Il Giardino dei Semplici è composto da una collezione di piante officinali che costituisce unulteriore struttura dedicata alla didattica e alla divulgazione del sapere scientifico dellUniversità G. dAnnunzio di Chieti.
I primi orti botanici medioevali erano delle raccolte di medicamenta simplicium, le piante medicinali. Le piante, infatti, sono da sempre un ricco e prezioso serbatoio di sostanze farmacologicamente attive.
Per consuetudine, col tempo, la parola medicamenti venne omessa e il solo termine semplici rimase ad indicare le piante utilizzate a scopo salutare.
Da qui, il termine Hortus simplicium, giardino dei semplici, ad indicare il luogo dove queste venivano coltivate.
Per i monasteri medioevali, in cui questa realtà ebbe origine, il giardino dei semplici era una specie di farmacia vivente, dalla quale attingere i rimedi offerti dalla natura. Divenne, poi, con la nascita delle Università, utile laboratorio di osservazione e sperimentazione, in cui le piante erano mostrate dal vivo (Ostentio simplicium) agli studenti di medicina e di farmacia, che dovevano imparare a farne buon uso.
Il Giardino dei Semplici dellUniversità di Chieti-Pescara vuole ricreare uno spazio analogo a quello che il suo nome richiama; è perciò una collezione di piante officinali, un tuffo nella tradizione secolare, una immersione nella semplicità sacrale della natura, un luogo della cultura.
Il Giardino dei Semplici occupa una superficie di quasi un ettaro allinterno del Campus Universitario di Chieti Scalo.
È uno spazio a forte impatto estetico, ambientale ed ecologico, che valorizza non solo la struttura universitaria, ma lo stesso centro urbano in cui il Campus è inserito.
Le aiuole del Giardino dei Semplici raccolgono una collezione di oltre 400 specie erbacee ed arboree officinali, legate cioè alla medicina tradizionale e ancora oggi impiegate in ambito farmaceutico, cosmetico o industriale.
Il criterio con cui le piante sono raggruppate nelle diverse aiuole è quello delle proprietà e quindi delluso che ne deriva. Si tratta di piante sia autoctone che esotiche, anche se particolare riguardo è riservato agli endemismi della flora abruzzese e alle specie a rischio di estinzione, che qui vengono raccolte e conservate secondo il principio della tutela della biodiversità vegetale.
Il Giardino è costituito di settori dedicati a:
A piante attive sullapparato digerente
B aiuola del sistema immunitario
C piante per il cuore e la circolazione
D piante per lapparato genito-urinario
E piante per lapparato cutaneo
F aiuole del sistema nervoso
G vasi delle aromatiche
H angolo dellapparato respiratorio
I aiuola delle tintorie e delle signaturali
L collezione delle specie endemiche e rare
Il Giardino dei Semplici è stato riconosciuto di interesse regionale.
Si pone, infatti, a salvaguardia delle entità vegetali che ospita, favorendone la conoscenza, lo studio e la valorizzazione.
Il Giardino dei Semplici vuole essere di supporto alle attività didattico-scientifiche istituzionali, ma anche uno strumento per la promozione della cultura ambientale presso un più vasto pubblico, diffondendo la conoscenza del mondo vegetale e delle sue risorse terapeutiche, alimentari ed ambientali.
Pensato, quindi, per la massima fruibilità da parte degli studenti, ma anche dei semplici appassionati, è facilmente visitabile durante tutto lanno e maggiormente godibile nella bella stagione.
Un primo nucleo di esposizione del Museo universitario di Chieti è stato inaugurato presso l'Ateneo "G. d'Annunzio" nel 1994 nella sede di Palazzo De Pasquale.
Il 21 gennaio 1998, in occasione dell'Inaugurazione dell'Anno Accademico 1997-1998, il museo è stato aperto al pubblico presso il campus di Madonna delle Piane.
Dal 21 marzo 2005 ha sede presso Palazzo Arnaldo Mussolini (palazzo ex - Enal) in pieno centro storico della città di Chieti e nel 2010 è stato trasformato da Museo di Storia delle Scienze Biomediche in Museo universitario, dotato di propria autonomia e di nuovo statuto. Nella sua specificità, il museo universitario contribuisce a caratterizzare l'Ateneo "G. d'Annunzio" costituendo "luogo della memoria" e spazio espositivo dedicato alla conoscenza ed alla divulgazione delle Scienze Naturali e della Storia della Scienza, con particolare vocazione verso gli aspetti biologici e medici che emergono dalla ricerca archeologica, medica, antropologica e paleontologica, ma anche con specifiche sezioni dedicate alla Storia Naturale ed alla Storia della Scienza.
Esso si articola su una superficie espositiva di oltre 1500 mq.
Sono funzionanti anche: una biblioteca specializzata aperta al pubblico, un auditorium (120 posti) ed una serie di laboratori scientifici dove si svolge ricerca antropologica, attività di preparazione e di conservazione. Inoltre il Museo svolge alta formazione e gestisce, attraverso lUniversità telematica Leonardo da Vinci, un Corso di formazione ed un Master per Tecnico della fruizione museale.
Il percorso espositivo ha funzioni didattiche; visite guidate e laboratori sono elaborati per le scuole di ogni ordine e grado.
Le collezioni del Museo annoverano al momento oltre 19.000 records di natura paleontologica, preistorica, antropologica, botanica, zoologica e solo recentemente si sono arricchite di strumenti scientifici ed opere di arte moderna.
La raccolta paleontologica
La raccolta paleontologica, solo in parte esposta, comprende esemplari provenienti da tutto il mondo che documentano le principali tappe dellevoluzione della vita sulla Terra: stromatoliti, resti di pesci del Paleozoico, prime forme di vita terrestri, resti dei dinosauri. Una spettacolare raccolta di ammoniti testimonia una parte della vita marina nel Giurassico e nel Cretaceo.
