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L’Agrobiodiversità abruzzese: tra tradizione e tutela

Percorso educativo a cura dell'UNIVERSITÀ DI CHIETI-PESCARA

 

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IMMAGINI RELATIVE AL PROGETTO

1 - Triticum durum var. Barbone - varietà locale di grano duro  tipica del territorio teatino

2 - Phaseolus vulgaris  - varietà locale di fagiolo detta  fagiolo socere e nore.

3 - Arbutus unedo -  Corbezzolo,  nome dialettale: ‘mbriachelle.

4 - Helianthus tuberosus -  Topinambur,  nome dialettale: taratuffe.
APPROFONDIMENTI (prima della visita al museo)
Il mondo vegetale
APPROFONDIMENTI (dopo la visita al museo)
Biodiversità in tavola - Materiali per le scuole del Parco Naz. della Majella
Le Varietà Agricole Autoctone del Parco Naz. della Majella

 

Aree disciplinari:

Obiettivo generale

Acquisire la consapevolezza della diversità vegetale presente nei luoghi in cui si vive quale patrimonio da salvaguardare, promuovere e valorizzare, mantenendo vitali le varietà autoctone ed il loro legame con la cultura e l’evolversi delle tradizioni del posto.

Obiettivo specifico del percorso

Affrontare il tema dell’agrobiodiversità, attraverso l’osservazione e lo studio delle varietà botaniche locali più comuni. La tutela, la valorizzazione e la conservazione di un “bene”  si fondano sulla profonda conoscenza del “bene” stesso, in modo da poter mettere in atto progetti e strategie specifiche e mirate. Introduzione all’etnobotanica.

Modalità di conseguimento dell’obiettivo

Gli obiettivi del percorso verranno attuati attraverso le fasi di osservazione, raccolta e organizzazione dei dati. I campioni da esaminare saranno diversi in base ai periodi dell’anno in cui si effettuerà il percorso.

Metodo

  1.  
  2. Domanda
  3.  

Che cosa sono l’agrobiodiversità e l’etnobotanica? In cosa differiscono? Hanno obiettivi comuni?

  1.  
  2. Ricerca ed esperimento
  3.  

I partecipanti dovranno ricercare le piante più comuni del proprio territorio e scoprire la presenza di varietà locali. Dovranno essere valutati i dati biologici (tassonomia, caratteri botanici, ambiente e tecniche colturali),  e raccogliere informazioni sul loro uso (alimentare, terapeutico, ed altro).  Nel caso di piante alimentari, i prodotti, quando possibile dovranno essere anche assaggiati per valutare a pieno le differenze.

  1.  
  2. Dati e conclusione
  3.  

I dati saranno organizzati in schede, la cui struttura (dare la preferenza ai dati biologici, favorire i dati culturali, oppure optare per schede miste), dovrà essere decisa dagli stessi studenti. Verrà, infine effettuato un confronto con i reperti della collezione Botanica presenti nel Museo universitario, frutti e semi risalenti ai primi decenni del 1900.

  1.  
  2. Condivisione
  3.  

Alla fine del percorso, i partecipanti produrranno una  relazione (presentazione PPTX, PDF o altro)sul lavoro svolto: obiettivi, metodi, materiali e conclusioni.

Articolazione percorso

L’attività di ricerca inizierà con delle interviste ad esperti del settore, familiari, conoscenti.  Una buona soluzione è recarsi in un mercato di frutta e verdura i cui venditori sono, nella maggior parte dei casi, anche produttori, quindi contadini (nel caso specifico di Chieti, un mercatino “della Verdura” si trova a soli 100 metri dal Museo). Agli intervistati  si chiederà, innanzi tutto, il luogo di provenienza e quale è la pianta che caratterizza il proprio territorio e di seguito: il nome comune in italiano e nome dialettale della pianta, le  caratteristiche fisiche e l’uso prevalente.  I partecipanti potranno lavorare singolarmente o in gruppi, anche con una distinzione di compiti appropriata alle capacità e competenze di ogni studente.  L’organizzazione dei dati, sarà effettuata in base ai tempi a disposizione.

Restituzione

Per la divulgazione del materiale: schede, foto e video, gli studenti potranno optare per una pubblicazione cartacea, con supporto multimediale, oppure una pubblicazione on-line, sui siti istituzionali della propria scuola.

Bibliografia

Ciccarese L., Calicchia S., Bonaventura S., (2010), Alla scoperta della biodiversità, ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

Alessandro M. A., Calicchia S., Polidori P., Sbreglia N., Bianco P. M., (2015), Biodiversità e frutti dimenticati delle regioni italiane – Opuscolo di educazione ambientale,  ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

Caneva G., Pieroni A., Guarrera P. M., (2013), Etnobotanica. Conservazione di un patrimonio culturale come risorsa per uno sviluppo sostenibile, Bari, Edipuglia.

Di Santo M., Silveri D., (2004), Le Varietà Agricole Autoctone del Parco Nazionale della Majella,  Caramanico Terme (PE), Majambiente Edizioni.

Manzi A.,  (2001), Flora popolare d'Abruzzo,  Lanciano (CH), Ed. Carabba.

Manzi A.,  (2006), Origine e storia delle piante coltivate in Abruzzo, Lanciano (CH), Ed. Carabba.

Massetti Y. , (1993), Medicina e Cultura Popolare in Abruzzo tra Ottocento e Novecento, Cerchio, (AQ),  Adelmo Polla Editore.

 

       

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