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L'introduzione del sistema metrico decimale: il Gabinetto Metrico - Museo

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 Il Gabinetto di Metrologia

La torre di levante del Palazzo Ducale di Modena, sede dal 1827 dell’Osservatorio Astronomico e del Gabinetto di Metrologia

Il presente itinerario, nell'INTRODUZIONE , ci ha permesso di osservare come la città di Modena accumuli un significativo patrimonio di strumenti metrologici fra la fine del XVIII sec. e il 1850, anno dell'ultima grossa commissione. Nel 1849 Francesco V aveva nominato una Commissione speciale su pesi e misure presieduta da Stefano Marianini, presidente della Società delle Scienze, il quale, fin dal mese di agosto, aveva proposto al Ministro delle Finanze, Ferdinando Tarabini, di incaricare Giuseppe Bianchi, precettore di Francesco V e direttore dell’Osservatorio Astronomico, di recarsi a Parigi per condurre le le esperienze di misura misure con i  nuovi archetipi che là erano stati ordinati.

Fu dunque compito di Bianchi interfacciarsi con il consulente francese, Jean-Baptiste Biot, per individuare gli strumenti necessari a rifornire Modena di precisi riferimenti metrologici. Pervenuta a Modena tutta l’attrezzatura, in una missiva del 31 gennaio 1851 Bianchi annunciava a Biot l’avvio dei lavori nel Gabinetto di Metrologia, allocato in una stanza attigua all’Osservatorio astronomico situato nel torrione di levante del Palazzo Ducale; venne nominato Cesare Zoboli come meccanico esperto addetto alle lunghe e complesse operazioni di verifica e raffronto fra gli archetipi parigini e le misure pervenute alle Commissione. Ora la Commissione possedeva finalmente tutti i requisiti necessari per procedere all’adempimento delle mansioni per cui era stata creata. Tuttavia tali obiettivi si rivelarono ben presto di lunga e difficile attuazione. La Commissione e il Laboratorio Metrologico, infatti, dovettero affrontare fin da subito ostacoli difficilmente risolvibili, primo fra tutti la scarsa collaborazione delle Comunità locali.

In una missiva del 7 ottobre 1851 al Ministero delle Finanze, Marianini consegnò il Regolamento introno alle condizioni per le misure metriche, ma al tempo stesso comunicò che le Tavole di Ragguaglio non erano ancora state completate, soprattutto a causa della mancanza di notizie relative ai pesi e alle misure di parecchie comunità. Nonostante si fosse già disposto, dal 12 gennaio 1850, che tutte le località del ducato inviassero alla Commissione le misure e le notizie ad esse relative, ai primi di ottobre numerose Comunità affermarono di non disporre di alcun campione dei pesi e delle misure in uso; alcune di esse sostennero invece di non poter inviare i campioni in uso in quanto ciò avrebbe sospeso le operazioni di verifica dei pesi e delle misure, altre trattennero le misure e le bilance indispensabili per le transazioni quotidiane, altre ancora non risposero affatto. La vicenda evidenziò in maniera eclatante l’assenza generalizzata di campioni di riferimento a livello locale, a riprova sia della scarsa diffusione di un sistematico controllo sui pesi e sulle misure, sia del disinteresse per la materia da parte dei governi locali.

A questo si aggiunsero anche i ritardi dello stesso Laboratorio nelle operazioni di rettificazione nonché la carenza di locali adatti ad ospitare sia il Laboratorio che la Commissione; non stupisce dunque che nel dicembre del 1851 Marianini, sulla scia di un’opinione largamente condivisa dalla Commissione, ritenne opportuno rinviare al 1° dicembre del 1853 l’entrata in vigore del sistema metrico decimale, diversamente da quanto stabilito dal decreto del 1849 (il quale fissava al 1° gennaio 1852 tale termine).

Il rinvio si rendeva necessario anche in virtù della mancata diffusione dell’istruzione popolare intorno alle nuove misure e ai nuovi pesi, l’assenza di campioni presso le amministrazioni locali; inoltre si nutrivano dubbi sulla presenza presso le varie comunità di officine ed artefici capaci di fabbricare le misure metriche (secondo quanto disposto dal decreto del 1849).

Il regolamento approvato il 26 agosto del 1852 venne diramato con notificazione del ministro delle Finanze il 19 ottobre dello stesso anno, dopo che l’officina metrica aveva terminato la costruzione degli archetipi delle nuove misure destinati agli uffici dell’amministrazione statale.

Secondo quanto sancivano le nuove norme a partire dal I gennaio 1853 il governo e le pubbliche amministrazioni avrebbero dovuto servirsi unicamente delle nuove misure, essendo il sistema metrico decimale il solo riconosciuto legalmente; saggiamente il duca preferì posticipare di tre anni, ovvero a partire da gennaio 1856, l'introduzione effettiva del sistema metrico concedendo ai privati l’uso parallelo delle antiche misure.

Il Regolamento, estremamente minuzioso e dettagliato, precisava quali tra i pesi, le misure lineari e quelle di capacità erano autorizzate e legalmente accettate conformemente al decreto di Francesco V ed alla notificazione ministeriale del 1849 specificandone la peculiarità ed indicando i materiali da utilizzare per la loro costruzione e ponendo sovente particolare cura nel consigliare i tipi di legno o metallo adatti a seconda degli scopi, o indicando con precisione il punto in cui si sarebbe potuto imprimere il punzone di verifica, o ancora l’obbligo da parte del costruttore di apporre il nome esatto della misura nonché la propria marca.

