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Il papiro: la scoperta di un antico paesaggio culturale - Museo

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Inaugurato il 22 giugno del 2007, il Museo nacque per dare sistemazione e valorizzazione adeguate alla raccolta di papiri acquistati dal 1992 sul mercato antiquario italiano e straniero. La Collezione dei papiri leccesi, contrassegnata dalla sigla PUL (Papyri Universitatis Lupiensis), attualmente è costituita da oltre 400 papiri, gran parte dei quali sono greci e demotici, ma non mancano papiri geroglifici, ieratici e copti.

Allogato al piano terra del “Palazzo Palladiano”, uno splendido edificio settecentesco, situato all’interno del complesso universitario “Studium 2000” in via di Valesio, il Museo Papirologico costituisce un vero e proprio unicum in Europa, se si eccettua il Papyrusmuseum della Biblioteca Nazionale di Vienna. Esso si articola in un vestibolo, cinque sale e un Laboratorio.

Nel vestibolo, che costituisce una sorta di introduzione al Museo e alle sue collezioni, sono esposti immagini e riproduzioni variamente legate alla nascita della Papirologia e alla storia della scrittura.

Il vestibolo immette nella Prima Sala, nella quale si trovano 5 vetrine. Nella vetrina nr. 1 (“Scrittura e lettura nel mondo antico”) sono esposti, attraverso perfette ricostruzioni moderne, materiali connessi con il mondo della scrittura antica. Ci sono riproduzioni dei più importanti supporti scrittori: rotoli di papiro; fogli di pergamena (semplice e colorata, ricavata da pelli di agnello, vitello e capra); due fogli di carta (uno della pregiata qualità di Amalfi, fabbricata a mano, e uno della celebre carta fiorentina) e un codex ligneo. Altri materiali esposti sono: un coltello per tagliare il fusto della pianta di papiro e ricavare da esso una serie di strisce (philyrae) che, assemblate, davano vita al foglio di papiro (kollema, plagula); un martelletto ligneo che serviva per eliminare eventuali gibbosità dello stesso foglio; alcuni cilindretti lignei (omphaloi, umbilici), che venivano adoperati per svolgere e avvolgere i rotoli nel corso della lettura e anche per evitarne lo schiacciamento; pigmenti di origine vegetale e minerale utilizzati per la fabbricazione degli inchiostri con cui si delineavano tra l’altro le scene che accompagnavano le formule magico-religiose nel Libro dei morti, un rotolo che gli Egiziani depositavano nella tomba accanto al defunto perché lo guidasse nella vita dell’aldilà; una capsa di legno adoperata per il trasporto di rotoli di papiro; un rotolo carbonizzato, che riproduce lo stato dei papiri ercolanesi carbonizzati dal calore dei materiali vulcanici nel corso dell’eruzione del 79 d.C. e rinvenuti tra il 1752 ed il 1754 nella così detta Villa dei Pisoni.

