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La luna e il sole nel bosco: la biodiversità nella Tuscia

Itinerario a cura dell'UNIVERSITÀ DELLA TUSCIA

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La Collezione di Anatomia Comparata e Zoologia e lo Xylarium dell'Università della Tuscia uniscono le proprie forze per presentare, in questo itinerario, un ambiente a noi familiare, ricco di segreti e di biodiversità: il bosco. Si tratta di un ambiente complesso, stratificato ed abitato da organismi vegetali ed animali, in cui le dinamiche di evoluzione degli uni e degli altri sono fortemente correlate. 

Foto 1 e 2. Mancanza totale di rinnovazione dovuta ad un carico eccessivo di cinghiali nel soprassuolo.   Foto 3 e 4 . Querceto e vegetazione rupestre (bagolari e lecci) a Corviano – Soriano nel Cimino foto 5. faggeta – Soriano nel Cimino foto 6. ceduo di castagno – San Martino

Il bosco: un intreccio di relazioni ecosistemiche

La distribuzione delle specie arboree dipende da molti fattori ambientali, in particolare dal clima, ma hanno un ruolo fondamentale le condizioni di luce ed esposizione dei versanti, la vicinanza a corsi d’acqua, le caratteristiche del suolo, nonché le dinamiche di competizione tra le piante, ma soprattutto il grado di antropizzazione del territorio. Nell’ambiente ipogeo possiamo trovare diverse forme biotiche come le radici delle piante, i tartufi e le tane di alcuni animali, come la talpa-Talpa europeae ed alcuni insetti terricoli (coleotteri-Coleoptera sp., scorpioni-Euscorpius sp. , ragni, cavallette-Caelifera sp., farfalle-larve di Lepidottera sp.. Sul terreno crescono anche funghi,muschi , molte piace erbacee alcune caratterizzate dalla fioritura bella e decisamente evidente. Nel sottobosco si trovano piccoli arbusti, felci ma anche la rinnovazione degli alberi e piante dominate e deperienti. Si possono trovare, vicino a fonti d’acqua anche anfibi rospo-Bufo bufo, lucertole-Podarcis muralis bisce-Natrix natrix a comportamento prettamente diurno.

Il rapporto con la fauna è talora contraddittorio e a fasi alterne. È vero che alcune specie animali traggono dal bosco il proprio sostentamento e trovano in esso il proprio rifugio; è però altrettanto vero che alcuni danneggiano irreversibilmente la vegetazione, impediscono la rinnovazione della cenosi vegetale, mettendo in serio repentaglio la capacità degli ecosistemi di rinnovarsi e di evolversi. Sotto questo profilo è ben noto come il carico eccessivo di pascolamento (bovini,ovini e caprini) nel bosco compromette la biodiversità dell’ecosistema. Infine, va detto come l’equilibrio fauna-flora è poi in tempi recenti stato fortemente alterato dai cambiamenti climatici globali e dalla forte antropizzazione del territorio.

Descrizione del bosco dal punto di vista xilologico

Con questo termine si intende la flora a portamento arboreo o arbustivo con xilema, sia nella condizione di soprassuolo che la necromassa sul terreno, nel suo ruolo di conservazione della biodiversità vegetale ma anche faunistica. La Tuscia è caratterizzata da un gradiente fitoclimatico,così come definito dalla classificazione di Pavari, che parte dal Lauretum, e si spinge fino alle propaggini del Castanetum freddo ovvero Fagetum caldo. Alcuni microhabitat come quelli lacustri (Lago di Bolsena, Bracciano, Martignano e Monterosi) concorrono poi ad una ulteriore diversificazione delle cenosi vegetali. Nella fascia costiera dominano le formazioni di pinete mediterranee (Pinus pinea L., (C60) Pinus halepensis Mill.), con lembi di macchia mediterranea caratterizzati da leccio (Quercus ilex L.) (C61) filliera (Phyllirea cf. latifolia L..), Corbezzolo (Arbutus unedo L.) e lentisco (Pistacia lentiscus L.) e sebbene meno frequentemente, terebinto (Pistacia terebinthus L). Ci sono poi anche alcune formazioni di sughera (Quercus suber L.) (C18).

La maggior parte della superficie è però occupata da formazioni di querce caducifoglie come cerro (Quercus cerris L.) (C19) e roverella (Quercus pubescens Willd.) (C52), in formazioni dense e articolate con specie pregiate che arricchiscono notevolmente la biodiversità delle formazioni come il corniolo (Cornus mas (C58), il ginepro comune (Juniperus communis L.) (C59) ma anche il melo (Prunus sylvestis Mill.) (C83),  il ciliegio selvatico (Prunus avium L.) (C86) e il nocciolo (C82) (Corylus avellana L.). Sono fortemente caratterizzanti il paesaggiodella Tuscia i cedui di castagno (Castanea sativa Mill.) (C64), i castagneti da frutto e l’olivo (Olea europaea L.) (C37). Esistono poi dei lembi relittuali di faggete (C11) (Fagus sylvatica L.)

Il bosco: una moltitudine di micro-ambienti dove trovano ricovero molti animali

Un elenco della fauna che può essere ritrovata nel bosco non può che essere fortemente limitante sia quella diurna che notturna. Le forme di vita sono nell’ambiente ipogeo, sugli alberi, nelle radici, nel fusto, nelle foglie.

Negli alberi fanno il nido gli uccelli insettivori e granivori. Di giorno vi sono tanti uccelli granivori come il pettirosso, e qualche falco (falco pecchiaiolo Pernis apivorus; e falco della palude, Circus aeroginosus) in cerca di uccellini da predare; mentre di notte si aggirano gli uccelli predatori come la civetta, il gufo ed il barbagianni-Tyto alba. I rapaci sono vulnerabili ed a rischio di estinzione per l’intensa antropizzazione del territorio. Per fare un esempio tra i più conosciuti fortemente minacciato è il falco pescatore (Pandion haliaetus) che nidifica sui pini costieri. Molti mammiferi e roditori colonizzano il bosco, nelle cavità dei tronchi vivono piccoli mammiferi che sono attivi nelle ore diurne come lo scoiattolo-Sciurus vulgaris o il toporagno Sorex araneus; oppure notturne come il pipistrello-Pipistrellus sp. Ed il topo comune-Apodemus sp. Diversificata è anche la fauna in prossimità dei corsi d’acqua dove si rinvengono soprattutto anfibi e rettili. Nelle ore diurne i rettili si spostano tra i tronchi, comuni sono le lucertole ma si possono trovare anche altri rettili come le tartarughe, vipere (Vipera aspis) e bisce (Natrix natrix).

Mammiferi di più) grandi dimensioni si aggirano soprattutto di notte come la volpe- Canis volpe in cerca di piccole prede oppure l’istrice-Hystrix Cristata od anche il cinghiale-Sus scrofa in cerca di cibo.

La biomassa arborea e la necromassa sono la garanzia di una biodiversità a tutti i livelli dell’ecosistema. Una rassegna di alcuni elementi rappresentativi della fauna della Tuscia è disponibile alla pagina "ESPLORA LE COLLEZIONI " dove è visibile una selezione della collezione di anatomia comparata del Sistema Museale d'Ateneo. Altre collezioni dello SMA, come quella Entomologica e quella di Zoologia del suolo e delle acque interne, permettono di ampliare la comprensione del regno animale.

 

Testo e immagini: Nicla Romano, Manuela Romagnoli

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