Rilevanti sono anche i fossili abruzzesi; il nucleo più cospicuo proviene dalla donazione del Prof. Adriano Antonucci: spiccano i fossili di rudiste del Cretaceo della Majella e la ricchissima collezione di pesci e piante fossili del giacimento miocenico di Palena.
La raccolta preistorica
Unampia raccolta di strumenti in selce testimonia la più antica occupazione del territorio abruzzese da parte delluomo preistorico. Di grande interesse sono i reperti della Valle Giumentina (Majella) e quelli dei Terrazzi Zazzini (Chieti), tutte stazioni di caccia praticate dallHomo Erectus.
La raccolta antropologica
La raccolta antropologica costituisce la parte più importante delle collezioni del Museo universitario; essa comprende circa seimila scheletri umani ed una ventina di mummie.
Alcuni resti scheletrici sono antichissimi ed appartengono ad uomini fossili della razza di Cro-Magnon, primi abitanti della regione, e provenienti dalle grotte litoranee dellestinto lago del Fucino.
Considerevoli nuclei di questa raccolta sono i resti scheletrici delle necropoli sannite di Opi Val Fondello, di Sulmona, di Teramo. Una selezione di reperti scheletrici è esposta nella sezione Storia del Popolamento umano in Abruzzo nella quale, accanto a significativi reperti originali, sono ricostruite alcune scene delle tappe fondamentali delloccupazione umana del territorio: il Mesolitico, lepoca dei Sanniti, lepoca della conquista da parte dei Romani, il Medioevo.
Sono stati inseriti nel percorso espositivo alcuni corpi umani mummificati, che rappresentano i resti delle vittime di un massacro consumato attorno al 1500 d.C. nel Forte Borbonico dellAquila, ed altri esempi straordinari di mummie di neonati e di infanti di epoca rinascimentale scoperte a causa dei crolli causati dal terremoto dellaprile 2009 a Casentino (LAquila).
La collezione botanica
La collezione botanica è costituita da erbari ottocenteschi che illustrano la flora locale caratteristica della collina di Chieti e, in generale, dellAbruzzo. Molte delle piante rappresentano specie oggi rare o estinte nella regione.
Una serie di legni, di modelli anatomici e di campioni di frutti e di funghi completano questa straordinaria ed unica raccolta, derivante in gran parte da materiali didattici usati alla metà dell800 dai laboratori scientifici dellIstituto Isabella Gonzaga di Chieti.
La collezione zoologica
La collezione zoologica consiste in una ricca raccolta di animali, prevalentemente tassidermizzati o conservati in formalina, che rappresentano tutte le principali classi viventi: pesci, rettili, anfibi, uccelli e mammiferi.
Particolarmente interessanti sono i grandi carnivori (come lorso marsicano e la lontra) ed i rapaci di grande taglia (come le aquile reali ed i gufi). Molti esemplari derivano dallattività svolta a Chieti in un laboratorio di conservazione diretto dal Professor Florindo Rocchetti nella seconda metà dell800 presso il Liceo Classico G.B.Vico.
Una ricca raccolta di scheletri completa la collezione zoologica; fra essa spicca la serie degli scheletri di Primati che rappresenta una delle più ricche raccolte italiane di scheletri di scimmia, in gran parte esposti al pubblico.
La strumentazione scientifica
Si tratta di unampia raccolta di antichi strumenti, prevalentemente impiegati per la dimostrazione di esperimenti scientifici in laboratorio. La raccolta contiene soprattutto apparecchiature di fisica e di chimica, strumenti per gli esperimenti di elettrologia e, subordinatamente, di ottica, di acustica, di meccanica, di termologia.
La maggior parte degli strumenti scientifici sono ottocenteschi, ma una parte di essi è databile alla seconda metà del 600 e del 700.
Arte moderna
Solo recentemente il Museo, sollecitato dalle donazioni del gallerista milanese Alfredo Paglione ha acquisito la cosiddetta collezione di tartarughe, riunita da Teresita Olivares Paglione, alla cui memoria è dedicata lesposizione. Essa comprende opere darte pittoriche e scultoree firmate da grandi Maestri contemporanei come Lucio Fontana, Aligi Sassu, Pietro Cascella, e molti altri.
La struttura, voluta dal Rettore Franco Cuccurullo ed inaugurata il 16 giugno 1999, ha un tracciato di millequattrocento metri di lunghezza e circa tre di larghezza, e disegna un percorso paesaggistico tra boschetti di querce, tutto all'interno dell'area del Campus Universitario di Madonna delle Piane.
È sorta col preciso intento di incrementare gli spazi dedicati alla vivibilità per soddisfare le esigenze di quanti desiderano svolgere esercizi fisici a vari livelli, sia di tipo ricreativo sia agonistico o di chi desidera fare una passeggiata all'aria aperta, al riparo dall'inquinamento del traffico ed acustico.
Il "Percorso vita" parte dalla zona retrostante l'Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia, passa accanto al Polo Didattico e s'inerpica fino alla collina a confine con l'edificio dell'ITAB, per poi declinare fino al punto di arrivo.
Il tracciato, che non presenta particolari difficoltà è dotato di stazioni, con specifiche attrezzature ginniche in legno ed apposita segnaletica con le modalità di esecuzione degli esercizi.
Il Percorso Vita e Natura rappresenta, in chiave simbolica, il cammino della vita; chi lo affronta lo fa per scelta e sa in anticipo quali saranno gli ostacoli che lo attendono".
STORIA ATTIVITÀ DI RICERCA STORIA DIDATTICA GRANDI EVENTI LUOGHI DI VISITA