La vetrina nr. 2 (“Supporti scrittori diversi dal papiro”) espone pezzi originali di diversa provenienza, datati tra il XIV sec. a.C. e il V sec. d.C., sui quali sono delineati testi e decorazioni: un ostrakon in calcare su cui sono alcune linee di scrittura ieratica, appartenenti all’opera La satira dei mestieri (da Deir el-Medina, XIX-XX Dinastia, 1307-1070 a.C.), un testo molto popolare della letteratura egiziana, nel quale gli scribi esaltavano la propria professione, evidenziando, talora in tono sarcastico, gli aspetti negativi delle altre; due frammenti di lino colorato recuperati da un involucro di cartonnage del IV sec. a.C., in cui è raffigurato Anubi (il dio dei morti, che presiedeva alle operazioni dell’imbalsamazione) con la piuma Maat tra le zampe, al di sopra del quale è un testo geroglifico sulla protezione dei defunti da parte degli dèi Iside ed Osiride; un pettorale di mummia umana risalente all’età tolemaica; una tavoletta in faïence verde (TUL inv. H 1) del 300 a.C. ca., con inciso in geroglifico il nome di un sacerdote su entrambi i lati; una lucerna dell’80 d.C. (VUL inv. G 1) con impresso un marchio di fabbrica in greco; una lastra di calcare del I sec. d.C. (VUL inv. G 2), contenente parte di un’iscrizione sepolcrale in greco proveniente dall’Egitto; questo il testo superstite: «Addio Kephalion, brava persona. Il giorno … del mese di Phaophi»; una tegola del II/III sec. d.C. (VUL inv. L 1) con impresso il marchio di fabbrica della XIV Legione Gemina Martia Vicrix, che, reclutata da Giulio Cesare nel 58-57 a.C., fu riorganizzata da Augusto nel 41 a.C.; una tavoletta scrittoria lignea del V/VI sec. d.C. (TUL inv. C 1), forse proveniente dal Fayyum e originariamente facente parte di un codex: appartenne ad uno scolaro, che vi ha delineato alcuni esercizi in lingua copta: sul lato A sono delineati 3 testi biblici (rispettivamente una preghiera; alcuni nomi sacri; 7 linee non del tutto identificate, contenenti alcuni nomi); sul lato B sono 2 testi anch’essi in copto (rispettivamente i nomi sacri Gesù Cristo seguiti da un paio di antroponimi e dai nomi degli arcangeli Michel e Gabriele; 4 linee di difficile decifrazione, in cui comunque si individuano alcuni nomi).

La vetrina nr. 3 (“Papiri greci”) espone 17 papiri greci, di epoca tolemaica (inizi III sec.-30 a.C.), recuperati da cartonnage e contenenti testi documentari, relativi a momenti della vita quotidiana di piccole comunità egiziane, quali conti, compravendite di beni materiali etc. Tra di essi alcuni riproducono, nella forma, la pianta del piede: evidentemente si trovavano in origine al disotto dei piedi di mummie umane, all’interno dei loro sarcofagi di cartongesso. Vanto del Museo è un papiro del celebre Archivio di Zenone di epoca tolemaica (PUL Zen 1).

Nella vetrina nr. 4 (“Papiri ieratici, demotici, greci e copti”) sono esposti 4 papiri copti risalenti ai secoli VI/VIII d.C. e contenenti rispettivamente una ricevuta di una mistura di vino; 2 lettere private e parte di un contratto; 4 papiri ieratici, riferibili ad un periodo compreso tra l’VIII sec. a.C. e il III sec. d.C., 2 dei quali probabilmente appartenenti ad uno stesso esemplare del Libro dei morti; un papiro demotico di età tolemaica e 3 papiri greci risalenti ai secoli III a.C.-V d.C.

La vetrina nr. 5 (“Papiri e mondo funerario”) espone 2 papiri geroglifici contenenti parti del Libro dei morti; 2 papiri greci aventi la forma di pianta del piede umano e provenienti da cartonnage: conservano parti di documenti di epoca tolemaica; e diversi pezzi di sarcofagi lignei decorati.

All’interno di questa Prima Sala nel 2011 è stata inaugurata una sezione ercolanese, costituita da una riproduzione perfetta della macchina inventata nel 1753 dallo scolopio Antonio Piaggio per lo svolgimento dei papiri ercolanesi carbonizzati e da un quadro ad olio su tela, raffigurante lo stesso Piaggio. La riproduzione della macchina, il cui originale è custodito nella Officina dei Papiri Ercolanesi della Biblioteca Nazionale di Napoli (dove sono conservati i circa duemila papiri ercolanesi), è stata eseguita con particolare perizia dal maestro Giuseppe Manisco di Galatone. Le pareti della Prima Sala sono corredate da 11 pannelli espositivi, che illustrano, attraverso testi ed immagini, la disciplina papirologica: definizione, limiti, àmbiti di indagine, storia degli studi. Appesi alle pareti sono anche tre pergamene, donate al Museo da un privato collezionista, che furono redatte in territorio salentino e risalgono al XV secolo. Su una di esse è delineato un atto di vendita di un uliveto redatto nel 1536.

