Museo di Storia Naturale dellUniversità degli Studi di Firenze
Storia
Il Museo di Storia Naturale dellUniversità degli Studi di Firenze possiede collezioni di straordinario valore che raccontano non solo la storia del pianeta e della vita ma anche quella dellevoluzione del pensiero scientifico.
In oltre cinque secoli, ad iniziare dai Medici, sono stati acquisiti più di 10 milioni di esemplari, distribuiti nelle varie discipline scientifiche: dalla botanica alla zoologia, dalla mineralogia alla paleontologia, dallantropologia alletnologia, dallanatomia alla chimica.
Questo ricchissimo patrimonio che colloca il Museo tra le più importanti istituzioni museali a livello internazionale viene costantemente studiato, catalogato, conservato e valorizzato.
E siccome siamo perfettamente consapevoli dellalta missione culturale che i musei sono destinati ad assolvere, continuiamo quotidianamente a incrementare quelle stesse collezioni che documentano, in maniera veramente efficace, lincredibile diversità biologica, geologica e culturale del nostro bellissimo pianeta.
Le collezioni mineralogiche sono costituite da tre nuclei principali: la collezione generale (nella quale sono presenti molte collezioni che conservano il nome e il cognome del collezionista che le aveva costituite), la collezione elbana e la collezione di gemme.
La maggior parte dei campioni è conservata nei depositi del Museo; solo una parte dei campioni presenti nelle collezioni tipicamente gli esemplari più rilevanti sotto il profilo estetico o scientifico sono messi in esposizione.
Tutti i campioni sono comunque stati catalogati e vengono accuratamente conservati affinchè possano tramandare, alle future generazioni, le preziose informazioni di cui sono portatori.
Sezione Mineralogia e Litologia
Le ricchissime collezioni mineralogiche e litologiche offrono la possibilità di fare un appassionante viaggio nel mondo dei minerali e delle rocce, con approfondimenti sullevoluzione della Mineralogia e del suo studio, sulla storia del Museo fiorentino dalla fondazione (1775) ad oggi, sullutilizzo, di grande valore estetico, fatto nel passato.
Gli oltre 50000 esemplari di minerali e rocce consentono di avere un vasto panorama su quanto reperibile, in passato e al giorno doggi, sulla Terra, con un breve sguardo anche al mondo extraterrestre, con le meteoriti. Poiché le raccolte sono state iniziate già dal periodo mediceo e sono accuratamente documentate nel loro divenire, il Museo offre agli studiosi loccasione di seguire lo sviluppo delle discipline mineralogiche, sia dal punto di vista classificativo, con i cataloghi storici e i testi antichi, che dal quello pratico di laboratorio, con una serie di strumenti che testimoniano levoluzione delle conoscenze.
La storia del Museo e limportanza del suo ruolo nelle vita non solo fiorentina (nel 1775 era uno dei primi museo aperti a tutta la cittadinanza) emerge dalla notevole quantità di documenti, conservati non solo in Museo, ma anche presso altre istituzioni, dallArchivio di Stato di Firenze al Museo Galileo. Seguendo i dettami del Codice dei Beni Culturali, il Museo ha elaborato, come sintesi fra la ricca documentazione e gli esemplari, la catalogazione informatica delle collezioni e il suo adeguamento agli standard nazionali.
Il valore assoluto delle collezioni, non solo dal lato scientifico, ma anche da quello estetico, si può vedere riassunto nella collezione medicea di pietre lavorate, simbolo di un collezionismo del passato che abbiamo lonore e lonere di conservare.
http://www.msn.unifi.it/collezioni/mineralogia-e-litologia-2/
Collezione elbana
I campioni dellIsola dElba furono riuniti in ununica collezione da F. Millosevich nel 1914, con laccorpamento di tre diverse raccolte: il materiale antico del 700 e primo 800, la raccolta Foresi e quella Roster, acquistate rispettivamente nel 1877 e nel 1888 sotto la direzione di G. Grattarola, e costituisce la più completa rappresentazione del paradiso mineralogico che era lisola nella seconda metà dell800.