Il Regolamento sanciva la tolleranza legalmente accettata. Tra le altre numerose istruzioni venivano elencate anche le condizioni necessarie perché le misure fossero bollate, nonché l’obbligo da parte del costruttore di apporre il nome esatto della misura nonché la propria marca ; l’antica consuetudine invalsa nel commercio di misurare i cereali a volume e non a peso, venne conservata anche da questo regolamento

A fronte degli elevati costi e dovendo affrontare altri difficili problemi quali la ricerca di idonei costruttori di campioni e la ricerca di un locale adatto alle esigenze del laboratorio si pervenne ad una situazione di stallo. Il 29 dicembre 1855 il Ministero delle Finanze emise quindi una notificazione, dettata direttamente dal duca, nella quale si posticipava nuovamente al 1° gennaio 1857 l'entrata in vigore del sistema metrico decimale per le amministrazioni pubbliche, mentre per le transazioni private si manteneva il doppio regime. Dal momento che le Comunità si erano mostrate restie alla fabbricazione dei nuovi campioni, si decise che lo stesso Ministero ne avrebbe curato la costruzione.

 

 L'Officina Metrica

In seguito a quanto stabilito dalla notificazione del 29 dicembre 1855, dal 1° gennaio 1856 fu affidato a Zoboli il compito, tutt'altro che semplice, di sovrintendere alla fabbricazione delle serie complete dei pesi e delle misure per ogni Comunità del ducato. Si trattava di una vera e propria impresa di carattere industriale per l'epoca, tant'è che il meccanico governativo si recò in varie città dell'Italia settentrionale per reperire le strumentazioni e le materie prime necessarie. Frattanto si destinavano a tale attività le stalle di Largo Hannover: finalmente la Commissione disponeva di locali adatti alle esigenze dell'Officina Metrica. Dopo alcuni lavori di adattamento, nel giugno del 1856 i locali della nuova Officina Metrica erano finalmente utilizzabili e la fabbricazione dei campioni in pieno svolgimento, nonostante non fossero ancora state ultimate diverse installazioni e mancasse personale.

Il Laboratorio Metrologico aveva così trovato la sua sede definitiva sebbene, come ben sappiamo, le sue problematiche erano tutt’altro che risolte.

Secondo quanto riportato da Marianini in una missiva dell'ottobre 1856, sappiamo che a questa data l'officina aveva prodotto i 72 metri destinati alle Comunità di cui mancava solamente l'accurata suddivisione, operazione per cui era necessaria la macchina per dividere di Perreaux; tuttavia tale strumento si trovava ancora all'Osservatorio astronomico, custodito gelosamente da Giuseppe Bianchi, il quale aveva opposto un netto rifiuto al suo trasferimento. Ancora una volta fu necessario l'intervento dello stesso Francesco per sbrogliare la situazione e dotare finalmente l'Officina Metrica del prezioso macchinario.

I lavori tuttavia continuavano a procedere lentamente: al 12 gennaio 1857 solo 10 delle 72 Comunità ricevettero i campioni, mentre al 6 agosto dello stesso anno le serie completate erano appena 14.

Come sempre, Francesco V tentò di risolvere la situazione limitando il numero delle Comunità che erano tenute a dotarsi dei campioni. Nonostante gli sforzi, come ulteriore elemento di ostacolo, a tutto il novembre 1857 solo 8 capoluoghi (Modena, Finale, Mirandola, Pavullo, Correggio, Guastalla, Fivizzano e Carpi) dei 14 capoluoghi che avevano ricevuto le serie complete avevano corrisposto il pagamento di quanto dovuto, mentre i restanti 6 (Reggio Emilia, Sassuolo, Castelnuovo ne’ Monti, Carrara, Massa e Castelnuovo di Garfagnana) dovevano ancora saldare il loro debito.

Nel 1858 la Commissione Speciale sui Pesi e Misure venne sciolta e, come apprendiamo da un rapporto dell’Economo generale del Ministero delle Finanze del 18 febbraio 1858, «L’officina è attualmente aperta e vi lavorano n°7 operai destinati dal Meccanico Direttore Sig. Zoboli a completare circa n°40 dopi decalitri e mezzi decalitri da servire ad usi commerciali, avendo fino dallo scorso gennaio sospesa la fabbricazione delle serie complete dei campioni dei nuovi pesi e misure metriche per disposizione emessa dall’apposita Commissione». Di lì a poco, il 17 marzo 1858, venne definitivamente chiusa l'Officina. Si concludeva quindi l’attività del Laboratorio di Metrologia: l’inefficienza delle strutture statali e l’ostinata resistenza delle Comunità del ducato estense resero l’adozione del sistema metrico decimale un obiettivo ben lungi dalla sua concreta applicazione.

Il sostanziale fallimento di tale operazione non impedì, tuttavia, che l’Officinina metrica modenese acquisisse una certa notorietà in tutta Italia, in particolar modo per la disponibilità di un'eccellente strumentazione quali il comparatore e la macchina per dividere di Perreaux nonché la bilancia di precisione di Deleuil.

Nel 1857 il reggiano Angelo Secchi direttore dell’Osservatorio astronomico, commissionò all’Officina Metrica la realizzazione e la comparazione di un doppio decimetro e nel 1858 ricevette in omaggio una serie di campioni metrici realizzati da Cesare Zoboli e destinati a diventare gli archetipi per le misure eseguite nell’Osservatorio del Collegio Romano. 


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