Nella Seconda Sala è allogata la Biblioteca di Egittologia e di Papirologia “Luca Trombi” (BELT), dal nome del benemerito sponsor, che da circa un ventennio sostiene finanziariamente le Campagne di Scavo in Egitto del Centro di Studi Papirologici. In occasione della fondazione del Museo Trombi fece una donazione, che permise di costituire un primo fondo librario della Biblioteca del Museo, la quale perciò fu intitolata a lui. In questa Sala BELT sono due vetrine (nr. 6 e 7), dedicate rispettivamente ad “Archeologia e Papiri” e “Momenti della Storia della Storia della Scrittura”. La prima, dedicata allo stesso Trombi, mostra tutto ciò che si può trovare, ieri ed oggi, in uno scavo archeologico condotto in un sito egiziano di epoca greca e romana: ostraka (vale a dire frammenti di vasellame domestico su cui sono delineati brevi testi), frammenti di papiri ed altri oggetti di uso quotidiano. Nella vetrina è una collezione di vasellame antico, donata al Centro nel 2008 da un collezionista privato; è costituita da 15 pezzi di vasellame di uso domestico, 2 vasetti di alabastro, una lucerna e una statuetta in terracotta raffigurante il dio egizio Arpocrate, protettore dell’infanzia. Si tratta di materiali risalenti ad un’epoca compresa tra il VII sec. a.C. ed il III sec. d.C. e di cui non si conoscono i luoghi di produzione: alcuni potrebbero verosimilmente provenire dall’Attica, altri dalla costa siro-palestinese e altri, ancόra, dalla zona del Delta egiziano. All’interno della stessa vetrina è una serie di oggetti rinvenuti nella discarica della Missione Archeologica della University of Michigan, che scavò tra il 1931 ed il 1932 a Soknopaiou Nesos/Dime, il sito di epoca greca e romana situato 2 km a nord del Lago Qarun, sul margine settentrionale della regione del Fayyum, nel quale scava dal 2001 la Missione Archeologica del Centro di Studi Papirologici dell’Ateneo leccese, diretta dai prof. M. Capasso e P. Davoli; si tratta di oggetti che contribuiscono, per dir così, a ricostruire momenti della vita quotidiana di un Missione Archeologica: tra di essi notevole è una lettera inedita (donata da P. Davoli), firmata da A.E.R. Boak, direttore della Missione Statunitense e datata al 1931. La BELT è arricchita da un Archivio multimediale, costituito da CD rom e videocassette di interesse papirologico e, tra l’altro, di particolare efficacia didattica.

La vetrina nr. 7 (“Momenti della Storia della Scrittura”) espone alcuni oggetti moderni, che hanno contrassegnato l’evoluzione della scrittura nel corso dei secoli; tra di essi sono un foglio di tapa, un tessuto proprio delle isole dell’Oceano Pacifico (Hawaii, Tonga), ricavato da una pianta locale, il Gelso da carta (Broussonetia papyrifera L.), la cui corteccia di colore grigio chiaro, sottoposta a macerazione e colorazione, dà vita ad un materiale utilizzato per la fabbricazione di abiti e come supporto scrittorio. Nella stessa vetrina è un cliché di una pagina di un volume arabo di inizio Novecento; un calamaio; una macchina per scrivere Olivetti, schede meccanografiche (che costituirono i primi supporti per l’elaborazione dei dati); un computer portatile; chiavette USB, CD rom e DVD.

Dal 2011 il Museo ha acquisito anche altri oggetti: un cono funerario in terracotta con iscrizione dedicatoria in geroglifico, comperata sul mercato antiquario. Risale alla XXVI Dinastia (ca. 600 a.C.) e ha sulla base, vale a dire la “faccia”, la seguente iscrizione a stampo, articolata in 5 linee ed apposta entro una cornice circolare: «Shep-en-mut, figlia del quarto profeta di Amon, Benitehor, figlio di Hor-Kheby, anch’egli profeta dello stesso dio»; un paio di stili (stili), vale a dire strumenti metallici appuntiti ad una estremità e appiattita all’altra estremità, utilizzati per scrivere su tavolette cerate: la punta incideva i segni nella cera, la parte opposta serviva a cancellare il testo e a spalmare di nuovo la cera, in modo da potervi riscrivere; gli esemplari del Museo risalgono all’epoca romana.

