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Università di Cagliari - Luoghi di visita

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Luoghi di visita 


Palazzo Belgrano, Rettorato: ingresso all'ex-Seminario Tridentino e alla Collez. Piloni e ingresso principale

Il Palazzo del Rettorato

Il palazzo del Rettorato, inaugurato  1° novembre 1769, è stato progettato dall’ingegnere Saverio Belgrano di Famolasco. Si tratta di uno degli edifici più importanti realizzati dall’amministrazione Sabauda nel Settecento e rientra nell’ambito del cosiddetto riformismo illuministico che ha interessato la dominazione piemontese nell’Isola, modificando l’aspetto del centro storico di Cagliari.  Nella lunga facciata scandita da un ordine di lesene si aprono due portali che immettono rispettivamente alla sede del Rettorato e all'ex Seminario Tridentino.

Molti sono gli ambienti di interesse artistico all’interno dell’intero complesso. Nel palazzo del Rettorato si distingue, al primo piano, l’Aula Magna con le sue decorazioni pittoriche e gli stucchi del soffitto e delle pareti che risalgono al 1926, anno nel quale si conclusero i lavori della grande sala eseguiti interamente dal pittore sardo Filippo Figari. Si citano inoltre gli affreschi ottocenteschi nel soffitto dell’Archivio Storico, al piano terra, e la galleria dei ritratti dei Rettori dal Settecento a oggi, ospitata al primo piano nell’androne che conduce alla stanza del Magnifico Rettore.

Nell’ala dell’edificio che ospitava l’ex seminario Tridentino si trovano la Cappella tridentina, con la volta a botte riccamente affrescata, la sala settecentesca, che conserva intatti gli arredi lignei del XVIII secolo, e  la Collezione Luigi Piloni. Quest’ultima, di notevole pregio, è stata donata all’Università di Cagliari nel 1980 da Luigi Piloni, originario di Serdiana, funzionario del Ministero dei Lavori Pubblici, studioso e appassionato d’arte e di storia della sua terra d’origine.  Si trovano esposte nelle sette sale circa novecento opere, dai ritratti di personaggi illustri che hanno segnato la storia della Sardegna alla consistente raccolta di dipinti, importante testimonianza del percorso della storia delle arti visive in Sardegna dal Cinquecento al tardo Novecento. Si distingue, inoltre, per la sua unicità la collezione di oltre 140 carte geografiche per la maggior parte relative alla rappresentazione della Sardegna; un corpus prezioso, per la storia della cartografia isolana che, unito alle stampe raffiguranti l’immagine della città di Cagliari, consente di ricostruire la storia della rappresentazione dell’Isola e del suo capoluogo dal XVI al XIX sec. 

 


A sinistra, in alto: panoramica sulla Cittadella dei Musei; A sinistra in basso: Cittadella dei Musei, interno, con le sculture in marmo dell'artista Anna Saba. A destra: Particolare del portale neoclassico d'ingresso alla Cittadella dei Musei. Il portone in bronzo (1979) è opera degli artisti Mario Salazzari e Riccardo Cassini

La Cittadella dei Musei

Sita nel quartiere storico di Castello, la Cittadella dei Musei sorge in una zona che ancora oggi conserva attestazioni archeologiche risalenti all'epoca punica e romana. Nel XIV secolo i pisani sfruttarono lo sperone roccioso rinforzandolo con un poderoso sistema murario di fortificazione che, pur subendo modificazioni nei secoli successivi durante le dominazioni spagnola e sabauda, mantenne inalterato il suo ruolo militare diventando prima Regio Arsenale e poi sede di caserme fino alla metà degli anni '50 del secolo scorso.

In essa a partire dalla fine degli anni '60 del novecento, dopo  una campagna di scavi archeologici (1966) che riportarono alla luce le strutture più antiche, fu realizzato un complesso, progettato e realizzato dagli architetti Piero Gazzola e Libero Cecchini, destinato a ospitare parte del vasto patrimonio museale e alcune istituzioni culturali di Cagliari. Al suo interno, infatti, hanno sede il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari (link), la Pinacoteca Nazionale (link), la Collezione Luigi Cocco del Museo Etnografico Regionale (link), la Collezione Comunale di Arte Siamese "Stefano Cardu" (link), la sezione di Archeologia e Storia dell'arte del Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio (link) e tre Collezioni universitarie: la Collezione di Industrie litiche [ Vai alla collezione ], la Collezione archeologica Evan Gorga [ Vai alla collezione ] e la Collezione di Cere Anatomiche di Clemente Susini (link) [ Vai alla collezione ].

