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Giovanni Battista Amici - Luoghi di visita

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L’Osservatorio Astronomico nel Palazzo Ducale di Modena

L’idea di dotare Modena, capitale del Ducato estense, di una Specola as­tronomica fu concepita nel 1814 da Massimiliano d’Austria Este, fratello di Francesco IV d’Austria Este, arciduca di Modena e Reggio Emilia, che era un grande estimatore degli strumenti astronomici di Amici. Nel 1814 Mas­similiano entrò in contatto con Giuseppe Bianchi (1791-1866) che l’anno precedente si era diplomato in matematica. Con un sussidio governativo, Bianchi fu mandato a perfezionarsi a Milano sotto la guida degli astronomi di Brera Barnaba Oriani (1752-1832), Giovanni Angelo de Cesaris (1749-1832) e Francesco Carlini (1783-1862).

Mentre si cercava una sede adeguata per l’Osservatorio, Bianchi nel 1818, dopo aver ricevuto l’incarico dell’insegnamento di Astronomia Teoretica, spedì al marchese Luigi Rangoni, ministro dell’istruzione una lista di strumenti da acquistare come fondamentali per impiantare un Osservatorio: uno strumento dei passaggi per le ascensioni rette, un circolo meridiano che avesse almeno tre piedi di diametro per le declinazioni, un equatoriale per le osservazioni extra meridiane e un buon cannocchiale acromatico. Interpellato sulla possibilità della loro costruzione, Amici espresse il desiderio che uno dei quattro strumenti, al fine di un confronto, fosse acquistato all’estero.

Il 21 febbraio 1818 Bianchi decise di commissionare a Monaco a Georg Friedrich von Reichenbach (1772-1826), importante ottico e costruttore di strumenti, un cerchio meridiano, mentre al cannoc­chiale acromatico fu preferito, secondo le inclinazioni di Amici, un telescopio riflettore newtoniano.

Varie cause ritardarono tut­tavia la nascita della proget­tata Specola, in particolare la difficoltà di reperire un edificio adatto, Francesco IV il 14 gennaio 1826 deliberò con un chirografo di accogliere la Specola nel suo Palazzo Ducale, nella parte superiore del torrione a levante, appartenente all’ala più antica di esso, eretta nella prima metà del secolo XVII.

Ne rimane testimonianza in una iscrizione, tuttora esistente presso l’Osservatorio Astronomico, che fu dettata dal bibliotecario e archeologo ducale Celestino Cavedoni (1795-1865).

 

Museo di storia naturale sezione di zoologia La Specola, Firenze

“La Specola” fu aperta al pubblico nel 1775 ed è uno tra i più antichi e grandi musei scientifici europei. Contiene, oltre 3 milioni e mezzo di animali, di cui 5.000 esposti al pubblico, la più grande collezione al mondo di cere anatomiche e un enorme numero di reperti osteologici.

La Collezione Zoologica, al 2° piano, si sviluppa in sale dagli invertebrati più primitivi ai mammiferi più evoluti. Da segnalare la Sala degli Ungulati e Carnivori dove, nella grande vetrina di erbivori africani, si possono ammirare numerose specie di antilopi, il raro okapi, l’elegante antilope giraffa, e uno splendido esemplare di rinoceronte bianco. Le sale dedicate agli Uccelli ospitano molteplici specie con mille forme e colori diversi. Tra i Rettili e gli Anfibi si trovano piccole e velenose rane dell’America del Sud, curiosi sauri, due tartarughe giganti delle Galápagos e un grosso esemplare di pitone reticolato. Fra i numerosi coccodrilli spicca una mummia di coccodrillo del Nilo, trovato in una tomba egizia. Nello stesso piano, si trova la straordinaria Collezione di modelli anatomici in cera, 1.400 pezzi, realizzata tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo con lo scopo di ottenere un vero e proprio trattato didattico-scientifico che, senza il bisogno di ricorrere all’osservazione diretta di un cadavere, illustrasse l’anatomia del corpo umano. Spettacolare è “la Venere”, famosa per la sua bellezza e perché concepita come modello con parti scomponibili. Il Salone degli Scheletri, al piano terra, visitabile su prenotazione, ospita la Collezione Osteologica, una delle più importanti d’Italia, ancora oggi costantemente incrementata e consultata da zoologi e paleontologi italiani e stranieri. Sono 3.000 i reperti conservati qui: crani, ossa e scheletri completi di Vertebrati, soprattutto Mammiferi. Si tratta di reperti di animali moderni e non di fossili. Di grande impatto visivo l’allestimento degli esemplari: posti al centro del Salone, appesi al soffitto o collocati nelle vetrine. Tra le molte rarità si possono ammirare il rinoceronte della Sonda, il tilacino (o tigre di Tasmania), l’ornitorinco e vari formichieri. Al soffitto sono appesi tre straordinari scheletri di Cetacei, al centro del Salone svetta la giraffa (Giraffa camelopardalis) e il grande scheletro dell’elefante indiano (Elephas Maximus) descritto da Linneo. Il Torrino Progettato alla fine del XVIII secolo, era un osservatorio astronomico. Composto da vari locali, ha il suo fulcro nella Sala della Meridiana dove venivano osservati i passaggi dei corpi celesti e nella Sala Superiore Ottagona da cui erano compiute le osservazioni del cielo a 360 gradi. Ospita un campionario di oggetti provenienti dalle collezioni medicee tra cui pregevoli e preziosi manufatti quali coppe, vasi, oggetti ornamentali e oggetti etnografici. Inoltre, risalenti al XVIII secolo,si possono ammirare  splendidi modelli in cera di piante e fiori a grandezza naturale, alcuni fogli dell’Erbario Centrale e Cesalpino, due tele dipinte di Bartolomeo Bimbi. Tribuna di Galileo Stupefacente e maestosa, collocata al primo piano, è un raro esempio di architettura neoclassica. Fu costruita ed inaugurata nel 1841per celebrare Galileo, la scienza sperimentale e dare degna collocazione ai celebri oggetti appartenuti allo scienziato e suoi seguaci tra cui il compasso geometrico e militare, una calamita armata, due cannocchiali e la lente obiettiva del cannocchiale con il quale Galileo scoprì i satelliti di Giove. In apposite vetrine furono sistemati, invece, gli strumenti rinascimentali e quelli dell’Accademia del Cimento. Attualmente tutti gli oggetti sono conservati al Museo Galileo di Firenze. Al centro dell’abside campeggia la statua di Galileo, nelle nicchie affreschi raffiguranti episodi delle scoperte del grande scienziato e i busti dei più celebri suoi allievi.

 

Casa natale 

via dei Servi, 33 - Modena

 

Palazzo Demidoff , Firenze

Via de' Renai, 5 - Firenze

 
 
 

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