compiuta in un solo anno, nel 1955, e si concluse con pieno successo, stabilendo in maniera praticamente definitiva le proprietà delle nuove particelle.
Il G-Stack è rimasto nella letteratura come lelemento di transizione fra la little science, in cui una ricerca era condotta da un singolo studioso con qualche collaboratore, e la big science, in cui si richiedeva un'ampia collaborazione fra un gran numero di ricercatori appartenenti a più istituzioni: i 36 autori della prima pubblicazione furono un numero enorme per quellepoca.
Il successo dellesperimento G-Stack diede a Merlin grande visibilità in ambito accademico e nel dicembre del 1957 vinse il concorso a cattedra di Fisica Sperimentale, bandito dallUniversità di Bari. Quando nel 1958 giunse all'Università di Bari, dove rimase fino allinizio degli anni 70, grazie alle sue capacità umane, scientifiche e organizzative riuscì a qualificare la fisica barese e fu promotore della progettazione della nuova sede dell'Istituto di Fisica, che fu inaugurato il 6 novembre del 1963.
Contemporaneamente alla progettazione dellIstituto, Merlin pensò anche a come incrementare il numero degli studenti del Corso di Fisica e a come dotare l'Istituto di docenti qualificati e di tecnici specializzati. Realizzò quindi un Istituto con molte linee di ricerca inserite in contesti nazionali ed internazionali, anche al di fuori di quelle che erano le sue specifiche competenze, riservando a se stesso il compito di promotore ed organizzatore di un tale insieme. Se allatto dellinaugurazione dellIstituto, tutte le linee di ricerca promosse da Merlin erano già presenti e vitali, questa attività di promozione continuò e alla fine degli anni 60 si svilupparono nuovi ambiti di ricerca.
Nel nuovo edificio inaugurato nel 1963 fu possibile trasferire gli strumenti e gli apparecchi provenienti dal vecchio Istituto di Fisica e che oggi, in seguito a un'opera di recupero intrapresa a metà degli anni '90, costituiscono la Collezione degli strumenti d'epoca di Fisica dell'Università di Bari. Gli strumenti e gli apparecchi della Collezione storico-scientifica sono attualmente conservati ed esposti in teche al primo piano dell'edificio, in un'ampia e luminosa zona denominata Anti-aule che funge anche da accesso alle aule principali del Dipartimento Interateneo di Fisica: la scelta di tale luogo era, nell'intento di Merlin, strettamente collegata alla valorizzazione degli strumenti in quanto essi potevano essere utilizzati come ausilio e come integrazione alla didattica.
Nonostante latteggiamento freddo e un po laconico, Merlin è ricordato dai suoi primi allievi come un uomo affabile e un piacevole conversatore. Sul lavoro non si perdeva mai in chiacchiere, era molto concreto e tenace nel perseguire un obiettivo, ma estremamente cortese nei rapporti umani. Era dotato di grande carisma, sapeva riconoscere e premiare il merito spontaneamente ed era profondamente e sinceramente democratico, non a parole ma nei fatti. Merlin amò molto la Puglia, che visitò con la moglie Oplinia Hieke (1915-2006), affascinato dalle bellezze naturali e artistiche.
Si adoperò molto per lUniversità di Bari: fu lispiratore del concetto di edilizia di Facoltà favorevole alla realizzazione di singoli edifici a carattere dipartimentale raccolti in un comprensorio unico, quale è poi lattuale Campus. Con un occhio allo sviluppo del territorio, nel 1965 organizzò alla Fiera del Levante il Convegno Linformatica e lo sviluppo del Mezzogiorno, come parte di quel complesso di iniziative che poi sfociarono nel Centro Studi ed Applicazioni in Tecnologie Avanzate (CSATA).
In quegli anni un primo riconoscimento della sua opera fu la Targa dellamicizia, istituita su iniziativa delleditore Macinagrossa, conferitagli nel 1967-68.
Alla fine del 1970, si trasferì allUniversità di Venezia. Mantenne lincarico di un insegnamento in Facoltà e con esso la direzione dellIstituto per la. a. 1970-71, facendo la spola tra Bari e Venezia e lasciò definitivamente Bari nel 1972.