Negli spazi aperti e nei giardini sono esposti il busto di Giuseppe Peretti, Rettore dell’Università degli Studi di Cagliari (1955-1970) e fondatore della Cittadella dei Musei e opere dell'artista sarda Anna Saba. Allo scultore Pinuccio Sciola si deve la realizzazione della "Pietra Sonante" posta in occasione della intitolazione della Cittadella, nel febbraio 2013, al Professor Giovanni Lilliu figura di spicco nella storia dell'archeologia sarda e autore dell'insediamento nel 1979, in parte dei suoi locali, dell'allora Istituto di Antichità, Archeologia e Arte del quale fu il primo Direttore allo scopo di “saldare il servizio didattico e scientifico universitario a quello sociale degli organismi museali, realizzando l’idea di ‘struttura culturale unitaria’, che sta all’origine del tessuto edilizio e della composizione architettonica della Cittadella”.

 


A sinistra, in alto: Grossa cisterna a forma di trifoglio. L’origine è punica, ma l’uso razionale è romano. Attualmente è utilizzata come riserva per i giochi d’acqua e per i laghetti artificiali creati all’interno del palmeto. A sinistra, inbasso, Interno della cisterna romana di circa 160 m3, faceva parte del ramo terminale di un acquedotto romano che portava l’acqua da Villamassargia a Cagliari. A destra: Anfiteatro Romano e sullo sfondo l’Orto Botanico

Hortus Botanicus Karalitanus

L’Orto Botanico dell’Università di Cagliari (Hortus Botanicus Karalitanus) si estende per 5 ettari lungo la “Valle di Palabanda”, sito di interesse archeologico compreso  tra l’Anfiteatro Romano e la Villa di Tigellio. L’area fu acquistata dall'Università nel 1863 e il progetto fu affidato all'Architetto Gaetano Cima.  I lavori di sterro iniziarono nel 1864 sotto la guida del fondatore, Prof. Patrizio Gennari e l'inaugurazione avvenne il 15 novembre del 1866. Gennari si prefiggeva di acclimatare piante provenienti da diverse aree geografiche anche allo scopo di utilizzarle come materiale di scambio con altri Orti Botanici oltreché fornirle per il verde della città : “un Orto modello destinato a svolgere presso noi l’industria orticola, uno stabilimento de’ meglio disposti per ragioni di clima a grandi esperienze di acclimazione e un vero vivaio degli Orti botanici del continente”.

Nel 1874 venne pubblicata la prima “Guida dell’Orto Botanico” della Regia Università di Cagliari”. All’interno, sono presenti alcune cisterne romane in buono stato di conservazione, un pozzo romano a noria, una vasca a trifoglio, il  libarium di epoca romana, dedicato a Patrizio Gennari, che ospita esemplari rigogliosi di Monstera deliciosa Liebm., la Cava Romana in cui sono visibili le tracce di un sistema idrico anch’esso di epoca romana e si possono ammirare due esemplari ultracentenari di Ficus macrophylla Roxb. et Buch.-Ham ex Sm. subsp. columnaris (C.Moore) D.J.Dixon che fanno da tetto alla cava e una ricca collezione di felci.

L’Orto per le sue caratteristiche microclimatiche, presenta diversi settori tra cui il settore medicinale (Hortus Simplicium), il settore mediterraneo, il palmeto, l’area delle piante succulente, che sfrutta la naturale vocazione delle aree aride e degli affioramenti rocciosi che si completa con due serre per le collezioni delle specie succulente (Serra Martinoli e Serra Syrbe), la “roccaglia” della biodiversità che ospita una collezione di specie endemiche, rare e/o in pericolo di estinzione del Mediterraneo occidentale e della Sardegna.

Percorrendo il viale centrale si può ammirare tre vasche in cui vegetano diversi tipi di piante acquatiche quella in cui dominano alcune specie del genere Nymphaea, a cui si accompagnano Nuphar lutea (L.) Sm. e Pontederia cordata L., la vasca del Fior di loto (Nelumbo nucifera Gaertn.)  con splendide fioriture estive e la vasca del Papiro (Cyperus papyrus L.).

Si possono inoltre ammirare esemplari arborei di notevoli dimensioni. La messa a dimora di questi alberi vetusti risale, per buona parte, alla fase costitutiva, quando lo scopo era quello di creare uno stabilimento per l’acclimatazione di specie esotiche, soprattutto tropicali, al fine di stimolare lo sviluppo dell’attività vivaistica e con l’intento di ricreare un arboreto tropicale. In particolare, oltre al Taxodium distichum (L.) Rich., maestosi esemplari di Dracaena draco L. (Fig. 11), Phytolacca dioica (L.) Moq. e, soprattutto, un monumentale esemplare, raro nelle sue dimensioni, di Euphorbia canariensis L. occupa un’area di circa 100 mq ed è probabilmente tra i più grandi esistenti al di fuori del suo areale di origine . Nella parte settentrionale dell’Orto è ubicato il Museo Botanico nelle cui sale sono esposti antichi strumenti scientifici e preparati didattici risalenti alla fine dell’800 e ai primi del 900. È inoltre esposta la prima pianta dell’Orto Botanico disegnata nel 1867 dal capo giardiniere Giò Battista Canepa secondo le indicazioni di Patrizio Gennari.

 


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