Antica Abbazia Benedettina di San Pietro
Palazzo Stocchi già Seppi-Bassardini-Isidori
Sede dal 1810 dellUniversità degli Studi di Perugia, Palazzo Murena appartiene ad un ex complesso olivetano (il monastero di Monte Morcino Nuovo) progettato nel 1740 dallarchitetto Carlo Murena. Spetta invece a Luigi Vanvitelli il progetto dellattigua chiesa. Il lungo corridoio che conduce allo scalone principale ospita una raccolta di calchi (circa 400) che riproducono iscrizioni etrusche. Tale raccolta fu voluta dal conte Giancarlo Conestabile della Staffa (1824-1877) docente di archeologia nello Studium perugino dopo Giovan Battista Vermiglioli.
Il palazzo, attuale sede del Dipartimento di Lettere-Lingue, Letterature e Civiltà Antiche e Moderne, nasce, nella sua attuale configurazione, agli inizi del Settecento. Gli Aureli, che erano proprietari di un edificio con affaccio su piazza Morlacchi, decisero, proprio agli inizi del Settecento, di espandersi sul retro, in direzione nord-est. Acquistarono così l'antico palazzo dei Saracini al quale si accedeva da via del Verzaro e lo unirono al nucleo in loro possesso. All'interno del palazzo si trovava un'importante collezione d'arte che contava, fra l'altro, un magnifico quadro del Perugino raffigurante la Madonna il Bambino e due cherubini. Il quadro è ora di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Dagli Aureli il palazzo passò agli Alfani, quindi agli Ansidei e da ultimo ai Manzoni. Di fronte al Palazzo si trovavano le scuderie, corrispondenti all'edificio dove attualmente si trova la Biblioteca Umanistica.
Edificato nel XVIII secolo, poggia a nord su un tratto della cinta muraria etrusca, l'unico visibile dall'interno, in continuità con il tratto che corre sotto le attuali piazza Ermini e via del Verzaro, in prosecuzione delle mura di via Cesare Battisti. Fu acquistato verso il 1840 dalla marchesa Marianna Florenzi in Waddington (1802-1870), che vi tenne un famoso salotto letterario, frequentato da intellettuali italiani e stranieri. Oggi è sede del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione.
Il complesso benedettino di San Pietro in Perugia, realizzato sul monte Caprario a partire dal 965, è il risultato di modifiche e aggiunte succedutesi attraverso i secoli. Superato larco di ingresso sincontra il primo chiostro, composto da sedici colonne in travertino e quattro di granito, progettato dallarchitetto Valentino Martelli. La costruzione ebbe inizio nel 1614 e fu condotta a termine solo nel 1705 dallarchitetto Lorenzo Petrozzi. In prossimità della base del campanile, elegante e slanciata struttura che caratterizza da meridione lo skyline della città, si trova lingresso alla basilica. Linterno, sontuoso per la ricchezza degli arredi, contiene opere di alto pregio artistico a cominciare dai grandi teleri di Antonio Vassillacchi detto lAliense, veneziano di adozione, seguace di Veronese e Tintoretto. Da segnalare, inoltre, dipinti di: Benedetto Bonfigli, Perugino, Eusebio da San Giorgio, Orazio Alfani, Giovan Battista Lombardelli, Benedetto Bandiera e Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato. Costui, attivo per la comunità monastica fra gli anni trenta e gli anni quaranta del Seicento, realizzò ben quattordici tele in parte conservate in chiesa, in parte nel Museo. Tornati nel primo chiostro, dominato dalla mole del campanile che fu edificato nel Duecento su preesistenze romane e completato nel 1463 su progetto di Bernardo Rossellino, attraverso un lungo corridoio si giunge al secondo chiostro o chiostro del Capitolo o del Pozzo. Progettato da Francesco di Guido di Virio da Settignano, questo chiostro, di sobria ma elegante fattura rinascimentale, presenta al centro una vera in travertino realizzata da Galeotto di Paolo nel 1530. Superato il secondo chiostro, si giunge allantico refettorio. Lo spazio antistante accoglie un lavabo la cui mostra, in terracotta invetriata, è notevole opera del fiorentino Benedetto Buglioni (1487-1488). Il terzo chiostro o chiostro delle Stelle, progettato da Galeazzo Alessi, fu realizzato nel 1571. Da questo chiostro si accede allOrto Medioevale, area naturalistico-botanica di grande interesse. Oggi il gigantesco complesso è in parte abitato dai benedettini e in parte occupato dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali. Qui hanno sede anche gli uffici della Fondazione per lIstruzione Agraria (FIA) e la direzione del Centro di Ateneo per i Musei Scientifici (C.A.M.S.).
Il Palazzo, costruito tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, fu ampliato e modificato, circa un secolo dopo, da Corniolo della Corgna. E a costui che si deve, forse, la preziosa decorazione dellinterno, purtroppo solo in parte conservata. Alla fine dellOttocento, quando il palazzo era di proprietà della famiglia Bassardini-Seppi si verificò, infatti, uno stacco illegale di gran parte degli affreschi che vennero immessi nel mercato e subito dopo venduti al Museo di Belle Arti di Budapest dove tuttora si trovano. Ceduto al Demanio dagli Stocchi, ultimi proprietari delledificio, il palazzo è oggi sede della sezione antropologica del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione.
Lungo la centralissima via Mazzini, traversa di corso Vannucci, si trova la Barbieria di Ferdinando Lolli, un gabinetto di profumiere dipinto con eleganza e buon gusto nel 1858 da Napoleone Verga. Qui lartista, valente miniatore formatosi prima a Perugia presso lAccademia di Belle Arti, poi a Roma presso lAccademia di San Luca, raffigurò il Trionfo di Venere incorniciato da decorazioni neoquattrocentesche. La Barbieria, oggi di proprietà dellUniversità degli Studi, ospita un infopoint che fornisce informazioni proprio sullAteneo.
Il mosaico, situato in via Pascoli, allinterno dellex Facoltà universitaria di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, è tra i monumenti di età romana più importanti della città. Collocabile tra la fine del I - inizi del II sec. d.C., raffigura Orfeo che ammansisce le fiere con il canto. Il mosaico, pertinente alle terme pubbliche, è ubicato fuori delle mura etrusche, in unarea di espansione urbana ricca di acque. Fu scoperto casualmente nel 1875 durante lavori di restauro della chiesa di Santa Elisabetta, lì edificata in epoca medioevale.
STORIA ATTIVITÀ DI RICERCA STORIA DIDATTICA GRANDI EVENTI LUOGHI DI VISITA