Dal punto di vista mineralogico lisola dElba presenta zone di particolare interesse come il Monte Capanne, le pegmatiti di S.Piero e S.Ilario in Campo, le miniere di Rio ed infine quelle di Calamita. Tutte queste zone sono significativamente rappresentate nella collezione elbana, con particolare evidenza di campioni della zona pegmatitica di S. Piero e S. Ilario e di quelli delle miniere di Rio, come dimostra la presenza di ben 628 ematiti, 574 tormaline e 555 ortoclasi.
Assolutamente eccezionali sono gli esemplari di tormaline (elbaite), talvolta in associazione con splendidi berilli incolori, quarzo, lepidolite e ortoclasio. Su tutti spiccano la porzione di geode tappezzata da 132 cristalli di elbaite proveniente da Grotta dOggi e le splendide tormaline rosa estratte a Facciatoia, accanto ai quattro enormi blocchi di graniti, detti i quattro evangelisti. Eccezionale sono anche il campione di ilvaite di Torre di Rio, forse il più grosso esemplare estratto di questo minerale, che deve il suo nome proprio allisola, i grossi cristalli di pollucite, raro minerale contenente cesio, e le variopinte limoniti (oggi goethiti) ed ematiti.
Questa raccolta, molto conosciuta a livello internazionale, è formata da 5000 campioni: la collezione Foresi è presente con circa 2500 esemplari, la Roster con 1500 e i restanti risalgono alle collezioni preesistenti nei depositi del Museo; nel 1914 lallora direttore del Museo, F. Millosevich, ne pubblicò il catalogo col titolo I 5000 elbani del Museo di Firenze Purtroppo solo per la collezione Roster esistono dettagliatissimi cataloghi originali, mentre per la Foresi solo elenchi sommari.
Si può dire che le raccolte si integrano a vicenda distinguendosi per una maggiore o minore presenza di certi minerali. Ciò può essere dovuto a diversi fattori, come la preferenza del raccoglitore o la disponibilità di affioramenti.
Dato lalto interesse storico della raccolta e la ricca documentazione conservata in Museo, approfondite sono state negli anni le ricerche di carattere storico, mentre in passato sono stati effettuati studi soprattutto sulle combinazioni delle forme cristallografiche, non trascurando anche gli aspetti ottici e chimici, eseguiti da mineralisti quali E. Artini, U. Panichi, E. Grill e P. Comucci.
http://www.msn.unifi.it/collezioni/mineralogia-e-litologia-2/minerali-2/collezione-elbana/
Per approfondimenti
C. Cipriani, L. Fantoni, & L. Poggi, Giuseppe Grattarola: un piemontese a Firenze, Atti e Memorie dellAccademia La Colombaria, 75, (2010), 333-370.
C. Cipriani, & L. Poggi, Le collezioni del Museo di Mineralogia di Firenze: la formazione della collezione elbana, Atti e Memorie dellAccademia La Colombaria, 59, (1994), 165-184.
L. Poggi & L. Fantoni, I 5000 elbani compiono 100 anni, Lo Scoglio, 101, (2014), 30-33.
G. Roster, Note mineralogiche sullisola dElba, Bollettino della Società Geologica Italiana, 7, (1876), 158.
G. Tanelli, Mineralizzazione metallifere e minerogenesi della Toscana, Memorie della Società Geologica Italiana, 25, (1983), 91-110.
G. Tanelli, Grandi storie. Minori dellElba: Luigi Celleri, mineralogista, Lo Scoglio, 75, (2005), 30-37.
G. Tanelli, Giorgio Roster: ecologo, fotografo, botanico e mineralista, Lo Scoglio, 88, (2010), 612.
G. Tanelli & L. Poggi, La Collezione elbana, In: G. Pratesi, Il Museo di Storia Naturale dellUniversità degli Studi di Firenze. Vol. IV - Le collezioni mineralogiche e litologiche, Firenze University Press, Firenze, (2012).