La Terza Sala è adibita ad Archivio amministrativo; nella Quarta Sala è il Grande Plastico di Soknopaiou Nesos, inaugurato nel 2013. Anch’esso opera del Maestro Manisco, riproduce con una scala 1:200 ed una fedeltà impressionante il sito archeologico fayyumita, dove scava l’Università del Salento.

In una sala situata alle spalle del Museo nel 2009 è stato inaugurato un Laboratorio di Lettura e Restauro dei Papiri, dotato tra l’altro di una postazione ottica, che, grazie ad una telecamera CCD attiva nelle bande del visibile, dell’infrarosso e dell’ultravioletto, consente una lettura dei reperti in condizioni anche molto critiche, come, per esempio, papiri ricoperti da patine di gesso. La telecamera è collegata ad un computer fornito di scheda video idonea all’acquisizione e all’elaborazione di immagini, per l’analisi ottica di materiali papiracei. Il Laboratorio è datato inoltre di uno scanner professionale ad alta definizione, collegata alla telecamera e al computer.

Nel Museo è custodito l’Archivio della Missione Archeologica del Centro di Studi Papirologici relativo alla imponente documentazione delle Campagne di Scavo condotte dal Centro nei due siti di epoca greca e romana del Fayyum: Bakchias/Kom Umm el-Atl (1993-2004) e Soknopaiou Nesos/Dime es-Seba (2001-2015): migliaia di fotografie su supporto cartaceo e digitale; diapositive; disegni.

Sul sito del Museo Papirologico (www.museopapirologico.eu) è disponibile il virtual tour dello stesso Museo.

 


INFORMAZIONI: I principali servizi offerti dal Museo Papirologico sono i seguenti: visite guidate; attività di formazione e orientamento; consulenza didattica e divulgativa; consulenza scientifica; collaborazioni scientifiche; riproduzione di documenti; consultazione collezioni scientifiche.

Il Museo Papirologico dell’Università del Salento propone annualmente un fitto programma di attività e di servizi educativi con l’obiettivo di avvicinare in maniera coinvolgente e dinamica gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado ai saperi scientifici connessi con il mondo della Papirologia e dell’Egittologia. Le attività sono rivolte anche alle famiglie e ai gruppi organizzati che desiderano scoprire la ricca, preziosa collezione custodita all’interno di questa istituzione, che fa parte della rete museale dell’Ateneo leccese.

L’offerta didattica prevede, oltre alla tradizionale visita guidata del Museo, un percorso che si sviluppa attraverso la storia narrata da circa 400 papiri di varia provenienza – non soltanto greci ma anche demotici, geroglifici, ieratici e copti – e da altre testimonianze scritte su supporti differenti (tavolette lignee, ceramica, cartonnage di mummia, ecc.)

Interessanti e importanti supporti didattici sono le riproduzioni di antiche macchine per lo svolgimento dei papiri e l’excursus storico sull’evoluzione della scrittura attraverso strumenti e materiali che hanno caratterizzato le varie epoche.

La proposta didattica si completa con le attività laboratoriali, che riscuotono sempre un grande successo tra i più giovani visitatori del Museo perché presentano un aspetto ludico che funge da veicolo per l’acquisizione di informazioni e concetti spesso molto complessi.


Direttore: Prof. Mario Capasso

Responsabile Tecnico-scientifico: Dr. Maria Clara Cavalieri

 

Dove siamo:

Museo Papirologico, Complesso Studium 2000

Via di Valesio angolo viale San Nicola, 73100 Lecce

 

Orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13;

lunedì e giovedì dalle ore 15 alle ore 18

Contatti:

Tel.: 0832/294457-294459

Fax: 0832/294458

E-mail:mario.capasso@unisalento.it, maria.clara.cavalieri@unisalento.it

Sito web: www.museopapirologico.eu

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/museopapirologico

Sistema Museo: 0808910777; callcenter@sistemamuseo.it