Nel corso degli anni il legame affettivo tra lIstituto (divenuto poi Dipartimento nel 1982) e il suo fondatore non è mai venuto meno e vi sono state occasioni per rinsaldarlo. Nel 1980, in occasione del suo 70° compleanno, gli fu conferita la cittadinanza onoraria con la consegna delle chiavi della Città da parte del Sindaco di Bari. Per celebrare i primi 25 anni di vita dellIstituto fu organizzata nella primavera del 1989 una giornata di studio su Il ruolo dellUniversità di Bari nello sviluppo del Mezzogiorno il contributo del Dipartimento di Fisica e in questa occasione fu conferito al prof. Merlin il sigillo doro dellUniversità di Bari.
Il 12 gennaio 2004, a distanza di due anni dalla morte di Merlin avvenuta a Padova alletà di 92 anni, il Dipartimento è stato intitolato al suo nome. Michelangelo Merlin è stato non solo il fondatore delledificio, ma può a giusto titolo essere considerato anche il padre della fisica barese.
4 dicembre 1910 nasce a Trieste
1929-1940 si laurea in Economia e successivamente in Matematica a Padova e comincia a frequentare lIstituto di Fisica di Padova
1940-1943 durante la seconda guerra mondiale è capitano degli alpini in missione in Albania
1943 è catturato dai tedeschi e internato in campo di concentramento da cui riesce a scampare
1945-1949 ritorna allIstituto di Fisica di Padova e si reca a Bristol e a Bruxelles per lattività di ricerca sui raggi cosmici
1950-1952 allestisce a Padova un laboratorio di ricerca; progetta e conduce esperimenti in collaborazione europea
1953 esperimento G-stack
1957 vince il concorso a cattedra di Fisica sperimentale bandito dallUniversità di Bari
1958 arriva a Bari come vincitore della cattedra di Fisica sperimentale
1959 cerimonia di posa della prima pietra per la costruzione della nuova sede dellIstituto di Fisica
6 novembre 1963 inaugurazione della nuova sede dellIstituto di Fisica
1967 conferimento della Targa dellamicizia, istituita su iniziativa delleditore Macinagrossa
1970 si trasferisce allUniversità di Venezia
1980 in occasione del suo 70° compleanno conferimento della cittadinanza onoraria con la consegna delle chiavi della Città da parte del Sindaco di Bari
1989 conferimento del sigillo doro dellUniversità di Bari da parte del Rettore, in occasione del 25° anno di vita del Dipartimento di Fisica
16 ottobre 2002 muore a Padova
12 gennaio 2004 il Dipartimento di Fisica dellUniversità di Bari è intitolato al suo nome
Ghidini B. (2013). Michelangelo Merlin e gli studi di Fisica nell'Università di Bari. Annali di storia delle università Italiane, 17, p. 273-296. Consultabile sul sito web del Centro Interuniversitario per la Storia delle Università Italiane:
http://www.cisui.unibo.it/annali/17/testi/15_Ghidini_frameset.htm
Dipartimento di Fisica e Astronomia Galileo Galilei dellUniversità di Padova (Ed.) (2012). La fisica dei raggi cosmici a Padova da Bruno Rossi al G-Stack ... e oltre. Mostra fotografica, 24 maggio-24 luglio 2012. Consultabile sul sito web del Dipartimento di Fisica Dipartimento di Fisica e Astronomia Galileo Galilei dellUniversità di Padova: http://divulgazione.fisica.unipd.it/musei-e-mostre/archivio-mostre/la-fisica-dei-raggi-cosmici-a-padova-da-bruno-rossi-al-g-stack-ed-oltre/
Formica G. (Ed.) (2007). Michelangelo Merlin, padre della fisica barese. In de Ceglie F. (Ed.). Scienziati di Puglia secoli V a. C. - XXI d. C. Bari: Adda.
Baldo Ceolin M. (2005). Misko Merlin. Maestro e Amico. Venezia: Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Consultabile sul sito web dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti: http://www.istitutoveneto.it/flex/FixedPages/Common/accademici_deceduti.php/L/IT/IDS/23.