Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DI CAGLIARI
Il Museo di Fisica di Sardegna - come molti musei scientifici universitari- non è nato per essere un museo, bensì come dotazione di strumenti in uso a fini didattici e di ricerca scientifica. Col tempo poi molti di questi strumenti hanno perso la loro finalità iniziale e adesso ci testimoniano lo sviluppo delle conoscenze scientifiche nei secoli scorsi.
È chiaro quindi che gli strumenti più antichi risalgono al momento in cui presso l’Università di Cagliari sono cominciati regolari corsi di Fisica, cioè dopo la riforma degli studi voluta da Carlo Emanuele III nel 1764 (anche se la fondazione dell’Ateneo risale a 160 anni prima).
Il primo nucleo di strumenti che si è voluto documentare è costituito dalla dotazione del Gabinetto di Fisica nella seconda metà del ‘700,che dimostra come a Cagliari si insegnassero e si dimostrassero le leggi fondamentali della Meccanica e della Meccanica dei Fluidi. E qui l’interesse sta già nel fatto che questi strumenti, riportati in inventari dell’epoca, siano arrivati fino a noi dopo tante vicissitudini dovute all’uso, ai trasferimenti di sede e non ultimo ai bombardamenti della seconda Guerra Mondiale.
È presente un secondo nucleo di strumenti della prima metà del ‘800, che non si distingue tanto per lo studio di leggi innovative, quanto per una maggior cura nella precisione delle misure ed anche per una certa eleganza estetica, tipica dell’epoca.
Ma è naturalmente col secondo ‘800 e con lo sviluppo dell’elettromagnetismo che la strumentazione presente nel Museo aumenta considerevolmente sia con esemplari di fabbricazione industriale, sia con esemplari costruiti o modificati in loco. A questo punto non si può non citare il pezzo forse più prezioso di tutta la collezione storica e cioè la dinamo costruita da Antonio Pacinotti durante gli anni (1873-1881) in cui ricoprì la cattedra di Fisica presso l’Università di Cagliari. Si tratta – come è ben noto- del prototipo con il quale si è dimostrata la possibilità di produrre correnti sfruttando l’energia meccanica e quindi di costruire quei motori che avrebbero dato luogo alla seconda rivoluzione industriale.
Va citata anche la strumentazione applicata alla Medicina, inizialmente soprattutto di tipo didattico (modelli degli organi di senso), ma poi evoluta anche alla parte di ricerca: notevole la collezione di tubi a raggi X.
Ovviamente la parte relativa al XX secolo è molto più ampia, non fosse altro per la vicinanza nel tempo, anche se non tutta può essere esposta. Tra l’altro i progressi scientifici sono diventati molto più rapidi, rendendo di fatto storici strumenti relativamente recenti: una delle ultime acquisizioni del Museo è stato il primo laser all’He-Ne arrivato in Dipartimento per la ricerca a metà degli anni 60.
Ideata da Erone d’Alessandria (50-120 d.C.) serve a illustrare le leggi dell’idrodinamica. Rientra tra gli strumenti inviati nel 1764 da Carlo Emanuele III al nuovo professore di Fisica Padre Cossu come dotazione del Gabinetto di Fisica istituito nell’occasione. Chiaramente la valenza dello strumento è soprattutto didattica: già all’epoca della costruzione i principi fisici che voleva dimostrare erano ampiamente acquisiti. L’interesse risiede però nell’essere uno strumento che si è conservato dalla costituzione del Gabinetto di Fisica.
Utilizzata per studiare le leggi di caduta dei gravi è stata ideata da Atwood nel 1784; costruita nel 1828, compare senza data di acquisto nel primo inventario del Gabinetto di Fisica risalente al 1872. In questo caso si tratta quindi di uno strumento abbastanza prossimo nel tempo al prototipo da cui deriva ed è già indicativo di uno spirito molto più moderno di fare misure quantitativamente precise. Attraverso un meccanismo di carrucole e di contrappesi si può studiare il moto di un corpo sotto l’azione di una forza costante senza che raggiunga velocità troppo elevate che comporterebbero la necessità di intervalli di tempo troppo piccoli per essere misurati con ragionevole precisione.
Esemplare di mappamondo destinato alle scuole francesi e realizzato nel 1838. Compare senza data di acquisto nel primo inventario del Gabinetto di Fisica risalente al 1872. Come indica una scritta (adopté par le Conseil Royal de l’instruction publique) era utilizzato nelle scuole francesi e non solo. È l’opera di un importante cartografo, ma naturalmente per lo scopo e la diffusione che si proponeva non può essere estremamente dettagliato.